52mo Karlovy Vary International Film Festival - Pagina 9

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52mo Karlovy Vary International Film Festival
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photo1 bigGiornata caratterizzata dalla presentazione di due titoli che continuano a rendere arduo il lavoro dei giurati data la qualità medio alta di quello che fino ad ora è stato presentato. Anche se i temi, soprattutto quello del disagio dei più giovani, si ripete in vari titoli, il modo di affrontarlo film dopo film appare originale. Absence blízkosti (Assenza di vicinanza, 2017) interamente prodotto in Repubblica Ceca, ci fa conoscere un mondo esistente anche qui e a noi poco noto, in cui esistono persone affermate, ricche, prive di vero amore e, soprattutto, madri incapaci di capire questo ruolo che la vita ad alcune impone. Opera del debutto del talentuoso regista di Brno Josef Tuka - che ha partecipato e vinto a vari Festival coi suoi corti - parla del difficile rapporto tra madre e figlia, ambedue sbandate, incapaci di intendersi per davvero. Intelligentemente, ha realizzato un film di un’oretta, poco più lungo di un suo usuale short. Facendo così, ha trovato la maniera giusta per raccontare questa storia dal taglio teatrale in cui i pochi personaggi hanno l’esatta visibilità con scene mai melodrammatiche e vivono in maniera convincente quello che poi sfocia, almeno per uno di loro, in un dramma probabilmente senza ritorno. Dopo un'altra relazione fallita, Hedvika prende la figlia Adélka di tre mesi e il suo cane per andare a vivere nella villa della madre assieme all’attuale compagno della donna. La ragazza non ha mai amato la madre e lei non ha mai saputo darle altro se non egoismo. Lei ha 25 anni e tanta rabbia in corpo. Un giorno trova alcuni diari che il padre morto quando lei aveva otto anni. In queste pagine scopre molto di lei stessa, del padre che poco conosceva, della madre che cerca ora di amare, ma con grande fatica. Belli i personaggi molto realistici, ottima la sofferta performance di Jana Plodková.
fe01-the-stoneTaş (La pietra, 2017) è diretto dal trentasettenne Orhan Eskiköy, che è anche produttore e sceneggiatore di corti, alcuni dei quali da lui diretti sono stati presentati in Festival importanti, incluso in questo di Karlovy Vary. È un’intensa storia coprodotta dal KVIFF attraverso la sezione Works in progress della scorsa edizione. Potremmo definirlo un thriller psicologico, una storia d’espiazione, un’introspezione nel mondo dei dubbi, delle cose sottese, di altre dette e non pensate, in un crescendo che porta ad un logico, e drammatico finale. Tutti i personaggi nascondono qualcosa, hanno paura delle verità che li segnerebbero. Ogni cosa è resa ancora più drammatica dall’uso di uno splendido bianco e nero che rende i volti ancora più sofferenti. Durante una notte un ragazzo che cerca rifugio in casa isolata. La moglie del padrone crede sia il figlio scomparso tempo prima. L’uomo l’asseconda ma in maniera non sempre convinta perché conosce una verità che non può e non vuole dire. Con loro la figlia che poco ricorda del fratello e che pone domande imbarazzanti. È quasi impossibile distinguere la vera speranza dall'auto-delusione o dalla più assoluta falsità. A tutto si aggiunge misteriosa pietra che dovrebbe portare ad un tesoro indicato dal padre del uomo come criptica mappa: sembra l’abbia rubata l’uomo e la sorella cerca di dimostrarlo. Attorno a questa azione un uomo misterioso, da nessuno conosciuto, ma che sembra sapere molto.

F.F.