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Misericordia

In un locale miserabile e povero di Palermo vivono tre anziane prostitute e un giovane handicappato, figlio di una loro collega e privo di genitori da anni immemorabili. Le tre meretrici lo hanno fatto screscere e lo trattano come un figlio, ma ora è arrivato il momento di farlo volare con le sue ali e le madri surrogate mettono da parte ogni dolore per suo bene e o lasciano partire. Misericordia di Emma Dante è un inno all’amore materno che esalta il ruolo e la sensibilità delle donne a fronte dei figli, un testo che potremmo definire femminista nel senso più alto del termine. In questo si ritrova sia un classico campo d‘interesse di questa drammaturga, sia uno dei punti di forza del suo teatro e del suo cinema. 

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Solaris

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Solaris

Stanisław Herman Lem (1921 - 2006) è stato uno scrittore ebreo polacco che ha reso famosa la fantascienza dell'est Europa con il romanzo Solaris al cui c'è un pianeta misterioso, coperto da un immenso oceano capace di cogliere le sensibilità e i ricordi degli esseri umani e dare loro forma. Su questo corpo misterioso arriva un'astronave terrestre di ricerca e poi, dopo che di questa spedizione non si hanno più notizie da molti mesi, una psichiatra incaricata di scoprire che cosa è successo. 

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Grounded

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Grounded

Dopo un anno, è arrivato il momento della riapertura di teatri e cinema e noi riprendiamo le nostre recensioni. Il Teatro di Genova, encomiabile per organizzazione anti - covin, ha aperto le porte con Grounded dell'americano George Brant e la regia del nuovo direttore dello Stabile Davide Livermore. Nella sostanza è un lungo monologo recitato da una pilota dell'aeronautica americana destinata, dopo essersi sposata e aver partorito, a non volare, ma a guidare dei droni da un prefabbricato alloggiato nel deserto del Nevada: per i suoi superiori è un modo come un altro per combattere i nemici degli Stati Uniti, ma per lei è una profonda umiliazione non affrontare faccia a faccia i soldati di altri paesi.

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Per le parti di lei che sono mie – Tre donne

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Per le parti di lei che sono mie – Tre donne

Tre donne in carcere, una figlia: una moglie e un madre accusate di delitti gravissimi. La regista Mercedes Martini ha preso le mosse da tre fatti di cronaca e da altrettanti racconti di Maurizio de Giovanni, autore dei romanzi dedicati al Commissario Ricciardi e ai Bastardi di Pizzofalcone, per realizzare Per le parti di lei che sono mie - Tre donne, tre delitti. Un’operazione che ha richiesto tre attrici in stato di grazia che sono state trovate in Federica Granata, Lisa Lendaro e Lucia Fontanelli.Lo spettacolo, inserito nel programma della rassegna di drammaturgia contemporanea del Teatro nazionale di Genova, si svolge sul palcoscenico del Teatro della Corte, con il pubblico seduto su una quarantina di seggiole debitamente distanziate. Ne nasce un ambiente inusuale e funzionale al tipo di proposta. La figlia è in prigione perché coinvolta in una rapina in villa, finita male per l’imperizia dei criminali. La moglie ha ucciso l’amante del marito, una ragazzina giovanissima, quasi una bambina. La madre esalta una giovane bellezza, detta Principessa, ma, nello stesso tempo, ne causa la rovina.

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Io amo la morte, come voi amate la vita

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Io amo la morte, come voi amate la vita

Secondo spettacolo proposto dal Teatro Nazionale di Genova nell’ambito della venticinquesima edizione della Rassegna Drammaturgia Contemporanea. Presentata al Teatro Mercato, la piece del sessantacinquenne franco algerino Mohamed Kacimi nel 2017 è stato uno dei testi più contestati della sezione Off del Festival di Avignone (fondato nel 1947 da Jean Vilar, è il più antico festival esistente in Francia). Le ragioni possono essere molteplici, ma la più importante è probabilmente legata al dialogo tra terrorista e negoziatore che viene portato avanti con un tono dialettico mai troppo drammatico, in cui ai due viene fornita pari dignità. Sono simili come origini (entrambi nati in Francia ma ancora radicati nella cultura islamica) e, probabilmente, come percorso all’interno della società. Non siamo di fronte ad un estremista che ha maturato certe scelte da sempre, ma ad un uomo piantato dalla moglie diciassettenne che gli ha fatto vedere la vita in maniera differente, prendendo posizioni per recuperare fiducia in se stesso. L’uomo è conscio che se abbandona il suo appartamento, per lui sarà difficile rimanere in vita. Per 32 ore cerca di ottenere garanzie dal suo coetaneo, ventitreenne che ha fatto una scelta di vita diametralmente opposta alla sua. Crede e accetta certe proposte per poi immediatamente rimangiarsele, chiede della madre forse per interrompere un attimo questa sua agonia, si fida di un uomo di cui non vede il volto e che capisce non essere in grado di fare concessione perché ultima pedina di un gioco in cui lui è un obbediente esecutore. Il testo è tratto dalla trascrizione degli ultimi scambi del terrorista Mohamed Merah (che aveva ucciso sette persone, tra cui tre bambini ebrei 2012 assieme al loro padre a Tolosa) con la polizia Raid (corpo speciale d’oltralpe di teste di cuoio), pubblicata su Liberation. Bravissima è stata Barbara Alesse - che ha curato traduzione, adattamento e regia del testo - nel riuscire a creare una giusta tensione senza mai volere calcare troppo sul tema principale (le uccisioni di innocenti) preferendo creare empatia coi personaggi pur rimanendo supra partes. Ottima l’idea di creare l’ambientazione utilizzando plastica trasparente (è un cubo alto come il palcoscenico dove è relegato il terrorista) che da ogni angolazione fa vedere i movimenti dei due attori, dei due antagonisti che divengono forse anche un po’ amici. Inizialmente, i due sono esteriormente molto dissimili: uno vestito in camicia bianca e cravatta, l’altro come uomo della periferia povera; poi il primo perde certe connotazioni esterne e diviene ancora più simile al terrorista. L’illuminazione – ed il buio – si alternano e sottolineano i vari momenti drammaturgici. No effetti speciali ma luci – ottimamente create da Aldo Mantovani - che sanno donare tensione. A questi si aggiungono suoni di sirene, boati quando la Polizia fa saltare in alto la Megane del terrorista, rumori vari ottimamente calibrati da Edoardo Ambrosio. 

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Fly Me to the Moon

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Fly Me to the Moon

Fly Me to the Moon rappresenta una buona scelta per il ritorno al teatro, per riavvicinare gli spettatori alla magia della recitazione dal vivo, per condividere assieme agli attori emozioni che rischiavamo di dimenticarci. L’occasione è data dall’Inaugurazione della 25ma Rassegna di Drammaturgia Contemporanea, appuntamento con testi a volte complessi, con strutture narrative che spesso ricercano nuove forme di espressione. Quest’anno solo tre titoli – Covim 19 ha costretto a dure rinunce gli organizzatori – con temi e situazioni molto diverse tra loro. Marie Jones, irlandese di Belfast nata nel 1951, è una commediografa che ha saputo come poche raccontare la normalità o, meglio, situazioni che avvengono frequentemente tanto che ormai siamo abituati ad accettare queste anomalie. In questa commedia del 2012 proposta con successo anche oltreoceano conferma la sua preferenza per storie in cui le donne siano protagoniste, soprattutto quelle di ceto operaio o, in questo caso, assistenti sociali (forse meglio definirle badanti) al livello della sopravvivenza a causa di emolumenti molto bassi. Quarantenni, a casa li aspettano mariti senza lavoro e figli che poco fanno per aiutare il budget familiare. Sono persone forti ma che hanno momenti di scoramento in cui sognano cose impossibili (anche se occorrerebbero poche centinaia di sterline per realizzarle) alternando momenti di complice goliardia ad altri in cui il peso delle responsabilità casca loro addosso come macigni. Accudiscono Davy, un ottantaquattrenne appassionato di Frank Sinatra (ha anche una foto con dedica) e lo fanno senza onore né ignavia: per loro è un lavoro e poco sanno davvero sull’anziano loro affidato. Una mattina come tante l’uomo è in bagno, ma questa volta ritarda ad uscire, anzi, non esce proprio.

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TEATRO NAZIONALE DI GENOVA

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Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa

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Questo impegnativo progetto artistico, per la sua realizzazione, ha richiesto l’unione di varie entità con modi differenti di intendere l’Arte, linguaggi che hanno trovato un equilibrio all’interno di uno spettacolo di circa 70 minuti in cui l’unico protagonista ‘visibile’ si addossa il peso di una drammaturgia composita e complessa, in grado di creare tensione e capace di raccontare psicosi comuni a molte persone. 

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Fondazione Teatro Piemonte Europa, Nordisk Teaterlaboratorium, Gitiesse Artisti Riuniti con il sostegno di Centro Coreografico Körper

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Miss Marple – Giochi di prestigio

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Recensito sulla rappresentazione al Teatro alla Pergola di Firenze del 15 gennaio 2019
Ogni riferimento con Agatha Christie è del tutto casuale. O, meglio, uno dei romanzi in cui la componente del giallo non era così centrica, è stato privato anche di quel minimo che ci potrebbe fare ricordare la grande autrice inglese quale base per questa commedia, primo tentativo di portare a teatro in Italia la straordinaria scrittrice. 

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Compagnia Gli Ipocriti Melina Balsamo diretta da Roberto Andò

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Axto

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Giunti alla terza collaborazione artistica, Emanuele Conte e Michela Lucenti hanno unito le proprie forze, la creatività, le tecniche diverse di fare spettacolo in una drammatizzazione che è ormai entrata saldamente nel repertorio del teatro genovese, quella sempre più innovativa entità culturale che assieme al Balletto Civile sono l’anima della rilettura della vicenda mitologica che coinvolgeva Minosse ed il Minotauro. 

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Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Balletto Civile Artisti In Piazza - Pennabilli Festival

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Supermarket – A Modern Musical Tragedy

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E’ abbasanza raro che un teatro come lo Sabile di Gemova inserisca nel suo ptogamma un musical come Supermarket – A Modern Musical Tragedy di  Gipo Gurrado. 

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ELSINOR CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE

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