52mo Karlovy Vary International Film Festival - Pagina 2

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52mo Karlovy Vary International Film Festival
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The Big SickPer la serata di apertura della edizione 52 del KVIFF è stato scelto un film interessante e, a tratti, originale che difficilmente otterrà il grande successo di pubblico. The Big Sick di Michael Showalter, diretto dal comico americano Michael Showalter la cui opera del debutto – anche come sceneggiatore ed interprete - è stato l’interessante The Baxter (2005). Un Baxter, come definito dal film, è il ragazzo simpatico e noioso che in una commedia romantica viene lasciato alla fine della storia per il protagonista. Fa vedere come il Baxter viene abbandonato ambientando la sua scalogna in diversi tipi di commedia romantica. Tutto ruotava attorno alla vita di Elliot Sherman durante le due settimane prima del suo matrimonio, mentre combatte duramente la maledizione del destino di perdente. In questa occasione, si è messo completamente a disposizione del collega di cabaret ed amico Kumail Nanjiani che assieme alla moglie Emily V. Gordon ha scritto la sceneggiatura. È una pellicola romantica che parla in maniera autobiografica del corteggiamento tra Kumail ed Emily. Da notare che lei, prima di lavorare come sceneggiatrice (suoi diversi testi per la televisione), faceva la terapista per coppie e da questa sua esperienza ha tratto la capacità di conosce anche dal di dentro le crisi sentimentali. Il film ha avuto la sua prima mondiale al Sundance Film Festival il 20 gennaio 2017 e uscirà nelle sale a fine luglio. La tradizionale famiglia musulmana pakistana dell’uomo è insoddisfatta del suo rapporto con Emily, una donna bianca americana che non ha nessuna caratteristica che possa andare bene a loro. La madre gli continua a presentare ragazze perfette e lui archivia le loro foto in uno scatolone. Quando Emily sparisce nel nulla, per lui è difficile difenderla e continuare ad amarla. Lei era scomparsa perché, affetta da grave malattia, non voleva farlo soffrire. La donna in coma, lui l’affianca per seguirla continuamente in ospedale ai parenti e, alla fine, il doppio lieto fine della guarigione e del matrimonio. La sceneggiatura ha la stessa causticità ebraica, ci si diverte in certi momenti fino alle lacrime per poi farsi trascinare nel dramma dei protagonisti. Il film diviene un po’ ostico perché basato su dialoghi che intensamente riempiono le sue due ore di durata, ma non perde mai attrattiva ed interesse. Kumail Nanjiani come attore è capace di rara umanità. Un viso attonito e da buono, la certezza che l’amore trionferà su tutto. È incredibilmente attivo in televisione ed è una stella del cabaret. Pakistano di nascita, trentanovenne, a diciotto anni si è trasferito negli Stati Uniti studiando in Arts School ma rimanendo molto legato alle tradizioni. Il ruolo di Emily è stato affidato alla bravissima Zoe Kazan candidata anche agli Emmy e di grande capacità espressive. È una donna comune che l’amore – e la grave malattia – trasformano in un’eroina. Tutti gli altri sono stati scelti molto bene.

Ogni anno si attende quale sarà l’idea per creare uno spettacolo d’apertura coinvolgente: questa volta si è giocato sul horror (anche i cambi di immagini avvenivano cancellandoli col sangue) creando anche il balletto iniziale in maniera intelligente ed originale. Mentre l’orchestra sinfonica suonava i temi più adatti, sedici ballerine appese sul sipario, inserite in file di quattro per quattro in buste trasparenti, hanno interpretato una coreografia verticale di ottima presa raffigurando le vittime di qualche pazzo violentatore ed uccisore di vergini. Tra i tanti ospiti gli attori Uma Thurman e Casey Affleck oltreché l’otto volte candidato all’Oscar, il musicista James Newton Howard.
F.F.