54mo Karlovy Vary International Film Festival - Pagina 6

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54mo Karlovy Vary International Film Festival
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MV5BMGU3ZDc5NjItNDM4NC00ZDcxLTgxYjktZmQ5Njc3ZDY1MmI3XkEyXkFqcGdeQXVyOTA0NDg0Mw. V1 SX1777 CR001777966 AL Akher Ziyarah (L’ultima visita) viene dall'Arabia Saudita e utilizza un incontro di famiglia come sfondo: Il film adotta un approccio realistico alla discussione sulle tradizioni islamiche mentre esamina la vera natura dell'amore paterno: è un’attenta analisi sulle divisioni spesso insanabili tra chi vive in contesti rurali e chi nella più permissiva Riyadh. Conosciuto soprattutto come autore televisivo, Abdulmohsen Aldhabaan ha maturato la sua esperienza di regista con vari corti e un paio di titoli per il piccolo schermo. Prima di dedicarsi al cinema quale autore, ha lavorato come giornalista e critico cinematografico in Arabia Saudita. Il taglio narrativo è scarno, senza fronzoli e dà la sensazione che, conoscendo bene i meccanismi della cronaca, abbia saputo meglio raccontare una realtà sociale mai volendo giudicare. Il film è raccontato in uno stile realista e inizia con un viaggio seguito nella sua normalità, ma mentre si sta recando ad un matrimonio, chi guida viene a sapere che suo padre sta morendo. Cambia immediatamente strada e si dirige subito con il figlio adolescente Waleed nella piccola città che il padre non ha abbandonato in tutta la sua lunga vita. Le consuetudini, le tradizioni, i diktat religiosi rigorosamente rispettati che incontrano in questo ambiente iniziano a influenzare negativamente la relazione tra il figlio che non accetta il cambiamento ed il genitore che immediatamente si adegua.
4af4-hluche-dnyHluché dni (Giorni silenziosi, 2019) - Repubblica Slovacca, Repubblica Ceca -  fino ad ora il migliore film visto ed è un bel esempio di come la rassegna East to West possa essere contenitore di grandi temi trattati in maniera approfondita senza per questo perdere mai ritmo e godibilità. I protagonisti delle quattro storie qui raccontate hanno tutti i loro sogni e desideri. Ma hanno anche qualcos'altro in comune: vivono ai margini della società in un mondo privato chiuso dall'esterno - ancor più dal momento che non riescono a sentire. Le realtà raccontate dal regista Pavol Pekarčík – al suo attivo il bellissimo documentario Zamatoví teroristi (Velvet Terrorist, 2014) – sono anche condizionate dalla povertà accettata come voluta dal destino e mai realmente combattuta. Sandra è una calciatrice quattordicenne che sogna di incontrare Ronaldinho di cui indossa la maglia, Marian ama vedere i treni, Alena e Rene condividono le emozioni dell’ultima che è incinta, i tre fratelli Roman Kristian e Carmen non sono seguiti dai genitori e giocano in luoghi pericolosi quali case abbandonate attraversando fiumi su passerelle insicure e salendo in alto su alberi senza nessun tipo di precauzione. Si parteggia per questi giovanissimi, veri eroi che cercano con poco o senza aiuto di potere realizzare i loro sogni, soprattutto di non essere ostaggi del proprio handicap. In un film che prende parte al KVIFF sia alla sezione fiction che al documentario, Pavol Pekarčík lascia liberi i suoi giovani attori e riesce a creare abilmente trame che riflettono le loro vite interiori. (F.F)