7mo Festival Internazionale del Film di Roma - Pagina 7

Stampa
PDF
Indice
7mo Festival Internazionale del Film di Roma
Pagina 2
Pagina 3
Pagina 4
Pagina 5
Pagina 6
Pagina 7
Pagina 8
Pagina 9
Tutte le pagine

ixjanaCome spesso accade ci sono momenti alti e momenti bassi in molti Festival. Oggi, a Roma si è toccato il punto più basso. Due i film in concorso a contendersi la palma del peggiore. Dalla Polonia il film diretto dai due figli di Jerzy Skolimowski, Józef, che si è occupato anche delle musiche, e Michał, autori della sceneggiatura. Protagonista di Ixjana, Marek, un giovane scrittore che ubriacatosi durante una festa si chiede come il suo miglior amico possa essere morto quella stessa notte. Vive incubi nei quali lui è l’assassino dell’amico, e si convince di esserlo. Sennonché ritrova l’amico e sembra mettersi l’anima in pace. Poi scoppia un litigio e lo accoltella. Questa volta è sicuro di averlo ucciso e cerca aiuto da un’amica comune, una veggente. Con lei ha una rapporto sessuale, e non è l’unico durante il suo arrovellarsi che include incontri misteriosi e il ritrovamento dell’amico che chiede l’elemosina per strada. Inutile la ricerca di un filo rosso in un racconto troppo confuso anche per rappresentare un incubo e con un protagonista, Sambor Czarnota, molto famoso in patria, ma che ostenta sempre la stessa espressione. Meglio l’amico Arthur, Borys Szyc, anche se in un ruolo più defilato. Dura 98 minuti.
e-la-chiamano-estateInsopportabile anche il film italiano E la chiamano estate di Paolo Franchi. Premiato per i primi due film, La spettatrice e Nessuna qualità agli eroi, il regista si presenta con un film sull’alienazione di uno scrittore irresoluto (Jean-Marc Barr), innamorato folle della donna con la quale convive (Isabella Ferrari) e con la quale ha deciso di non aver rapporti fisici. Rinuncia a lei, partecipando però ad ammucchiate o intrattenendosi con prostitute. Non solo, ma è alla ricerca di quelli che sono stati i suoi uomini per tentare di conoscere meglio la sua compagna attraverso il racconto degli altri. Quelli che incontra, però, non parlano e lo snobbano. Giocando con immagini a volte sfocate, con ambienti moderni, sguarniti e luminosi, Paolo Franchi descrive rapporti sessuali collettivi. Quasi volesse indicare che nell’abbrutimento di rapporti mercenari il protagonista è alla ricerca di sé stesso.
bullet-to-the-headA questo punto, benvenuto Mr. Walter Hill, che fuori concorso ha presentato l’ultimo film interpretato da Sylvester Stallone, Bullet to the Head (Pallottola in testa). Va detto subito che è un film violento, ma si stacca dalle serie Tv per l’interpretazione ironica di Stallone nei panni di un sicario avanti con gli anni e a modo suo leale. Si chiama Jimmy Bobo e lavora a New Orleans dove su incarico di persone non del tutto raccomandabili elimina criminali della peggiore specie. Quando per forza di cose si trova ad operare con un poliziotto di Washington di origine coreana, (Sung Kang) si vedrà portato a insegnare il mestiere al giovanotto i cui metodi pacifici non risolvono niente e lo situano nel mirino di poliziotti corrotti che vorrebbero eliminarli tutti e due. Li unisce il fatto che stanno cercando lo stesso criminale che ha ucciso un collega dell’agente e un amico del sicario. Ovviamente i comportamenti divergono, ma Jimmy risulta spesso provvidenziale per la salvezza del poliziotto, inoltre ha una figlia in una boutique di tatuaggi la quale ha fatto un anno di medicina e risulta indispensabile per ricucire le ferite del giovane poliziotto. L’action thriller dura 92 minuti, promette e mantiene fuochi d’artificio, ma soprattutto riconcilia il pubblico con l’anziano Sly, caustico e disincantato. Nel cast anche Sarah Shani e Christian Slater.