52° Semana Internacional de Cine

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Reportage dal 52ma Semana Internacional de Cine di Valladolid, a cura di Furio Fossati.

ImageSi e' inaugurata venerdì 26 ottobre la 52esima edizione di de la Semana Internacional de Cine di Valladolid, capoluogo della bella regione spagnola di Castilla y Leon, e c'e' subito una ghiotta indiscrezione per la serata di chiusura. Sophia Loren sarà presente per consegnare al produttore Aurelio Grimaldi, di cui sono presentati in una bellissima retrospettiva oltre 20 titoli da lui stessi scelti, il riconoscimento alla carriera. Di questo evento nell'evento ci occuperemo in altre corrispondenze, quando saranno esattamente definiti tutti i punti (potrebbe anche partecipare a un paio di incontri con pubblico e critica internazionale). Valladolid non smentisce la sua fama di Festival dotto in cui si da' molto spazio anche alla vera cultura con percorsi tematici di grande interesse. Nella rassegna dedicata ai grandi costumisti spagnoli dagli anni '40 ad oggi sono presentati una ventina di titoli con opere dirette tra gli altri da Pedro Almodovar, Gabriel Ochoa, Jan Antonio Bardem, Carlos Saura. Gli stessi costumi visti sullo schermo animano una ricca mostra in cui si possono toccare con mano (e' un modo di dire...) la bellezza di quanto passato sul grande schermo. Uno delle più interessanti rassegne e' intitolata Tiempo de Historia con oltre venti titoli e un premio assegnato da una giuria di studiosi di storia e sociologia.

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Psiche americana

Il tema e' sviluppato attraverso film che trattano eventi importanti quale l'11 settembre (American pysche di Paul van den Boom) o sociologicamente impegnati quale Argentina Latente di Fernando Solanas. Nel ciclo dedicato ad Aurelio Grimaldi si possono vedere, oltre ad alcuni spaghetti-western, genere praticamente inventato da lui, titoli del livello di Ultimo tango a Parigi (1972) e Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci, Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle mille e una notte (1974) di Pier Paolo Pasolini, Queimada (1969) di Gillo Pontecorvo, Cadaveri eccellenti (1976) di Francesco Rosi, Non toccate la donna bianca (1975) Marco Ferreri, Un tranquillo posto di campagna (1968) di Elio Petri, Il Casanova di Federico Fellini (1976), Tobby Dammit (episodio di Tre passi nel delirio, 1967) e Fellini – Satyricon (1969) di Federico Fellini. Per ultimo abbiamo lasciato Sergio Leone, che in Aurelio Grimaldi ha avuto un padre putativo, di cui vedremo Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto e il cattivo (1976). In Punto de encuentro oltre 15 titoli che trattano il tema dell'incontro, anche con lo splendido e premiatissimo documentario-intervista Ingmar Bergman - 3 dokumentärer om film, teater, Fårö och livet av Marie Nyreröd (L’isola di Bergman, 2004) che Marye Nyerrod ha dedicato al grande regista svedese. In Cine a juicio, riservato ai temi della giustizia, vista sotto varie angolazioni, compresa la commedia, vi sono ghiotti titoli quali La costola di Adamo (Adam’s Rib, 1949) di George Cukor, ma non mancano altrettanto valide opere di Billy Wilder, Sydney Lumet, Otto Preminger, Stanley Kramer, Andrzej Waida; per ultimi abbiamo lasciato gli italianissimi Salvatore Giuliano (1961) di Francesco Rosi e Sacco e Verzetti (1970) di Giuliano Montaldo.

 

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Argentina latente

Argentina latente
Poiché a Valladolid esiste una delle più importanti scuole di cinema della Spagna, l’ESCAC, saranno proiettati anche svariati lavori realizzati dagli allievi. Per concludere questa breve carrellata sui cicli collaterali, si sta dimostrando di grande interesse una carrellata dei migliori film spagnoli della stagione 2006/2007 non ancora circuitati a livello internazionale: un intelligente modo per fare conoscere ai tanti inviati stranieri, compratori, produttori e registi presenti un cinema che a tratti, raggiunge l'eccellenza. Tuttavia, il piatto forte, come in ogni Festival che si rispetti, e' la sezione ufficiale che comprende 22 lungometraggi di cui 17 in concorso oltre un'altra, parallela, dedicata ai corti.

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Persepolis

Si e' aperto con il perfetto film d'animazione Persepolis Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud che riesce a coniugare i problemi del Iran da ieri (lo Scià) ai giorni nostri attraverso la crescita culturale, lo sviluppo fisico e sessuale di una ragazzina che diviene donna attraversando i problemi di tutti i ragazzi del mondo con l'aggiunta di limitazioni religiose a tratti quasi impossibili da sopportare. L'Italia e' rappresentata da Centochiodi di Ermanno Olmi (applausi alla fine della proiezione dedicata alla stampa accreditata), ma tra i titoli vi sono titoli interessanti quale My Blueberry Nights (La mia notte al mirtillo) film cinese di Wong Kar-Way interamente girato negli Stati Uniti con star del calibro di Jude Law, Natalie Putman e Norah Jones, Le voyage du ballon rouge (Il viaggio del palloncino rosso)una curiosa coproduzione franco – tailandese diretta dal cinese Hou Hsiao Hsien. In chiusura, fuori concorso, l'Ang Li di Se, Jie (Attenzione, lussuria) di cui riferiremo nei prossimi interventi. Poiché i Festival sono fatti anche di numeri, enumeriamo alcuni freddi dati: la proiezione degli oltre trecento titoli sono ospitate da undici sale, i giornalisti presenti sono oltre duecento, la macchina organizzativa impiega più di 100 persone, gli abbonamenti alle proiezioni sono andati letteralmente a ruba, per comperare i pochi biglietti rimasti per le proiezioni serali si vedono code di decine di persone alla caccia più di una speranza che non della sicurezza di assistere al film. Un minimo di colore bisogna pur farlo e, quindi, ecco alcune note sulla serata d'apertura. Una decina di gruppi musicali animavano la città, palloni di incredibile grandezza illuminavano tutte le vie del centro storico, erano presenti un centinaio di fotografi, una decina di televisioni e, pensate un po', i giurati hanno avuto l'onore della red carpet come gli attori e registi presenti, con tanto di foto, interviste televisive e grandi applausi dei numerosi presenti: sinceramente, nella mia ormai lunga carriera di critico non mi era mai capitato...