31 Ottobre 2012
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34° Festival Cinéma Méditerranée di Montpellier |
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Sito ufficiale del festival: http://www.cinemed.tm.fr/
34° Festival du Cinéma Méditerranéen de Montpellier
Il festival Cinemed di Montpellier è una di quelle piccole manifestazioni che contribuiscono in modo sostanziale a dare corpo ad una cultura cinematografica profonda. E’ una rassegna dedicata a un’area specifica, quella del cinema prodotto nel vasto bacino dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, che è giunta alla 34ma edizione.
Comprende molte sezioni, quella competitiva si è aperta con Les Chevaux de Dieu (I cavalli di Dio) del regista d’origine marocchina, ma nato a Parigi, Nabil Ayouch. Il film disegna il percorso di tre ragazzi che, dalla miseria della bidonville di Casablanca, li porta - attraverso vicende personali diverse, ma confluenti - a offrirsi come kamikaze per uno degli attentati, in cui furono coinvolti ben quattordici uomini bomba il 16 maggio 2003 causando quarantacinque morti, tra cui un italiano. Il regista descrive lucidamente il percorso compito da questo giovani, dai giochi giovanili all’approdo al fanatismo religioso con note molto efficaci ad esempio per ciò che riguarda il rapporto con le donne, madri comprese. Ciò che manca al film, ma non ne inficia minimamente il valore politico, è un pizzico d’originalità in una narrazione che si plasma sui percorsi classici delle opere a forte denuncia sociale, ma non eccelso valore espressivo. Un film molto importante e significativo, sia per l’origine che per il quadro che disegna, ma abbastanza tradizionale dal punto di vista dello stile.
E’ un discorso che vale anche per Yossi dell’israeliano Eytan Fox. Qui un chirurgo omosessuale vive il lutto per la morte, anni prima, di un suo amante. Entrambi militari dell’esercito di Davide durante l’invasione del Libano, erano sentimentalmente legati quando uno cadde in battaglia. Il medico sopravvissuto non riesce a trovare pace rifugiandosi in masturbazioni su filmati catturati su internet o incontri occasionali. Tutto questo cambia con l’incontro casuale, durante una vacanza a cui è stato costretto dalla direzione dell’ospedale, con un gruppo si soldati in licenza, uno dei quali dichiaratamente gay. E’ l’inizio si una nuova relazione, dall’avvio non facile e piuttosto tormentata, ma che schiude nuove possibilità di vita. E’ un film a tesi in difesa dell’omosessualità e una storia d’amore abbastanza tenera, ma anche prevedibile. L’esposizione ha qualche cosa in comune con quella delle riviste patinate, con splendidi paesaggi solari, corpi teneramente accarezzati dalla macchina da presa, snodi abbastanza prevedibili. Un film ben confezionato, ma decisamente tradizionale.
U.R.
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