7mo Festival Internazionale del Film di Roma - Pagina 4

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7mo Festival Internazionale del Film di Roma
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ritorno al 1942In concorso si è visto un film cinese. Assente dal catalogo in quanto proposto come film sorpresa, Yi Wu Si Er (Ritorno al 1942) del regista pechinese Feng Xiaogang, 54 anni e più di 15 film realizzati, è una tragedia lunga 144 minuti prodotta da Hong Kong. Ricostruzione colossale di drammi personali sullo sfondo della carestia che si abbatté sulla regione dell’Henan, che stava per essere invasa dai giapponesi, è la cronaca di un esodo durato mesi lungo centinaia di chilometri per raggiungere Luoyang. Ed è girato su due livelli, quello del popolo affamato che cerca la salvezza in una terra più fertile, e quello dei militari e dei politici che decidono la sorte del popolo. I destini del popolo dell’Henan si aprono con la protesta dei contadini contro il signore che ammassa frumento e bestiame, seguito da uno scontro sanguinoso, e con la fuga di ricchi e poveri verso ovest. Affamati, bombardati da aerei giapponesi, respinti dai maggiorenti dello Shanxi, i fuggitivi lasciano morti lungo il cammino e perdono ogni connotazione di classe. Sopravvivono i più fortunati, i più forti e i più furbi. E il regista non lesina scene di massacri. I militari, fra cui anche il generale Chiang Kai-shek, muovono i fili. Non solo loro, ma anche politici e amministratori locali in eterno conflitto, qualche diplomatico, alcuni sacerdoti e soprattutto un audace e spericolato fotografo americano che con i suoi reportage riesce ad attirare l’attenzione del generalissimo sulle stragi degli esuli. Senza entrare nella descrizione dei drammi personali va detto che il film sarebbe stato più adatto per tre serate in Tv da 48 minuti, anche se le scene cruente lo consiglierebbero per una fascia protetta. Ed è chiaro che Feng Xiaogang non ha niente da imparare da Raffaele Matarazzo, anche se a suo beneficio va il fatto che i drammi descritti, dalle miserie della sudditanza alla vendita dei figli, rientrano nella tradizione cinese. Tratto da un romanzo di Zhenyun Liu, che ha scritto la sceneggiatura, il film è interpretato da Fan Xu, Adrien Brody, Daoming Chen, Tim Robbins.  
sposeBizzarro, a volte spiazzante, sicuramente celebrativo, il film russo in concorso, che farà la gioia degli etnologi. Nebesnye ženy lugovykh Mari (Spose celesti dei Mari della pianura) di Alexey Fedorchenko è una raccolta di ritratti femminili. Dedicato ai Mari, etnia ugro - finnica della Russia centrale, ne descrive comportamenti tradizionali attraverso il trascorrere delle stagioni. A contarle sono ventitré storie, ventitré ritratti e frequenti descrizioni di antichi riti ancora praticati nei boschi. Non senza uno spiccato senso dell’humour che caratterizza il profilo di molte contadine, e qualche spunto eccentrico, il regista dedica larga parte del film a comportamenti sessuali, pratiche sataniche e feste contadine. Scene più che storie, popolate da giovani donne vivaci e intraprendenti, che durante le celebrazioni indossano originalissimi e variopinti costumi, si protraggono per 106 minuti sullo sfondo di paesaggi boschivi, di distese pianure e villaggi innevati.
aspettado il mareDalla Russia anche un altro film epico, presentato fuori concorso. V ozidanii morja (Aspettando il mare), prodotto da Belgio, Francia, Germania, Kazakistan, Russia. Diretto da Bakhtiar Khudojnazarov, regista di Luna papa, il film prende spunto da un fatto eccezionale che si produsse anni fa, l’evaporazione del lago d’Aral. Parlato in kazako e in russo, film narra il naufragio del battello di un giovane capitano investito da una tempesta di sabbia.  Muoiono tutti, inclusa la sua fidanzata, ma lui si salva, e andrà in prigione. Quando ne esce, la gente del villaggio l’aggredisce e l’insulta. Lui, però, ha un’idea precisa. Vuol portare al mare il battello rimasto arenato nel deserto di sabbia dove un amico d’infanzia gestisce un piccolo aeroporto. Considerato pazzo da tutti, tenterà l’impossibile per riuscire nell’impresa. Sostiene anche che la sua ragazza è ancora viva e che il battello navigando lo porterà su qualche riva dove lei è stata salvata. Questo gli vieta di accettare la corte appassionata della sorella minore della ragazza. Corredato anche da piccole storie di altri abitanti del villaggio, il racconto è imperniato sulla determinazione del capitano Marat e sugli sforzi quotidiani e sulle invenzioni per muovere il battello. Bellissimo il paesaggio servito da un’ottima fotografia, vivaci i personaggi, leggermente ripetitivo il disegno per far muovere l’imbarcazione sulla sabbia. Dura 109 minuti e vanta bravi attori: Egor Beroev, Anastasia Mikulchina, Detlev Buck, Dinmukhamet Akhimov.