Festival di Setubal 2012

Stampa
PDF
Indice
Festival di Setubal 2012
Pagina 2
Pagina 3
Pagina 4
Pagina 5
Pagina 6
Pagina 7
Tutte le pagine

28°Festroia

Festival Internacional de Cine Setubal  - Portugal - 21 - 30 settembtre 2012

 

http://www.festroia.pt

alt

 Il festival portoghese di Setúbal (Festroia) compie ventotto anni festeggiandoli con ritorno nel teatro Luisa Todi dopo tre anni di lavori di ristrutturazione. Questo spazio ha una storia gloriosa, nato alla fine dell’ottocento come teatro privato è passato nelle mani nell’amministrazione municipale negli anni sessanta che l’ha sottoposto a una prima ristrutturazione mirando a farne un grande cinema. Tre anni or sono è stato avviato un secondo rimaneggiamento radicale che ha svuotato il fabbricato, mantenendone le linee essenziali per trasformarlo in sala polivalente. Sono stati anni di sofferenza per il festival che ha qui da tempo la sua sede principale e che ha dovuto arrangiarsi, prima, in un grande tendone posto nella piazza su cui si affaccia la magnifica Chiesa del Gesù, poi, per due anni consecutivi, nell’auditorio di un istituto religioso. Con queste premesse il ritorno alla casa madre è stato salutato con grande piacere e rinnovato entusiasmo per una manifestazione che fa dell’oculatezza amministrativa una regola di vita. La rassegna, la cui parte competitiva è dedicata alle nazioni che producono meno di una trentina di titoli l’anno, è stata aperta da un film croato: Ljudozder vegetarijanac (Cannibale vegetariano) di Branko Schmidt.

vegeterian cannibal_posterE' il ritratto di un ginecologo corrotto e carrierista , complice di trafficanti di droga e tenutari di bordelli, arrogante con gli inferiori che non cedono alle sue voglie, viscido con i superiori. Potrebbe essere un interessante quadro della nuova classe dirigente partorita dallo smembramento dell'ex Jugoslavia e dall'invasione della cultura del successo ad costo. Potrebbe, se il regista non cedesse alla tentazione di costellare la storia d'immagini raccapriccianti, come quelle di feti estratti dall'utero a pezzi, e se l'interprete non scambiasse il bel recitare con gesti inconsulti e smorfie varie. Un colpo mortale al film lo da un montaggio nevrotico in cui la camera a mano sembra impazzire senza controllo, allineando immagini monche, deliranti, scarsamente espressive.

love is loveGiusto il contrario di quanto capita in Láka je láka (L'amore è amore) del regista ceco Milan Cieslar. Il film ruota attorno a due figure centrali: Una giovane non vedente e suo nonno. Entrambi sono alla ricerca dell'amore, la ragazza lo trova in un gitano che deve abbandonare per le proteste dei parenti, l'anziano si accompagna a una vicina di casa già in preda all'Alzheimer. La giovane raggiungerà la felicità dando alla luce un piccolo dalla pelle scura, l'anziano ritroverà sesso e amore poco prima di morire. E' un film pieno di buoni sentimenti, incitamenti alla tolleranza, ma notevolmente stucchevole e del tutto televisivo sia per la qualità delle immagini, sia per la superficialità con cui affronta, meglio finge di affrontare, temi di grande spessore.

der verdingbubMolto importante è anche l'argomento affrontato da Der Verdingbub (L'adottato) dello svizzero Markus Imboden. Negli anni trenta nella Confederazione Elvetica era in uso affidare in adozione a famiglie contadine gli orfani o i bimbi sottratti ai genitori per ragioni legali. In realtà questi piccoli diventavano veri e propri servi, costretti dalle famiglie affidatarie a svolgere i lavori più umili, a faticare sui campi ore ed ore e ad essere trattati come schiavi. Max è uno di questi poveri derelitti, il suo unico bene è una fisarmonica, regalatagli dalla madre naturale, e che lui suona benissimo. Capita in una fattoria gestita da un padre – padrone tirannico e alcolizzato che tratta moglie e figlio come cose sue di cui disporre a proprio piacimento. Gli eventi si complicano quando la famiglia riceve in adozione una ragazzina che il rampollo di casa violenta e mette in cinta. Finale all'insegna dell'ottimismo con il ragazzo che fugge in Argentina ove diventa un musicista di successo. La didascalia iniziale ricorda che questa è solo una delle molte storie vere accorse in quegli anni, ma il film non ha la forza né di indagare a fondo il periodo storico – i contadini non erano meno vessati e malandati dei piccoli schiavi – né di sviluppare e a fondo le psicologie dei protagonisti che restano stereotipi i cui gesti sono del tutto prevedibili.

U.R.

nocni_brodovi-mirkovicTra le varie sezioni presenti nel Festival quelle dedicate al thriller europeo ed alle opere prime (competitiva) hanno particolare interesse, rispettivamente con dodici e undici titoli. Il lavoro di Fernanda Silva assieme ai suoi collaboratori ha permesso di creare ulteriore motivo di interesse per una rassegna divenuta punto di riferimento nell'attività culturale portoghese. Nocni brodovi (Navi della notte) è un film di produzione croata (paese ospite di questa edizione) film del debutto nel lungometraggio del quarantasettenne Igor Mirkovic, giornalista e documentarista. Narra con delicatezza, ma non sempre con grande efficacia, di un amore senile nato all'interno di una bella struttura per anziani.Helena è una donna legata al ricordo del marito con un figlio fallito che si è trasferito in Australia rubandole tutto quello che aveva, Jakov un uomo che ha trascorso la sua vita girando locali jazz suonando il sax per terminare come guidatore di taxi. Si incontrano, si piacciono, trascorrono tre giorni e tre notti ad organizzare come adolescenti sognatori la fuga. Scappano, raggiungono la casa di un amico di lui, gli rubano l'auto e iniziano un lungo viaggio attraverso strade secondarie per raggiungere il mare e potersi imbarcare per l'Italia. Dormono in auto, terminano i pochi soldi che hanno, incontrano persone che li aiutano, vivono un'intensa esperienza assieme. Raggiungono il porto d'imbarco, lui trova il denaro necessario per i biglietti suonando assieme a musicisti di strada, ma il sogno si avvererà solo per uno. Ana Karić e Radko Polič, attori settantenni poco noti a livello internazionale, sono gli splendidi interpreti; a loro si deve l'impresa non facile di evitare la trasformazione dei loro personaggi in due eroi senza ritorno di un melodramma scontato. Perfetta l'ambientazione nella residenza protetta, vari personaggi marginali (quale la compagna di camera di Helena)) disegnati in maniera perfetta.Quello che manca è la credibilità di tante situazioni, soprattutto durante i giorni in cui viaggiano verso il mare: si ha la sensazione che il regista abbia apportato dei tagli togliendo chiarezza ad alcuni meccanismi narrativi.

2sept2011mothertheresaofcatstransitionsMatka Teresa od kotów (Madre Teresa dei gatti) film polacco del 2010, diretto da Pawel Sala, è degnamente inserito nella sezione del thriller. Basato su un avvenimento realmente accaduto che ha scioccato la Polonia negli anni '90, ha una forma narrativa accattivante e non frequente, con la stringatezza del documentario, genere da cui l'autore proveniva. Il film inizia con l'arresto dei fratelli Artur (22) e Marcin (12), in un motel di provincia colpevoli di avere brutalmente ucciso la loro madre. La storia viene raccontata a retrocedendo inizialmente a poche ore precedenti l'intervento della Polizia, per proseguire al giorno prima, a due, a tre, fino ad arrivare, attraverso uno scandire si settimane e mesi, a oltre un anno. Teresa lavora al grado impiegatizio più basso in un'assicurazione, il figlio adulto è uno spostato che domina il fratello, il padre è militare di carriera ed è da poco rientrato dall'Iraq. Oltre loro, una figlia ritardata, una ragazza che si occupa di lei e decine di gatti raccolti per strada, autentici padroni della casa. Nessuno è realmente normale, la pazzia latita ed esplode varie volte, con accuse al veterano di violenza ai figli e suo abbandono della casa, il distacco del dodicenne dalla scuola voluto dal fratello per meglio gestirlo ma avvallato per debolezza dalla madre, la psicotica mania di raccogliere gatti randagi per strada. Non vi è una vera ragione per questo omicidio, forse la noia. Interpretato dall'intenso Mateusz Kosciukiewicz, il personaggio di Artur ha assoluta normalità in ogni frangente. Gli altri sono tutti bravi e perfettamente scelti per i personaggi a cui devono dare vita.

F.F