53° Semana Internacional de Cine 2008 - Pagina 7

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53° Semana Internacional de Cine 2008
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La ventana
La finestra

La mattinata del settimo giorno del SEMINCI è stata dedicata al cinema argentino rappresentato da due autori di sicuro interesse quali Carlos Sorin e Alberto Lecchi. La ventana (La finestra) è un piccolo film che riesce a coinvolgere come pochi nel suo sviluppo drammaturgico. La storia è semplice e non completamente originale. Un anziano scrittore e proprietario terriero, ormai costretto a letto per i suoi problemi cardiaci, attende il figlio che non vede da anni e che si è imposto come valido concertista. C’è la preparazione dell’evento, attentamente coordinata dall’uomo che vuole sia tutto perfetto. La governante e la cameriera eseguono gli ordini, arriva l’accordatore che deve rendere come nuovo il pianoforte verticale su cui il figlio aveva imparato a suonare, viene tirata fuori dalla cantina una bottiglia di champagne di grande annata. Sfuggendo all’attenzione delle due donne, si alza e inizia ad addentrarsi nei suoi possedimenti tenendo in mano la flebo da cui continua a gocciolare la medicina. Per lo sforzo cade a terra, viene soccorso e riportato a casa, costretto nuovamente al letto. Giunge il figlio, accompagnato da una moglie di cui nessuno sapeva nulla e, quando incontra il medico per decidere sul futuro del padre, l’anziano evita a tutti di dovere scegliere se ricoverarlo in ospedale o tenerlo a casa. Diretto con grande bravura da Carlos Sorin, di cui ricordiamo titoli del livello de La pelicula del rey (C'era una volta un re - La película del rey), Bombon el perro (idem), Eterna sonrisa en New Jersey (Fergus O'Connel - Dentista in Patagonia) e Historias minimas (Piccole storie), il film racconta una giornata, l’ultima, di un uomo abituato a decidere e ad essere rispettato che attende la visita dell’unico figlio a cui ha rovinato la vita imponendogli di suonare (il messaggio è chiaro quando le due donne trovano un quadro fatto dall’allora ragazzo e celato alla vista di tutti, oppure quando l’accordatore toglie dalle corde soldatini di piombo probabilmente inserite dal futuro concertista per rompere il pianoforte) mentre lui desiderava dipingere. Il perfetto protagonista è l’ottantaseienne Antonio Larreta, grande autore di teatro e sceneggiatore uruguaiano qui al secondo film come attore, che dona incredibile umanità a questo personaggio difficile perché racchiude in sé il bene e il male, la pietà e l’odio, la voglia di vivere e la morte. Scherzando, ma non troppo, durante la conferenza stampa ha detto di avere impegni sia nel cinema che nel teatro per oltre quindici anni, per costringersi ad essere vivo fino alla fine dei suoi giorni e per ottenere magari qualche giorno di più su questa terra da chi da lassù può decidere tutto. 

Il vasetto
Il vasetto

Gradevole, divertente, coinvolgente El frasco (Il vasetto) diretto con mano sicura da Alberto Lecchi, cinquantaquatrenne argentino che ha imparato a fare il cinema come aiuto (oltre quaranta titoli) di grandi quali Carlos Saura, Hector Olivera e Fernando Ayala. E’ la tragicomica vicenda di un autista di corriera che percorre ogni giorno centinaia di chilometri attraverso paesini dispersi in collina e campagna. E’ taciturno, ma fa amicizia con giovane maestra che un giorno gli chiede se può portare una scatoletta di cartone a una clinica per le analisi di routine richieste dal Ministero dell’Istruzione. Ogni fermata porta con sé il prezioso oggetto, ma, alla fine, se lo dimentica in un ristorantino che dopo il suo passaggio chiude per due giorni. Non riesce a portare la scatola alla clinica, inventa una scusa con la ragazza e, quando finalmente ne rientra in possesso, vede che è stata aperta e può ammirarne il contenuto, un vasetto colmo di trasparente urina. Gli cade per terra, si spacca, lui trova altro vasetto che riempie con la propria minzione ma, quando va per ritirare l’esame, non vogliono darglielo perché il medico deve parlare con la ragazza, il cui nome era scritto sul campione, perché dall’analisi è emersa una malattia. Si sorride, ride, si parteggia per questo burbero autista di cui non si sa nulla tranne che è solo e vive un’esistenza a dir poco triste. La ragazza per lui è la speranza per un futuro diverso, ma ogni cosa che fa è sbagliata e lo porta ad allontanarsi da lei. L’happy end finale accontenta tutti. Protagonista il popolare attore argentino Dario Grandinetti ottimamente supportato dalla gradevole  Leticia Bredice, giovane attrice di grande esperienza che rende con naturalezza il ruolo della maestra dolce e grintosa al tempo stesso.

Animali da compagnia
Animali da compagnia

Pomeriggio dedicato a una divertente commedia spagnola, che ricorda nella costruzione narrativa il migliore Feydeau. Animales de compañía (Animali da compagnia) diretto ottimamente da Nicolás Muñoz, che riesce a imporre ritmo cinematografico a una scoppiettante sceneggiatura piena di piccoli colpi di scena e di grandi trovate comiche. Per il sessantacinquesimo compleanno di un designer geniale ma non molto compreso, la moglie, una famosa fotografa, organizza una serata per raccogliere attorno al marito il figlio e le due figlie. Lui cucina piatti elaborati, la figlia aspirante attrice giunge assieme a un critico che ha distrutto l’opera della madre, l’altra figlia in attesa di adottare bambino giunge assieme al marito giornalista televisivo, il figlio vive assieme ai genitori e si dedica ad innocenti canne. Accade di tutto e di più, risse varie, il mangiare che intossica il critico, la fuga dalla loro teca dei due simpatici animali da compagnia, serpenti velenosissimi. A questo si aggiungono mille altre situazioni tragicomiche con un finale esplosivo.