53° Semana Internacional de Cine 2008 - Pagina 3

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53° Semana Internacional de Cine 2008
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Kirschblüten – Hanami
Kirschblüten – Hanami

La seconda giornata del festival ha avuto inizio, contrariamente che con la proiezione di Adoration di Atom Egoyan, con Kirschblüten – Hanami di Doris Dörrie. Non conosciamo il valore del film di Egoyan, ma l’opera della Dörrie ha ottenuto unanimi consensi da critica e pubblico, a dimostrazione che anche temi difficili, sviluppati oltretutto in oltre dure ore di proiezione, possono entusiasmare. Trudi, donna vicino ai sessant’anni con marito coetaneo, viene chiamata in ospedale perché esami clinici fatti sull’uomo hanno determinato che ha pochi mesi di vita, due o tre al massimo. Il consiglio datole e’ quello di coinvolgerlo in qualcosa di avventuroso, ma lei conosce bene le tranquille abitudini del marito e ha perfino difficoltà a farlo andare in visita ai due figli che vivono a Berlino. La figlia abita con un amica, il figlio è quietamente sposato, ambedue non vedono l’ora che i genitori vadano via per potere tornare alle loro abitudini. La donna capisce e convince il marito ad andare sul Mar Baltico dove sono stati oltre vent’anni prima. Inaspettatamente, la donna muore e l’uomo scopre di essere stato assieme, per tanti anni, a una persona che poco conosceva e a cui tarpava le ali. Lei era appassionata del Giappone, della danza, dell’Oriente e di quella filosofia di vita. Il malato decide, allora, di partire e di raggiungere a Tokio un altro figlio e inizia il suo viaggio all’interno della moglie defunta a cui offre tutto quello che lei desiderava, attraverso i suoi occhi, il vestirsi con i suoi abiti. Incontra una diciannovenne a cui e’ mancata da poco la madre, e…. Deliziosa opera di un’eclettica artista che spazia dalla letteratura infantile al cinema attraverso altre forme di espressione artistica, Hanami conferma l’attenzione della regista per l’Oriente che conosce, ama e capisce come pochi autori europei. Gli ottimi protagonisti sono Elmar Wepper, Hannelore Elsner e Aya Irizuki che forniscono grande intensità e rara poesia ai personaggi. Sorpresa assoluta la giovanissima nipponica, al suo debutto cinematografica, capace di vivere con notevole intensità i problemi di una ragazza che non vuole accettare la realtà.

Dopo capirai
Dopo capirai

Plus tard, tu comprendras… (Dopo capirai) e’ opera non completamente riuscita di Amos Gitai che si avvale di un cast di ottimo livello che racchiude interpreti del livello di Jeanne Moreau, un’ottantenne che ha ancora tanto da dire nel cinema, Hippolyte Girardot, perfetto nel difficile  ruolo del figlio che cerca di scoprire e onorare le proprie origini giudee, Emmanuelle Devos e Dominique Blanc. Siamo nel 1987 e si parla di nuovo del boia Klaus Barbie e del Olocausto. Viktor cerca di ricostruire la storia della famiglia attraverso foto e documenti che non aveva mai visionato, tentando di capire la realtà vissuta dalla madre ebrea e dal padre cattolico e francese. La donna oppone grande riserbo e, mentre il figlio indaga, cerca di spiegare ai nipoti la sua realtà, quella che forse il figlio non ha mai voluto realmente conoscere. Il film, girato in maniera più che valida, pecca di un certo intellettualismo che rischia di fare perdere interesse per la vicenda umana narrata. Se non ci fosse Jeanne Moreau e il suo incredibile carisma, probabilmente il risultato sarebbe ancora meno interessante. Siamo di fronte a un buon film ma, forse, non degno di quanto espresso in questi anni da Amos Gitai.

La chitarra
La chitarra

C’era una certa attesa per The Guitar (La chitarra), film del debutto della figlia d’arte Amy Redford, opera che ha sicuramente accontentato più il pubblico che non la critica. A una giovane donna viene diagnosticato il cancro e un’aspettativa di vita di un massimo di due mesi. Dopo essere stata contemporaneamente licenziata e abbandonata dal fidanzato, decide di vivere alla grande quel poco che le resta su questa terra. Affitta per due mesi un lussuosissimo loft, lo arreda comperando tutto per telefono e scopre due nuovi amici con cui avrà anche veloci ma intense esperienze sentimentali: il trasportatore del negozio di mobili e la ragazza che consegna le pizze. Il suo sogno, da quando era piccola, era quello di possedere una lucente Marshall, una chitarra elettrica rossa modello 1963. Alfine la compera, impara a suonarla anche bene, ma... Nonostante i suoi soli 90 minuti di durata, la scarsa fantasia della sceneggiatura toglie ogni interesse al film dopo meno di un’ora; la prevedibilità di ogni cosa toglie interesse a un’opera che, tutto sommato, poteva essere quantomeno interessante.