Venezia 2008 - Io, i film della mostra, li ho visti cos¨¬

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Vegas basato su una storia vera
Vegas basato su una storia vera
Sia che abbia rispecchiato l'offerta disponibile, come ufficialmente si ¨¨ sostenuto, sia che, invece, abbia subito scelte poco felici nella selezione, certo ¨¨ che la 65a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia non ha brillato per qualit¨¤ delle proposte. Ovviamente non sono mancate eccezioni positive, ed ¨¨ sempre grande la variet¨¤ degli spunti e delle esperienze. Tuttavia quello che ha colpito molti osservatori ¨¨ la netta sproporzione tra le opere di valore, pi¨´ o meno apprezzabili ma dotate di un preciso spessore, e una certa abbondanza di filmucci o filmetti che dir si voglia.

Vegas basato su una storia vera
Vegas basato su una storia vera
In questi termini, forse, si pu¨° anche parlare di uno specchio dell'oggi. C'¨¨, infatti, oggi, una crisi delle arti espressive, terremotate da troppe novit¨¤ che si inseguono in forme convulse, a cui corrispondono, simultaneamente, fenomeni sia di continua frantumazione che di vertiginosa riunificazione delle cose del mondo. Forse anche per questo la banalit¨¤ diventa sempre pi¨´ facile e le sintesi dell'eterogeneo sempre pi¨´ difficili. Potrebbe essere questa la spiegazione del gran numero di storie dei perdenti che hanno contrassegnato la rassegna. Si deve per¨° aggiungere che occorre un grande talento per affrontarle degnamente. In qualche caso il talento in molti casi latitava. Esempio positivo: Vegas Based on a True Story (Vegas basato su una storia vera) di Amir Naderi. E' un'opera povera, e che, proprio in virt¨´ di questa sua fisionomia, mette in campo nei primi due terzi una straordinaria potenza espressiva. Certo, nella parte finale, si indebolisce, e quasi si imprigiona entro una metafora troppo prolungata, tuttavia dall'insieme costruisce un apologo sapiente circa un aspetto cruciale del nostro tempo: la malia del danaro e della ricchezza. Una parabola svolta in modo magistrale. L'autore ¨¨ un iraniano che negli anni settanta ebbe prestigio e fama nel suo paese, con molti riconoscimenti nel corso del tempo, poi si ¨¨ trasferito a New York dove la sua arte ha incontrato una realt¨¤ multiforme che lui legge attraverso il nitore e la forza di uno sguardo ricco di padronanza dei mezzi e adeguata profondit¨¤ critica.

Vegas basato su una storia vera
Vegas basato su una storia vera

Vegas basato su una storia vera ¨¨ il suo quinto lungometraggio americano e sin dal titolo richiama la realt¨¤, ma con un fulgore complesso dell¡¯allegoria che va ben oltre il puro resoconto narrativo: ambientazione, recitazione, composizione degli scenari, sono essenziali per dare un forte risalto alla compenetrazione fra il realismo del racconto e la simbolicit¨¤ delle situazioni. C'¨¨ una piccola casa sull'orlo del deserto del Nevada, alla periferia di Las Vegas, con un minuscolo giardino. Qui abita una famiglia: Eddie Parker, sua moglie Tracy, e il figlio dodicenne. Nel giardino lei coltiva, in un'aiuola, dei pomodori. Questo ¨¨ il solo frammento di natura fertile entro un paesaggio che ¨¨ costituito solo da polvere, sabbia e realt¨¤ artificiali. La citt¨¤, sullo sfondo ¨¨ del tutto artificiale; disegna un mondo alieno, interamente assorbito nelle ossessioni artificiali: i soldi, il guadagno facile, il colpo di dadi, il potere ipnotico della moneta. I due sono ex ¨C giocatori, hanno perduto tutto: lei ha smesso di tentare la sorte, lui ogni tanto ci prova ma, con pochi spiccioli. Tutto ¨¨ fragile nelle loro vite e Tracy ¨¨ il perno forte della casa. Lui lavora in un'officina che galvanizza gomme, lei fa la cameriera in una mensa. Su di loro si abbatte una terribile sciagura: cadono vittime di una trappola diabolica che si annuncia in una forma ammaliante e poi si rivela micidiale. Vengono indotti, con un imbroglio molto sofisticato, a credere che nel loro giardino sia sepolto un tesoro: una valigia di dollari, frutto di una rapina milionaria eseguita alcuni anni prima e il cui bottino non ¨¨ stato mai ritrovato. L'aspetto micidiale della trappola ¨¨ questo: ¨¨ stata organizzata una catena di scommesse su di loro, sulle loro emozioni, sulle loro illusioni, sulla loro povert¨¤. Sono basate sull'ipotesi che caschino, o no, nell'inganno e si pu¨° immaginare - il film non lo dice, ma lo lascia intuire - che possano esserci dei bookmaker che innalzano continuamente poste e premi mano a mano che le probabilit¨¤ di essere scoperti aumentano.

Vegas basato su una storia vera
Vegas basato su una storia vera

E' un gioco quasi pi¨´ atroce della roulette russa, perch¨¦ ¨¨ una scommessa sul prolungarsi di una tortura mentale il cui esito pi¨´ plausibile ¨¨ l'impazzimento. Il flusso narrativo raggiunge il suo culmine quando un agente di polizia svela loro l'imbroglio, ma Eddie, ormai fuori di senno, non  crede si tratti della vera polizia, ma di un inviato dei malvagi che vuole distoglierlo dall¡¯ormai imminente disseppellimento del tesoro. Quindi continua a scavare sempre pi¨´ freneticamente, mentre tutto si sgretola - giardino, casa, famiglia, vita stessa - fino al dissesto. In questo film colpisce, innanzitutto, l'eloquenza dell'ambientazione sul limite del deserto. Quasi che la nudit¨¤ del paesaggio, con i forti caratteri di una trasfigurazione metafisica, intenda evocare una crescente rarefazione della consapevolezza, ma poi anche - e insieme - un possibile collasso della lucidit¨¤ da cui ¨¨ minacciato un mondo in cui il calcolo dei dadi pi¨´ non torna e la bussola va impazzita, all'avventura. Poich¨¦ proprio qui si coglie la filigrana simbolica della narrazione: il gioco d'azzardo, la scommessa sull'artificio, il danaro che genera danaro e maledizione, le illusioni di una felicit¨¤ a portata di mano che si sposta sempre pi¨´ in l¨¤, come un miraggio nel deserto. Questo non ¨¨ solo il film di cui stiamo parlando, ma ¨¨ anche ci¨° che sta accadendo in questi mesi, in questi stessi giorni, nelle Borse, nelle banche, nei mondi finanziari, negli Stati Uniti come in Asia e in Europa. In tanti credevano che l'artificio, l'azzardo, la fiducia cieca nelle proprie certezze, generassero una sorta di potere quasi illimitato, ma le dure repliche della vita reale gi¨¤ sferzano queste illusioni, svelandone la  vacuit¨¤. E qui che il film, che sembrerebbe una favola funerea, svela con gelida impassibilit¨¤ lo smottamento dei destini individuali che deriva da questa folle corsa alla ricchezza. Viene da pensare ad un'osservazione di Vittorini (Le due tensioni) secondo il quale la poesia, per essere tale, non pu¨° essere solo espressione, ma deve anche contenere informazione (Joyce, nell'Ulisses, ¨¨ uno che informa, che porta nuova informazione sulle cose e sugli uomini). Vegas basato su una storia vera ¨¨ un film che porta informazioni sulle cose e sugli uomini.

Shirin
Shirin

A  questa idea di portare nuova informazione sembra ispirarsi anche il film di un altro maestro iraniano, Abbas Kiarostami autore di Shirin, ma si tratta di una scommessa impossibile. Una scommessa persa in partenza. L'idea ¨¨ questa: per 92 minuti si succedono sullo schermo i volti, le espressioni, gli sguardi di 114 attrici cinematografiche mentre seguono, da spettatrici, la rappresentazione teatrale di Khosrow e Shirin, un poema persiano del dodicesimo secolo basato su leggende che rievocano vicende di sei secoli prima, evocate attraverso brevi didascalie, che del poema raccontano qualche brano semi-incomprensibile, ad esempio l'imperatore di Bisanzio viene citato col nome Roma, secondo una grafia che in persiano ¨¨ corretta, ma in Europa ¨¨ del tutto ignota. L'idea ¨¨ stravagante, non solo perch¨¦ genera noia e scarso interesse, ma soprattutto in quanto la stessa opera teatrale cui si allude ¨¨, a sua volta, il riassunto di un poema di oltre cinquemila versi imperniato su un intreccio labirintico, difficilmente riproducibile in teatro o in cinema e di cui ¨¨ probabile sappiano ben poco persino le attrici interpreti del film. Si pensi che il testo originario ¨¨ uno dei Cinque tesori con cui il sommo Nez¨¡mi-ye Ganjav¨© (1141¨C1209) celebr¨° l'ascensione celeste del profeta Maometto.

Burn after reading- A prova di spia
Burn after reading- A prova di spia

Sempre in tema dei perdenti concludiamo con due film. Il primo ¨¨ un capolavoro del grottesco: Burn after reading dei fratelli Coen (sui nostri schermi ¨¨ stata aggiunta la frase A prova di spia), il secondo, Akires to kane (Achille e la tartaruga) del giapponese Takeshi Kitano, ¨¨ un'opera piuttosto modesta di un regista molto noto.La commedia dei fratelli Coen ha due bersagli: le trame della CIA e gli eccessi di sopravalutazione dei corpi nei fitness center. La struttura del film corrisponde ad una geniale combinazione di svampitezze e di comicit¨¤ che porta all'estremo aspetti reali della vita di ogni giorno degli Stati Uniti di oggi e dei loro rituali sociali. C'¨¨ un superagente della CIA che viene licenziato perch¨¦ si ubriaca. La distanza fra quello che ¨¨ e quello che crede di essere ¨¨ abissale: lui crede che le sue memorie siano importanti e le registra su di un CD. La moglie lo tradisce, vuole divorziare e, a questo fine ordisce eventi in seguito ai quali - del tutto fortuitamente ¨C il dischetto inciso dal marito cade nelle mani di due svitati che lavorano in un centro benessere.

Burn after reading- A prova di spia
Burn after reading- A prova di spia

Sono Chad e Linda, lei agogna ad un intervento di chirurgia estetica che dovr¨¤ ringiovanire tutto il suo corpo, lui ¨¨ un mezzo scemo ossessionato dalla bellezza del suo corpo.  Il costo dell¡¯intervento chirurgico  ¨¨, per la donna, inabbordabile, per cui i due decidono di tentare di vendere il CD all'ambasciata russa. Alla fine, dopo una serie di esilaranti colpi di scena, lei sar¨¤ l'unica a riuscire nel proprio intento e l¡¯intervento glielo pagher¨¤ la CIA, in cambio del suo silenzio su molte scempiaggini che, nel frattempo, sono intervenute. E' una perdente che vince per merito della stupidit¨¤ dei responsabili della pi¨´ famosa fra le Agenzie statunitensi. Il film ¨¨ molto ben condotto e mostra un ritmo che non perde mai un colpo. Sprigiona capacit¨¤ corrosiva, in forme assolutamente imperturbabili, nei riguardi di alcuni aspetti vistosi del costume e del senso comune americano. Sarebbe sbagliato semplificare troppo, ma l'eco di qualche aspetto della gestione Bush sembra avvertibile.

Achille e la tartaruga
Achille e la tartaruga
 

Achille e la tartaruga racconta, dall'infanzia alla vecchiaia, di un artista che sogna il successo, ma non lo raggiunge mai nonostante il parossismo delle sperimentazioni cui sottopone se stesso e la sua compagna. La progressione delle cupezze ha caratteri addirittura sfibranti. Ci sono, certo pezzi di bravura cinematografica, ma sono solo sprazzi, l¡¯insieme ¨¨ piuttosto monocorde con l le ironie, cos¨¬ come le immagini da fumetto manga, fanno pensare ad un'ispirazione piuttosto ripetitiva. Forse ¨¨ il velleitarismo il mostro che minaccia di pi¨´ il nostro futuro.