75ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia - Pagina 3

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75ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia
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the-mountainStati Uniti anni cinquanta, le operazioni al cervello e la psicoanalisi sono di gran moda. Un medico lobotomista che afferma di aver inventato un nuovo metodo per intervenire sulle teste dei pazienti gira gli ospedali offrendo i suoi servizi accompagnato da un giovane assistente che gli fa da fotografo. È convinto di aver ideato un nuovo procedimento ammalati, un metodo molto doloroso per gli ammalati e dagli esiti spesso letali. Il suo assistente lo segue in tutto sino ad immedesimarsi nei pazienti e a sottoporsi, a sua volta, alle cure del medico. The Mountain (La montagna) dell’americano Rick Alverson è un film difficile in cui non è facile separare la critica alla cialtroneria dal discorso fantastico. Operazione tutt’altro che semplice in cui il regista gioca su più piani sconcertando lo spettatore. Nella sostanza, un’opera forzatamente complessa in cui è più la voglia di stupire lo spettatore che quella di documentare un momento della cronaca americana. Ottima l’interpretazione di Jeff Goldbum nei panni del medico invasato e un po’ cialtrone, assai meno la prestazione attoriale di Tye Sheridan che fa rimpiangere le sue prestazioni precedenti.
RomaDi taglio completamente diverso, d’impostazione quasi naturalista e con esito assai migliore, di Roma che è il nome del quartiere in cui è nato e vissuto il messicano Alfonso Cuarón. Il cineasta ha fatto ricorso ai suoi ricordi d’infanzia a Città del Messico. Qui una famiglia della buona borghesia, in cui padre e madre stanno per separarsi, deve fare i conti con una servetta, messa in cinta da un bellimbusto appassionato di arti marziali e militante dei gruppi paramilitari in servizio alla polizia. La giovane seguirà i propri padroni sino a rischiare la vita per salvare due figli della coppia ricavandone solo una gratitudine abbastanza formale. Sono gli anni in cui esplodono i movimenti studenteschi che esplodono nel massacro di Tlatelolco, avvenuto il 2 ottobre 1968 nella Piazza Delle Tre culture a Città del Messico. In altre parole è una vicenda personale che si trasforma in un quadro preciso e impietoso di una società rigidamente classista. Questo senza che il cineasta salga in cattedra neppure per un istante. Davvero un film di grande respiro che speriamo presto di vedere nei cinema del nostro paese.
La favoritaThe favorite (La favorita) del greco, ma attivo nel Regno Unito e negli Usa, Yorgos Lanthimos che muove da un fatto storico. La guerra con la Francia mossa dalla regina britannica Anna all’inizio del XVIII secolo. La sovrana che non era riuscita ad avere figli viventi e aveva una passione per le donne, fu costretta ad aumentare le tasse per fare fronte alle spese belliche e a subire una pace umiliante con gli odiati francesi. Il film racconta la rivalità e gli scontri fra le due donne che si contendevano le grazie della sovrana, ricorrendo senza alcuna remora a pettegolezzi, avvelenamenti e conflitti di vario tipo. È un film storico del miglior tipo, accurato nell’ambientazione e nelle ricostruzioni. Se a questo si aggiunge un’interpretazione davvero perfetta di Olivia Colman si ha un‘idea abbastanza precisa dell’opera di film di cui stiamo parlando. Un testo accuratissimo, ma decisamente carente a livello di radiografia di un’epoca che non fu solo segnata dl conflitto con i francesi, ma registrò profonde modifiche nella struttura dell’intera società inglese.

(U.R.)