75ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia - Pagina 15

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75ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia
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driven-okLa 75a edizione della Mostra si è chiusa con Driven (Determinato) dell’americano Nick Hamm. Il film segue con una certa approssimazione la storia di John DeLorean, un progettista d‘automobili le cui proposte avveniristiche non ebbero quasi mai successo. Assieme a lui si racconta la vicenda di Jim Hoffman, un pilota dalla vita meno che modesta, un poveraccio caduto nelle grinfie dell’FBI che tentò di utilizzarlo per incastrare il disegnatore come trafficante di droga. L’operazione non riuscì causa il rifiuto dell’avviatore di testimoniare contro l’inventore di nuove automobili, nel frattempo diventato suo amico. Il film non va oltre la classica autobiografia riletta in chiave processuale e non priva di punzecchiature ironiche sulla capacità dei poliziotti a fare il loro dovere. Da notare che siamo ai tempi della presidenza di Roland Reagan che si era prefisso di scatenare una vera e propria guerra ai trafficanti di stupefacenti, salvo poi richiedere il loro aiuto come dimostrò l’affaire Iran – Contras. Su tutto questo il film sorvola, limitandosi a raccontare una storia ironica e divertente girata con grande abilità.
Il film è stato realizzato a Porto Rico quattro giorni dopo che l’uragano Maria aveva colpito i Caraibi. In queste circostanze i cineasti si sono trasformati, nolenti o volenti, in soccorritori dei colpiti dal cataclisma. A tutto questo è dedicato In the Making of Driven (Durante la realizzazione di Driven) diretto da Ambika Leigh che, date le circostanze si presenta spesso più interessante del film principale, testimoniando le conseguenze di un disastro dalle dimensioni davvero immani.
Come detto la mostra si è chiusa con i premi, di cui diamo informazione più sotto, e con la proiezione di Driven. È l’occasione giusta per una valutazione complessiva di questa edizione che, nella sostanza, ha confermato la solidità della guida di Paolo Baratta (presidente) di Alberto Barbera (Direttore Artistico). Entrambi hanno confermato l’eccellenza del loro lavoro sia per quanto riguarda l’impiego delle risorse messe a disposizione della Biennale sia il livello dell’organizzazione. Le strutture sono state ulteriormente rafforzate e il loro funzionamento migliorato. Certo, non tutti i film in concorso si sono mostrati, quanto meno a nostro giudizio, degni di una grande rassegna d’arte cinematografica, ma questo ha più a che fare con il livello della produzione mondiale, scadente come hanno dimostrato i festival di Cannes e Berlino, che non con la capacità del direttore artistico di scovare perle là dove proprio non ce ne sono.
(U.R.)