37° Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano 2015 - Pagina 5

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37° Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano 2015
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lacosahumnacartel001La cosa humana (La cosa degli uomini) di Gerardo Chijona è una buona commedia che, partendo dai temi di diversità sociale, riesce a fare sorridere o ridere. Il sessantaseienne regista, molto noto non solo a Cuba, ha una notevole esperienza nel mondo del cinema soprattutto come assistente alla regia, autore di documentari prima di debuttare con Adorables mentiras (Adorabili bugie, 1999) nel lungometraggio ottenendo il premio quale migliore sceneggiatura di questo festival. Una coppia di giovani ladri rubano un manoscritto originale, redatto di suo pugno dal romanziere e di cui non ci sono copie. Uno dei due, che ha sempre avuto il desiderio di divenire scrittore, legge estasiato il racconto e decide di presentarlo come suo in un concorso letterario in cui il primo premio sono cinquemila euro. Il bando richiede che sia presentato un documento scritto col computer, per cui il giovane e si iscrive ad un corso per imparare ad usare questo strumento. Caso vuole che la docente sia la moglie del derubato. Mentre copia lo scritto, aggiungendovi idee sue, trasferisce le sue emozioni nel racconto e vince battendo lo stesso scrittore che aveva partecipato anche lui al concorso. Di più non è possibile dire, ma un happy end non troppo forzoso chiude il film. Gradito dal pubblico, è risultato bene accetto anche dai critici. Meriterebbe una distribuzione in circuiti più o meno commerciali per fare capire che la classica commedia cubana è ancora viva e vegeta, capace di divertire e di coinvolgere.
la-luz-incidente-estrenosLa luz incidente (La luce che ti colpisce) del quarantaquattrenne argentino Ariel Rotter è un dramma che non sempre riesce ad essere convincente e presenta non poche cadute in atmosfere da telenovela raffinata. Girato in bianco e nero e ambientato probabilmente nei primi anni sessanta, punta troppo sul doppio dramma della protagonista per riuscire ad essere interessante. Dopo pochi minuti, pur comprendendo il dolore che sta vivendo la protagonista, avviene un certo distacco da lei e dai suoi problemi, molti dei quali creati con una sana dose di masochismo che la rende infelice anche nei momenti più sereni. Nelle scene eccessivamente cariche di drammaticità, un po’ di genere, ci sono state molte risate da parte del pubblico. Eppure il film è ben girato, validamente interpretato. Quello che manca è la capacità di sceneggiatura e regia di creare qualcosa di realmente interessante. Presentando la sua opera il regista ha detto che per cinque anni è stato dubbioso se girarlo, probabilmente tratta di temi che emotivamente lo hanno coinvolto troppo e non gli hanno permesso il giusto distacco da quanto raccontato. Dopo incidente che priva Luisa del marito, la donna non riesce a rifarsi una vita. Oltretutto, accudisce in maniera maniacale le sue gemelline con problemi di handicap e rifiuta di accettare una nuova serenità. Un uomo ricco, elegante e innamoratissimo le fa la corte, adora le bambine, vorrebbe creare con lei una nuova famiglia. Questa situazione le causa gravi dubbi e riaccende il dolore sopito: forse con l’aiuto della madre del marito troverà il coraggio di affrontare una nuova vita di coppia.
un-monstruo-de-mil-cabezas-2015-posterUn monstruo de mil cabezas (Il mostro dalle mille teste) è il film più che interessante diretto dal quarantasettenne regista messicano – nato in Uruguay - Rodrigo Plá e di cui abbiamo già parlato dalla Mostra di Venezia. Tra le tante opere interessanti che ha realizzato basterà ricordare La zona (Il quartiere, 2008) in cui denunciava l’extraterritorialità creata in condomini di lusso dotati di Polizia privata a cui tutto era permesso. Qui si occupa delle Assicurazioni private in Messico, ma potrebbe essere ambientata in altre parti del mondo, enti che, per aumentare i ricavi, negano, persino in casi gravi, prestazioni troppo care. Sonia è sui quarantacinque anni e vive il dramma del marito sofferente a causa di un tumore. L’uomo viene portato durante una crisi in ospedale e lì, dopo il primo intervento, le dicono di sentire il medico delle assicurazioni che coordina le cure al marito. Tenta varie volte di contattarlo, non ci riesce, lo segue in taxi fino a casa sua e, quando lui le nega aiuto, lei estrae una pistola per ottenere quello che le spetterebbe. L’uomo non può autorizzare ma la donna non si scoraggia: raggiunge e minaccia il Presidente della Società, il responsabile delle risorse umane per giungere a un funzionario che può mettere la prima firma ma che ha bisogno di un'altra persone che apponga la seconda. Sempre ostaggio della donna, il Presidente inizia a parteggiare per lei. Finale beffardo. Bella costruzione narrativa, un ritmo notevole, tensione sempre presente per un film realmente bene congegnato.