60ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid - Pagina 8

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60ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid
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Nadie quiere la noche-282632517-largeConclusa la presentazione dei film in concorso, che comprendeva anche opere giá viste a Cannes quali 45 Years di Andrew Haigh, An di Naoni Kawase, Hrutar di Grimur Hákonarson, Mustang di Deniz Gamze Ergüven e Nahid di Ida Panahanden, il Festival si è chiuso col film di Isabelle Coixet, Nadie quiere la noche, (Nessuno ama la notte o Nessuno vuole la notte). Interpretato da Juliette Binoche, star della cerimonia di chiusura, il film è ambientato nel profondo nord canadese, a sud del Polo Nord, dove si svolge il dramma di Josephine Peary, moglie di Robert, uno dei piú famosi esploratori americani. Il marito sta per tornare da una spedizione che si è spinta fino alle coste della Groenlandia, e lei, per dividerne il successo, intraprende un viaggio quasi impossibile alla vigilia dell’inverno boreale. Con due slitte trainate da cani e un paio di guide si spinge fino a un rifugio, accanto a un paio di igloo abitati dagli Inuit. Una guida muore nel tragitto, l’altra riporta a casa un aiutante del marito gravemente ferito. Quando gli indigeni lasciano il luogo inospitale per l’inverno, Josephine resta sola. Presto, peró, scopre che una ragazza è rimasta nell’igloo. Si chiama Allaka (Rinko Kikuchi), e anche lei è in attesa del ritorno dell’esploratore. Dopo alcune scaramucce, le due donne collaborano per sopravvivere al lungo inverno. Sospetti sull’infedeltá del marito vengono confermati dalla gravidanza di Allaka che nell’igloo dá vita a un bambino che tutte e due curano con amore. Trascorrono interminabili settimane di giornate senza luce, di tempeste di neve e del progressivo esaurirsi delle scorte alimentari. Apertosi come un film d’avventura nei bianchi e sterminati spazi del nord, il film si sviluppa in un piccolo spazio dove due donne si affrontano tra incomprensioni e gelosie e poi si proteggono a vicenda per superare la lunga e glaciale notte boreale. Scritto da Miguel Barros, il film dura centoquattro minuti.
74Prima di chiudere, uno sguardo alla sezione del cinema spagnolo dove oltre al già descritto Loreak, merita una citazione Los héroes del mal (Gli eroi del male) di Zoe Berriatúa. Peccato che la sezione non comprendesse film di livello quali La isla mínima (L’isola minima) di Alberto Rodríguez e La isla bonita (La buona isola) di Fernando Colomo, tuttavia il film di Zoe Berriatúa, trentasette anni, attore, scrittore e regista madrileno al suo quarto film, colpisce per la compattezza dell’intreccio drammatico. Tre adolescenti irrequieti e solitari, Esteban, Sarita e Aritz, stringono amicizia a scuola dove sono vittime del bullismo. La loro unione nasce da un desiderio di vendetta. Appena si presenta l’occasione, massacrano lo studente che li aveva malmenati e umiliati. Quello piú asociale e fuori controllo è Aritz, la cui rabbia lo spinge a uccidere una prostituta e aggredire un’insegnante supponente e autoritaria. In un casolare  abbandonato i tre fanno uso di alcol e di droga, e si dichiarano eterno amore. Il feeling peró è tra Esteban e Sarita: Aritz si sente messo da parte e compie azioni incontrollate. Per solidarietá, tuttavia, tutti e tre trasgrediscono la legge, mentre Esteban e Sarita cominciano a porsi il problema di dove li porterá la loro foga distruttiva. Il film dura novantatré minuti e offre un’interpretazione originale del malessere e dellla rabbia giovanile.

(R.F)

Una delle sottosezioni più interessanti di Punto de encuentro è quella molto attesa della Noche del corto español. Da questo panorama sono usciti autori che hanno avuto nomination prestigiose e vinto Festival internazionali. La selezione avviene con estrema attenzione poiché in Spagna ogni anno si realizzano centinaia di corti e la cernita è difficile e non sempre indolore anche perché ci sono varie scuole di cinema che vorrebbero essere rappresentate. Sette titoli, sette modi di intendere il cinema; sei in concorso, il settimo proposto al di fuori dilla competizione.
Un dedo en los labiosUn dedo en los labios (Un dito sulle labbra) di Gustavo Martín Garzo e Gonzalo del Pozo Vega è stato presentato fuori concorso. Realizzato completamente a Valladolid, e’ un esempio di come nel cinema non esistono tabù, nemmeno quello legato ad un tragico decesso. Una madre parla con il figlio morto, ricordando vari momenti della loro vita insieme. Girato prevalentemente in soggettiva, fa raccontare tutto in un lungo monologo ad Elisa Martín Ortega che, pur essendo alla sua prima esperienza in assoluto quale attrice, è in grado di donare forti emozioni.
14 anys i un día (Quattordici anni e un giorno) diretto dalla trentenne Lucía Alemany, dimostra come sia difficile educare i figli senza fare troppi errori. Quando Arantxa, una quattordicenne come tante, decide di confrontarsi con sua madre per dirle che non sopporta più la violenza come metodo di educazione, nasce più che un dissidio tanto da giungere ad una vera e propria rottura. Alla fine, ognuna delle due riconosce i propri errori e si torna a sperare in un futuro migliore.
dc3ada-3-03-el-dire-damic3a0-y-nil-apostando-sobre-si-lloverc3a1-o-noEn la azotea (Sul letto) di Damiá Serra, è uno dei tanti cortometraggi che descrivono i primi pruriti degli adolescenti verso l’esteriorità del sesso, i sogni, le fantasie. Qui il regista ha aggiunto un qualche cosa che crea una piacevole confusione nello spettatore. Siamo durante un estate afosa e il dodicenne Adrian, assieme ad alcuni coetanei, ogni pomeriggio osserva da un edificio in costruzione le persone che vivono nel palazzo di fronte e che amano prendere il sole nudi. I ragazzi sono interessati soprattutto a una donna che considerano la più bella che abbiano mai visto anche se non tutti sono di questa idea: quando rischiando di precipitare dal cornicione per scattare una foto alla ragazza in topless, il più preso in giro del gruppetto realizza un’ottima immagine ma della persona sbagliata.
Hermanos (Fratelli), diretto Javier Roldán, è un altro dei giovani talenti nati alla scuola di Valladolid e anche lui si occupa di ragazzini, non in chiave sessuale. Siamo negli anni ’50. Due giovanissimi fratelli, dopo avere fatto una pericolosa scommessa, hanno il loro primo incontro con la morte. Il più grande, per dimostrare di non avere paura di nulla, entra nella cassa costruita per seppellire il loro cane morto, si fa coprire di terra rischiando di rimanere soffocato. Sarà il più piccolo che capirà come salvarlo e lo riporterà alla vita prima che altri si accorgano della loro avventura.
los angeles 1991 poster okLos Ángeles 1991 (idem), di Zacarías e Macgregor, è un esempio di cooperazione internazionale, tra nazioni ed entità culturali che uniscono loro esperienze per realizzare prodotti sicuramente originali. A Los Angeles le strade sono diventate un focolaio di tensioni razziali e l'odio sta per scoppiare a livelli irrefrenabili. Un giovane è in procinto di vendicare la morte del fratello maggiore, ma scopre che non è l'unico ad avere ragioni per uccidere. Dopo momenti in cui il dramma appare inevitabile, si apre uno spiraglio di speranza.
Marceline Blurr (idem), di Nadia Mata, è forse il più bello fra i titoli presentati e dimostra quale possa essere la vera funzione del corto: una palestra per autori che sentano l’esigenza di portare avanti loro idee con un modo originale di fare cinema. Girato sia in bianco e nero sia a colori, è uno splendido affresco in cui finalmente si vede qualcosa cinematograficamente interessante. Ispirato ai film della Nouvelle Vague, è la storia di una ragazza che vede il mondo come un luogo magico con cui interagire forse per essere completamente felice.
2214390539 7934ce174fNorte (Nord), di Javier García è un corto convenzionale che vorrebbe essere coraggioso poiché parla di terrorismo ma che si dimostra come ulteriore occasione perduta per approfondire un tema così difficile come quello dei separatisti. Un ex terrorista del ETA e una donna rimasta vedova per un suo attentato sono nella stessa stanza della prigione Nanclares de la Oca. Dieci anni passati da quando lui ha ucciso il marito ed è il loro primo incontro faccia a faccia.

(F.F.)