60ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid - Pagina 7

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60ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid
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get.doIn concorso al festival si è visto un film sull’ortodossia ebraica, Tikkun, scritto e diretto da Avishai Sivan, trentotto anni. Secondo film dopo The Wanderer (Ha'Meshotet - Il vagabondo), presentato a Cannes nel 2010, ha per protagonista il giovane Haim-Aaron, studente esemplare di religione ultra ortodossa, ammirato e invidiato da molti colleghi. Un giorno sviene durante una doccia e rischia di morire. Anzi, viene dichiarato morto da una squadra di paramedici, ma la furia del padre, che gli pratica un interminabile massaggio, lo riporta in vita. Miracolato, Haim-Aaron comincia a scoprire gli aspetti piacevoli della vita mandando su tutte le furie il padre che crede in un castigo divino per aver salvato il figlio. Girato in bianco e nero il film segue passo passo le trasgressioni del giovane, l’estromissione dalla scuola e il nuovo atteggiamento. Denuncia i guasti di un’educazione troppo severa che mal si adatta al mondo laico, e mostra situazioni estreme legate alla stretta osservanza religiosa. Film di due ore, interpretato da Aharon Traitel, nel quale la ricerca estetica e formale sembra sostituire la proposta di una sceneggiatura originale.
13Minutes PosterIn concorso per la Germania, Elser, di Oliver Hirschbiegel che nel 2004 realizzó La caduta. Gli ultimi giorni di Hitler (Der Untergang). Qui E torna a parlare dei crimini nazisti raccontando la vicenda di un falegname, Elser, che nel 1938 preparó e fece esplodere la bomba nella birreria dove il Führer celebrava l’anniversario del partito nazista. Hitler ne uscí indenne, essendo andato via tredici minuti prima dell’esplosione, ma la caduta del tetto provocó la morte di sette persone. Catturato alla frontiera svizzera, Elser venne detenuto e torturato. Volevano conoscere i nomi dei complici, ma lui riuscì a dimostrare di aver agito da solo: venne rinchiuso in un campo di concentramento e liquidato nel 1945. Racchiuso in centodieci minuti, il film si svolge alternando presente e passato: mentre si susseguono scene di interrogazioni e di torture, il film ricostruisce la vita del protagonista. Cresce in un villaggio, aiutando il padre falegname, occupandosi di orologi e di musica. La famiglie è povera, e lui andrá a lavorare in un’acciaieria dove riuscirá a sottrarre i materiali per costruire la bomba. Pacifista, testimone degli scontri tra comunisti e nazisti, maturerá in solitudine la sua azione, e avrá una relazione con una donna sposata. La ricostruzione tassello per tassello perde interesse nella sua frammentarietá e Fusinell’assenza di suspense anche perché la fine è nota. Sorta di biopic che per la Germania è anche una pagina di storia, perde mordente per alcune ripetizioni e lentezze. L’attore è Christian Friedel.
Prodotto da Islanda e Danimarca il film in concorso dell’islandese Dagur Kari, Fusi, nome del protagonista quarantenne, dalla mole che supera di molto il quintale e dalla mentalitá quasi infantile. Fusi scarica valigie all’aeroporto, vive con la madre e gioca con guerre in miniatura. Sul lavoro è vittima di scherzi organizzati dai colleghi, ma non reagisce. Quando l’amante della madre lo iscrive a una scuola di ballo, conosce una ragazza che potrebbe cambiargli la vita. Lei si vergogna di dirgli che fa la spazzina, e s’inventa un negozio di fiori. Lui lo scopre, lei va in depressione. Il film descrive il comportamento di Fusi, disponibile e generoso, che aiuta la ragazza a superare la depressione. Si delinea anche una possibile convivenza per quanto lui non si senta ancora pronto a lasciare casa e soprattutto la madre. Interpretato da Gunnar Jónsson, questo ragazzone è un’immagine di bontá e di tenerezza coinvolto in una quotidianitá gretta e ribalda. E’ una vicenda sentimentale di novantaquattro minuti che illustra un incontro tra ultimi, non nuovo sugli schermi, ma diretto con molto garbo e sullo sfondo di un paesaggio desolato.

(R.F.)

How to vinHow to Win at Checkers (Every Time) (Come vincere alla Dama - ogni volta), è una coproduzione statunitense, tailandese a cui si sono aggiunti Singapore e Hong Kong. Josh Kim e’ un personaggio a dir poco dalle molteplici esperienze. Commistione per nascita tra varie realta’ etniche, coreano con madre statunitense ora vive in Asia cambiando spesso paese. E’ nato in Texas trentaquattro anni orsono, ha lavorato per la CNN a Hong Kong. Nel 2010 è stato assistente per il remake del film di John Woo A Better Tomorrow. Da allora ha diretto video per Google, campagne UEFA e una miriade di video. Recentemente ha lanciato una serie di micro-documentari trasmessi su Internet sotto il titolo Google Diaries vetro molto graditi dal popolo di Internet. Documentarista che ha realizzato un paio di lungometraggi, e’ arrivato a questo debutto nella fiction per l’interesse che aveva verso l’omonimo best-seller di Rattawut Lapcharoensap Sightseeing. Dopo la perdita di entrambi i genitori, avvenuta quando aveva 11 anni il protagonista affronta un futuro incerto. A 21 anni, tutti gli uomini thailandesi entrano in un sorteggio per determinare se devono fare il servizio militare. Se esce una carta nera, diventano riserve utilizzate solo in caso di necessità, ma se la carta è rossa dovranno trascorrere due anni nell'esercito. Il fratello è stato estratto e per lui si presentano non pochi problemi. Incapace di convincere il maggiore a fare quanto in suo potere per cambiare il destino dei due, decide di intervenire sul risultato con esiti inaspettati. Il film è ambientato nelle zone più povere da cui, nasce il ritratto di una Tailandia contemporanea che affronta grandi sfide per riuscire quantomeno ad esistere.
CFYK9s2WIAA1OMaHector (Ettore) e’ opera prima del inglese Jake Gavin che è arrivato alla regia in eta’ matura anche se ha sempre lavorato in ambiente aristic ed è mmeglio noto per il lavoro come fotografo, sia pubblicitario che ritrattista,  è apparso anche come attore in due film britannici, il film avventuroso e d’azione Plunkett e Macleane (1999) diretto al esperto Jake Scott, e il mediocre Lotus Eaters (2011), diretto da una poco ispirata Alexandra McGuiness. Nella costruzione di quest’ultimo prodotto hanno molta importanza le immagini. E’ una vicenda come tante, che parla di anziani emarginati in una casa di riposo ma non per questo privi di serenità. Come ogni anno, Hector McAdam intraprende un viaggio dalla Scozia fino ad un confortevole centro di accoglienza a Londra dove incontrerà i suoi ex compagni con la gioia delle vacanze e di una cena in cui sarà servito il tradizionale tacchino. Consapevole che questo potrebbe essere il suo ultimo viaggio, l’anziano sceglie un percorso che non fa da molto tempo, lo fa per ripercorrere il passato e incontrare le persone che ha lasciato alle spalle. Non è facile vivere senza un tetto, ma Hector è un uomo tenace che accetta i suoi simili e la vita così¡ come viene. Vive l’amicizia e la generosità, ma anche la delusione e la crudeltà. La sua odissea attraverso il paese gli proporrà incontri, nuove avventure ma anche momenti tristi da condividere con i vecchi amici. L'esperienza gli fa vivere i ricordi, l’amarezza e il dolore, ma anche una nuova speranza per il futuro. Lo splendido protagonista è il cinquantaseienne scozzese Peter Mullan, debitamente invecchiato ed in grado di commuovere pur non essendo mai melodrammatico. Caratterista particolarmente attivo, ha lavorato, tra gli altri, con Ken Loach e Mel Gibson. Da vario tempo è divenuto Flocken-för-webbvalido regista televisivo. Ha diretto alcuni episodi della serie televisiva Cardiac Arrest (Arresto cardiaco, 1994), prodotta dalla BBC, che gli ha valso il riconoscimento per migliore regista del The Royal Television Society Award.
Flocken (Il gregge) di è un film molto intenso, capace di fare pensare e discutere tanto da avere avuto, alla fine della proiezione, un fuoco di fila da parte del pubblico alla regista all’attrice Beata Gårdeler. L'azione si svolge in una piccola comunità svedese dall’aspetto idilliaco. Tutto cambia quando Jennifer, una ragazza di quattordici anni, afferma di essere stata violentata da Alexander, suo compagno di classe. La voce si diffonde rapidamente e sempre più persone credono che Jennifer stia mentendo. Quindi, nasce una sorta di linciaggio e tutte le persone esaltate si lanciano contro all’adolescente e la sua famiglia. In questo ambiente le prove non significano nulla, contro un intera cittadina che mette la legge nelle proprie mani. Niente è eccessivo: ciò che conta è rimanere all'interno della mandria.