72ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia - Pagina 10

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72ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia
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Desda alla 2Desde allá (Da lontano) primo lungometraggio narrativo del venezuelano Lorenzo Vigas racconta una storia d’amore fra un guardone omosessuale e un ragazzino marginale. Il primo è un odontoiatra proprietario di un laboratorio ben avviato, il secondo un delinquentello che vive nelle zone povere di Caracas, campando di furti e piccoli traffici. S’incontrato quasi per caso, il ragazzo picchia e deruba l’uomo più maturo e quest’ultimo finisce per innamorarsi di lui. Il giovane prova, a sua volta, affetto per il signore benestante che gli confessa di odiare suo padre senza spiegarne la ragione. Per fargli un favore il marginale uccide l’odiato genitore dell’altro, ma l’amante gay lo denuncia alla polizia. Siamo nei pressi del cinema melodrammatico sullo sfondo di una città caotica e con ambientazioni spesso miserevoli. Una storia d’amore e ripulsa che non si cura di offrire allo spettatore tutte le chiavi di lettura per dipanarla, ma offre a chi la segue una confezione accurata e psicologicamente motivata. E’ un film non originale, ma sorretto da una buona capacità narrativa.
remember 1Doti che troviamo ancor più marcate in Remember (Ricorda) del canadese d’origini armene Atom Egoyan. Un thriller estremamente ben organizzato che ruota attorno ad un anziano, affetto da demenza senile e da poco vedovo, che si mette in viaggio per rintracciare l’ufficiale delle SS del campo di concentramento nazista nella Polonia occupata, ad Auschwitz responsabile dello sterminio della sua famiglia. Seguendo le indicazioni di un altro anziano ebreo, ospitato nello stesso istituto in cui lui vive e collaboratore del cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal (1908 – 2005), vaglia alcuni sospetti che compaiono in una corta lista nomi. Seguendo queste indicazioni percorre Stati Uniti e Canada alla ricerca del criminale. Lo trova all’ultimo momento, ma qui il regista inserisce un colpo di scena che vale l’intero film e che sarebbe un delitto svelare. E’ un film di grande impatto, retto sull’interpretazione davvero straordinaria di Christopher Plummer (1929) che compare quasi in ogni immagine . E’ un testo professionalmente molto bel costruito e che uscirà anche in Italia, distribuisce la BIM, impreziosito da un colpo d’ala finale che nobilita l’intera opera.
Arturo RipsteinQuest’anno la Mostra ha reso omaggio al regista messicano Arturo Ripstein (1943), un vero mago del cinema melodrammatico. Fuori concorso è stato presentato La calle de la Amargua (La via dell’amarezza, ma il titolo internazionale è Mano a mano), sua ultima fatica. Il film è girato in bianco e nero ed è immerso in una luce plumbea che sottolinea ancor più la miseria che circonda le vite di prostitute, magnaccia, nani combattenti di wrestling, vecchie prossime alla morte. Il tutto immerso in case dirute, strade ingombre di rifiuti, amorazzi occasionali, omosessualità mercenaria. La storia raccontata vede due nani lottatori uccisi da una dose eccessiva di liquido oftalmico usato da due mature prostitute per addormentarli e derubarli, la disperazione della madre (una magnaccia priva di scrupoli), indagini sbrigative e manesche da parte della polizia e l’ulteriore disgregazione di un mondo già di per sé alla deriva. La predilezione per il melodramma traspare quasi da ogni sequenza, ma non aggiunge nulla alla filmografia di un regista che, con questo, ha firmato una trentina di lungometraggi mantenendo una costanza stilistica davvero invidiabile.