72ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia - Pagina 3

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72ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia
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Best of no nation 1La sezione competitiva della Mostra si è aperta con due titoli interessanti. Beasts of no nation (Bestie senza patria) del cineasta statunitense Cary Fukunaga affronta il terribile problema dei bambini – soldato attraverso la storia del piccolo Agu, arruolato a forza, dopo che gli sono stati uccisi il padre e il fratello, in una delle fazioni che si contendono il potere in un paese africano. Lo spunto viene dal libro d’esordio del romanziere e sociologo americano Uzodinma Iweala (1982) che lo ha pubblicato nel 2005. E’ la storia di un calvario denso di stragi, uccisioni, tradimenti che si concludono con l’affidamento del giovane protagonista a un centro per disintossicazione per ex guerrieri in erba. Qui il ragazzino sembra trovare un momento di pace e rigenerazione alla luce della Bibbia. Il film aggiunge assai poco a quanto già conosciamo di questo terribile fenomeno grazie a servizi giornalistici e inchieste televisive. Il merito maggiore della regia è di aver posto l’accento su un tema di grande tragicità che ha coinvolto e coinvolge migliaia di bimbi che dovrebbero passere il tempo sui libri o a giocare e non a maneggiare bombe e mitra. Ciò detto, non debbono essere neppure accantonate alcune perplessità che nascono da un uso eccessivamente esibito delle scene di violenza, stupri compresi.
Loking for grace 1Il secondo titolo in corsa è stato Looking for Grace (Cercando Grace) dell’australiana Sue Brooks che ha costruito, anche a livello di sceneggiatura, una tragedia non priva di momenti ironici. Grace, 16 anni, scappa di casa con l’amica Sappho per andare a sentire un concerto di un gruppo rock che si terrà in una città distante molti chilometri. Lungo la strada le due ragazze incontrano un giovane appena più grande di loro che seduce Grace e le ruba tutto ciò che ha, compresa una consistente somma di denaro che lei ha preso dalla cassaforte di famiglia all’insaputa del padre. Nel tentativo di ritrovarla e convincerla a tornare, i suoi genitori si mettono in viaggio e percorrono in lungo e in largo la cintura del grano (wheatbelt) dell'Australia occidentale. Si spostano in compagnia di un detective privato prossimo alla pensione. Il viaggio, le cui fasi la regista intreccia in maniera davvero magistrale, funzionerà come una sorta di cartina di tornasole che farà esplodere, solitudini, menzogne, vecchi rancori, sino ad una tragedia sfumata fra la disgrazia e il suicidio che, se non altro, servirà a ricostruire il rapporto fra padre e figlia. E’ un film molto ben fatto, girato con grande maestria e giustamente dosato fra tragico e comico.
spotlight1La vera piacevole sorpresa della giornata è arrivata dalla Sezione Orizzonti in cui è passato Spotlight (proiettore in gergo teatrale e cinematografico) dell’americano Thomas Mccarthy che ha ricostruito il faticoso lavoro svolto da una squadra investigativa del quotidiano Boston Globe coronata, proprio per quest’inchiesta, del Premio Pulitzer. Nel 2002 questi giornalisti sorpresero il mondo con la rivelazione dei casi di pedofilia, coperti dalla gerarchia della Chiesa Cattolica di quella città, delitti che avevano coinvolto ben settanta sacerdoti. Le conseguenze furono enormi, dissanguarono economicamente la gerarchia cattolica statunitense e costrinsero lo stesso Vaticano a prende posizione, seppur con le cautele del caso e senza troppe ammissioni di colpa. Il film, teso ed emozionante, segue il lavoro di questi ricercatori fra mille ostacoli e omissioni, sino all’esito finale. E’ una di quelle opere che fanno il pregio e l’orgoglio del cinema americano di denuncia civile.