50° Thessaloniki Film Festival 2009

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50° Thessaloniki Film Festival 2009
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50mo Festival Internazionale di Salonicco
Il Festival internazionale del film di Salonicco ha compiuto cinquant’anni, un anniversario importante per qualsiasi manifestazione. Purtroppo l’evento è stato celebrato fra mille difficoltà. Oltre alla solita mancanza di mezzi, aggravata da una crisi economica che in Grecia ha colpito in modo particolarmente pesante, c’è stato il cambio di maggioranza governativa, con il passaggio del potere dalle mani della destra a quelle socialiste. In questo paese il collegamento fra politica e istituzioni culturali è particolarmente stretto, per cui questa novità ha creato incertezze sull’immediato futuro, poiché l’attuale direttrice, Despina Mouzaki, è fra i maggiori produttori cinematografici del paese ed era stata scelta proprio dall’esecutivo conservatore, conto il socialista Michael Demopoulos. A queste difficoltà si è aggiunto il boicottaggio decretato dall’associazione degli autori, capitanata dal greco – francese Costantin Costa-Gavras.
I cineasti avevano proclamato, quando ancora governava la destra, l’astensione da qualsiasi rassegna ufficiale quale forma di protesta sia contro la reticenza del ministero a stilare una nuova legge sulla cinematografia, sia contro il meccanismo di assegnazione dei premi statali annuali ai film migliori. Questo sistema, vagamente simile a quello che sovraintende ai Premi Oscar, assegna alle varie categorie professionali la scelta dei film da premiare. Poiché questi riconoscimenti si traducono in denaro sonante, non è stato raro, denunciano i cineasti, che ci siano state manovre non chiare e veri e propri scambi di voti. Poco dopo la proclamazione dello stato di lotta il governo è caduto e le nuove elezioni hanno portato alla vittoria dell’opposizione socialista. A questo punto non aveva molto senso continuare sulla vecchia strada, ma i cineasti greci non hanno desistito, presentando il proseguimento del boicottaggio come forma di pressione sul nuovo esecutivo. Una decisione abbastanza priva di senso, giacché il nuovo Ministro della Cultura ha subito garantito che una nuova legge sul cinema sarebbe stata presentata, ma che i tempi tecnici imponevano di farlo solo nel corso della seconda metà del 2010. Nonostante queste assicurazioni i cineasti hanno confermato la protesta e, sussurra qualcuno, sono arrivati siano a chiedere al Festival una consistente somma di denaro per organizzare una contro manifestazione ad Atene (!!). Se questi sono inciampi importanti, quello più consistente è venuto, qui come altrove, dalla mancanza di nuovi titoli da inserire in cartellone. Gran parte delle opere viste, infatti, proveniva da altre rassegne (Cannes, Berlino, Venezia, ma anche Amsterdam e Montpellier). E’ questo un tema su cui varrebbe la pena avviare una riflessione. Nel mondo si continuano a produrre molti film, anche se meno degli anni precedenti, ma sono pochi quelli in grado di interessare i festival di qualità. A questo si deve aggiungere la voracità delle maggiori manifestazioni (oggi nessuno rinuncia a mettere in cartellone almeno 150 titoli, quando non sia arriva a superare i 200) per cui ciò che rimane alle manifestazioni che si collocano alla fine dell’anno, è solo la raccolta del meglio visto altrove. E’ una condizione che, da un lato, rafforza il rapporto con il territorio - gli spettatori locali sono in continua crescita - dall’altro riduce il prestigio internazionale di quasi tutte le rassegne di secondo livello. La 50ma edizione del Festival di Salonicco, stretta fra queste difficoltà, si è destreggiata al meglio, ma non ha potuto celebrare l’anniversario con lo smalto che ci si attendeva.