26 Agosto 2008
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Venerdì 5 settembre Decimo giorno
Scrive Pappi Corsicato che lispirazione per Il seme della discordia, quarto titolo italiano in cartellone nella sezione competitiva della Mostra, gli è venuta dal racconto La marchesa Von O (1808) di Heinrich Von Kleist (1777 1811). Sarà sicuramente vero, ma ciò che ne ha tratto è un film scombinato e stilisticamente frammentario, tanto che i momenti che dovrebbero alzare la tensione fanno ridere, mentre quelli deputati allironia lasciano indifferenti. La storia è quella di una bella signora che si scopre incinta dopo unaggressione notturna e deve vedersela con un marito la cui infertilità è stata modicamente accertata. Il tutto sullo sfondo del quartiere direzionale di Napoli, zona di edifici supermoderni, con abbondanza di bei giovanotti, caste esibizioni di deretani e recitazione da fotoromanzo. Molto probabilmente lintenzione era proprio quella di irridere o nobilitare la letteratura bassa, dal melò al romanzo popolare, ma il risultato è un film sgangherato, mal girato, indegno di comparire nel cartellone di una grande rassegna cinematografica.
The Wrestler (Il lottatore) dellamericano Darren Aronofsky (L'albero della vita, 2006) è uno di quei film che i selezionatori scelgono pensando, soprattutto, ai premi da assegnare allinterpretazione, in questo caso a quella maschile. Randy The Ram (Lariete) Robinson è un combattente di wrestler, sorta di lotta libera ai limiti del puro spettacolo, famoso negli anni ottanta e ora costretto a sopravvivere alternando lavoretti manuali a sporadiche comparse in combattimenti organizzati in scuole o club privati. Un infarto sembra bloccarne la carriera in modo definitivo visto che, ai malanni, si aggiunge la nostalgia per la figlia abbandonata in tenera età, lamore, che sembra non corrisposto, con una spogliarellista e laggravarsi delle difficoltà economiche. La sfida con il fisico è per un ultimo combattimento che lo contrappone ad unaltra vecchia gloria. Accetterà lo scontro e morirà sul ring. E il classico ritratto di un perdente che alterna melanconia a sregolatezza, ultime speranze al rifiuto di rinunciare alla vita di un tempo. Mickey Rourke costruisce assai bene un personaggio che ha molti punti di contatto con la sua biografia, gli dà i tempi giusti ed esibisce con sofferenza un fisico disfatto dallalcool e delle ferite subite negli incontri. E' uninterpretazione di ottimo livello, ma non troppo originale, sagomata su un personaggio estremo e, allo stesso tempo, già rappresentato così tante volte da non costituire un merito particolare.
La Settimana Internazionale della Critica ha chiuso i battenti presentano, fuori concorso, Pinuccio Lovero Sogno di una morte di mezza estate. E quello che, in gergo, è definito docufilm, come dire un documentario creativo in cui la registrazione della realtà si accompagna a una precisa volontà dinvenzione narrativa. Il film, in verità poco più di un mediometraggio (unora circa dimmagini), porta la firma di Pippo Mezzapesa, già autore di pregevoli cortometraggi: Lido Azzurro (2001), Zinanà (2004), Come a Cassano (2006). Questa volta lobiettivo disegna il ritratto, fra lironico e lamaro, di un precario di Bitonto, città natale del regista, che sogna di fare il guardiano di cimitero. Dopo vari mestieri e unattesa infinita, ottiene lincarico (a tempo determinato) presso il camposanto di Mariotto, una frazione della città. Solo che nei primi cinque mesi di lavoro nessuno muore, con grande gioia degli abitanti e crescente disperazione del piccolo mondo che ruota attorno a funerali e inumazioni: fioristi, aziende di pompe funebri, marmisti. La mancanza di lavoro non scoraggia lentusiasta necroforo che singegna a tenere in ordine le tombe, spazzare colombai, scavare fosse, tanto per portarsi avanti con il lavoro. E unopera in cui il grottesco va a braccetto con uno sguardo acuto sul profondo sud (deliziose le interviste al sindaco e al direttore della banda cittadina) mettendone in luce sia linventiva, sia il lato cialtronesco (lavoro nero, precariato, intreccio fra politica ed economia, presunzione di fare ogni mestiere senza studio e preparazione). Un piccolo film che dice davvero mole cose solo che si sappia guardalo andando oltre la superficie delle immagini, ad iniziare dai alcuni fra i molti problemi, economici e strutturali, che affliggono il nostro Meridione.