Festival di Karlovy Vary 2008 - Pagina 6

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Festival di Karlovy Vary 2008
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I premi
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La 43ma edizione del Festival del Cinema di Karlovy Vary ha confermato l’importanza e le tendenze di questa manifestazione. La puntata di quest’anno ha nuovamente sottolineato l’interesse di una selezione che guarda soprattutto ad un cinema che mantiene, pur nell’innovazione degli stili, un saldo legame con i problemi sociali e umani che segnano il nostro tempo. Questo si è accompagnato ad un vasto ventaglio informativo su quanto di meglio passa ogni anno nei maggiori festival. Il tutto in un clima di lenta, ma continua innovazione di strutture ed apparati tecnici, miglioramenti che anno risolto, per buona parte, i problemi di spazio e vetustà delle sale che da sempre costituiscono il cruccio degli organizzatori di quest’iniziativa. Non pochi fra i film presenti nella sezione maggiore, quella competitiva, hanno suscitato pareri discordi, ma sempre nella certezza che si trattava di opere importanti, portatici di problematiche attuali perciò meritevoli di attenta considerazione.
Un elemento del tutto particolare, infine, è venuto dai filmati uniti alla presentazione di ciascun film. E’ questa una caratteristica peculiare a questa manifestazione che, con il passare del tempo, è venuta costruendo un piccolo archivio di ministorie che, per quanto spezzettate in diversi episodi, formano una ventaglio di piccoli racconti segnati da un particolare umorismo.
Terribilmente felice
Terribilmente felice
Quest’anno sono stati presi di mira i maggiori dirigenti della rassegna, comparsi in una serie di quattro disegni animati che presentano la società elettrica che offre la sponsorizzazione principale della manifestazione; ad essi si sono accompagnati altrettanti folgoranti cortometraggi, diretti da Ivan Zachariáš, che ha lavorato su un’idea di Martin Krejčí. Sono quattro piccoli racconti, rigorosamente in bianco e nero, in cui alcuni fra i premiati delle passate edizioni mostrano come hanno utilizzato la statuetta – una donna nuda che solleva un pesante globo di cristallo – loro assegnata per il contributo che hanno dato al cinema mondiale. Si va dal tentativo di rimettere assieme i pezzi del globo (Věra Chytilová), all’uso come pestapastiglie (Miloš Forman), al mezzo per tacitare un telefono inopportuno (Danny De Vito), sino alle spiegazioni date da Harvey Keitelad a un barista su come gli abbiano rotto un piede facendoci cadere il trofeo. Sono biglietti da visita intelligenti e divertenti, in linea con lo spirito della rassegna.
Il fotografo
Il fotografo
Per quanto riguarda i premi assegnati dalla giuria principale non ci sono obiezioni da fare, a parte quella di aver trascurato A nyomozó (L’investigatore) di Attila Gigor, che ci è sembrato il migliore fra i film proposti in concorso. Nonostante ciò nulla da dire sul maggior riconoscimento andato a Frygtelig Lykkelig (Terribilmente Felice) del danese Henrik Ruben Genz di cui abbiamo apprezzato sia l’uso del paesaggio sia l’intreccio fra notazioni psicologiche e atmosfere da cinema nero. Giudizio positivo anche sul premio speciale a disposizione della giuria, assegnato al singaporegno Nan Triveni Achnas, autore di The Photograph (Il fotografo) ove, pur muovendo da situazioni non originali, si descrivono con grazia e delicatezza sofferte reazioni psicologiche. Il premi per le migliori recitazioni, femminile e maschile, hanno coronato gli interpreti di Dĕti noci (Gente di Notte), della regista ceca Michaela Pavlátová, due attori (Martha Issová e Jiří Mádl) la cui bravura non riesce a sollevare adeguatamente un film decisamente modesto. Condivisibile anche il premio alla regia che ha laureato il russo Alexey Uchitel, autore di Plennyj (Prigioniero), opera ben costruita anche se piuttosto reticente sulla reale drammaticità della guerra cececna.