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52° Semana Internacional de Cine
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La visita della banda

La terza giornata della Semana Internacional de Cine di Valladolid ha avuto inizio col delizioso film israeliano Bikur Ha-Tizmoret (La visita della banda) del regista televisivo Eran Kolirin, qui al suo debutto sul grande schermo. E' la storia dell'orchestra tradizionale araba della Polizia di Alessandria d'Egitto che, invitata in Israele per l'inaugurazione di un centro islamico, non viene raccolta all'aeroporto dagli organizzatori della manifestazione e raggiunge con autobus di linea un paesino dal nome simile di quello da cui avrebbero dovuto esibirsi. Accortisi troppo tardi dell'errore, sbarcano in questo desolato centro costruito dentro il deserto e ben presto si accorgono del grande affetto e umanita' che i 'nemici' hanno per loro. Ci si diverte molto e con semplicita' per un film a basso budget girato in poche settimane e con location a dir poco modeste (la strada, un bus, una tavola calda, un paio di modesti appartamenti, una discoteca su pattini, uno squallido fast food). L'ingrediente in piu' e' dato dalla scoppiettante sceneggiatura che, unita alla bravura di caratteristi dalla splendida mimica, permette al film di essere considerato un'opera political correct ma con tante, tante risate legate a temi drammaticamente seri. Tuttaltro discorso per La zona (La Zona), pretenzioso e a tratti noiosissimo film del messicano Rodrigo Pla' che racconta di storie comuni a tanti paesi quali ad esempio Peru' e Guatemala dove, con la scusa di proteggere la famiglia dalla violenza, sono stati creati quartieri iper blindati in cui gli abitanti si fanno giustizia da soli. Residenti de la zona sono sconvolti da una criminalità violenta che viene portata avanti da ragazzi dei quartieri poveri. Il comandante dei vigilantes ha un bricciolo di umanita' e cerca di evitare, inutilmente, il massacro di chi viene colto in fragrante: il figlio, incontrato l'unico scampato all'uccisione da parte dei 'probi' cittadini, lo nasconde in cantina, ma... Che dire, spesso il qualunquismo del film rasenta l'idiozia e l'insopportabilita'. Interpretato da un manipolo di attori che crede poco ai propri personaggi, vorrebbe avere una morale eticamente corretta ma, in realta', e' confuso anche nel finale. In serata e' stato presentato con buon successo Centochiodi di Ermanno Olmi, unico film italiano in concorso.

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La zona

La quarta giornata e' stata aperta da un film giapponese di sicuro interesse Mogari no mori (Il bosco del lutto) di Naomi Kawase, con inzio convenzionale e uno sviluppo visivo (riprese con macchina da presa a spalla) particolarmente inusuale per il perfezionista cinema nipponico. Giovane viene assunta in pensionato per anziani pochi mesi dopo avere perso il suo primo bambino. I degenti lavorano nell'orto e sono liberi di fare e dire quello che vogliono; uno di loro, la cui moglie e' morta 33 anni prima, non accetta la giovane perche' glie la ricorda troppo. Per il suo compleanno chiede come regalo che la ragazza lo conduca a fare una gita in auto; si porta dietro un pesante zaino e, quando la macchina ha un piccolo incidente, lui scappa per i boschi, e... Bello, intenso, divertente, commovente, non un capolavoro ma sicuramente un film piacevole da guardare e che fa pensare che, se i nostri pensionati per persone anziane fossero cosi¡, probabilmente dimostreremmo per i nostri padri maggior rispetto. Die Fälscher (I falsari) del viennese Stefan Ruzowitzky e' film non certo perfetto ma che ha una propria gradevolezza quando riesce a coniugare le brutture del genocidio nazista con momenti di allegra commedia. Un bravissimo falsario ebreo viene arrestato da poliziotto che sa apprezzare le sue qualita' di artista. L'uomo finisce anche in campo di concentramento e qui incontra chi lo aveva arrestato, ora divenuto importante personaggio delle SS. L'ufficiale gli propone di mettersi a capo di una organizzatissima stamperia che dapprima preparera' milioni di sterline per poi dedicarsi ai dollari, il tutto per finanziare la guerra nazista e per destabilizzare l'economia dei paesi alleati e loro nemici. Per salvare la pelle, ma anche per dimostrare la propria bravura, accetta ma accade che... Certe scene fanno accaponare la pelle ma vi sono molti momenti in cui la tensione si stempera in liberatorie risate.

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La giornata si e' chiusa con il rassicurante film australiano Razzle Dazzle (gioco di parole intraducibile in italiano) del regista Darren Ashton che inizia dove finisce Little Miss Sunshine. Un fantasioso e poco convenzionale coreografo ha una scuola dove insegna alle bambine a danzare. Sua storica avversaria e' una collega molto piu' tradiziomnale nei metodi che porta sempre alla vittoria nei concorsi le sue allieve. Per una disgrazia (squadra avversaria debe rinunciare alla finale perche' in un incidente stradale la solista ha perso un piede) viene riammessa e, naturalmente, vince. Inizialmente, il gioco delle del documentario con le false interviste sembra funzionare bene ma, con l'andare del tempo, la prevedibilita' di ogni cosa rende quasi insopportabile lo sviluppo del film. In sala, comunque, molte risate.