50mo Karlovy Vary International Film Festival - Pagina 9

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50mo Karlovy Vary International Film Festival
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cfd914905b269bba2fbde816889ab993Sutak (Nomade Celeste, 2014) diretto da Mirlan Abdykalykov è uno delle rarissime opere prodotte in Kirghizistan, confinante con l’Uzbekistan di cui è diametralmente opposto. Questo film è un racconto poetico sulle tradizioni che stanno lentamente scomparendo; è basato su una sceneggiatura del noto regista kirghizistano Aktan Arym Kubat, che ha presentato con successo in vari Festival film quali Beshkempir (1998) e Svet-Ake (2010). Una famiglia di nomadi vive nelle alte e remote montagne del Kirghizistan felice anche senza le comodità offerte dalla civiltà moderne, ancora capace di vivere gioiosamente la mitologia, con leggende che permettono di giustificare ogni cosa, anche la più negativa; il contatto diretto con la natura li rende felici. Ci sono il vecchio mandriano Tabyldy, la moglie Karachach, la nuora Shaiyr e la loro nipote Umsunai. Il figlio maggiore studia in città e visita la famiglia solo durante le vacanze estive. Il marito di Shaiyr è morto durante un’alluvione tanti anni prima, portato via dal fiume. La ragazza aveva deciso di rimanere con la famiglia del suo sposo, per costretta il suo incredibile attaccamento a questo meraviglioso mondo che per lei è madre, terra, famiglia, unico mondo possibile. Continua ad allevare i cavalli sullo sfondo di uno splendido scenario in cui la gola della montagna appare come magico. Ma si incrocia con la sua vita un meteorologo, Ermek, che ha la sua stazione di rilevamento vicino alla casa del pastore. Tra lui e la ragazza nasce un rapporto, forse amore, che mette per Shaiyr tutto in discussione dovendo rinunciare alle certezze che fino ad allora facevano parte della sua esistenza. Il trentatreenne Mirlan Abdykalykov, qui al suo debutto come regista, ha iniziato a fare l’attore per Aktan Arym Kubat a undici anni per Sel'kincek (SwingRitmo, 1993) col quale ha lavorato come protagonista del pluripremiato Beshkempir (Il figlio adottato, 1998) e in Maimil (Scimpanzè, 2001). Da oltre dieci anni fa assistente e aiuto regista, nel 2008 ha fondato una sua casa si produzione, Selkinchek, che realizza documentari, shorts e ha organizzato anche questo progetto di lungometraggio. La regia è molto curata e sorge il dubbio che il suo maestro lo possa avere aiutato: certamente il film è bello, coinvolgente, appassionante come pochi.
505783093 1280x538Krom (Cromo, 2015) dell’albanese Bujar Alimani, è una interessante coproduzione di Grecia, Albania, Germania e Kosovo, un’opera seconda che non delude chi aveva potuto visionare Amnistia (2011), presentato e premiato alla Berlinale, in cui raccontava una originale storia d’amore tra uomo e donna che si innamorano mentre vanno a trovare in carcere i rispettivi coniugi, ma che un’amnistia rischia di distruggere. Qui racconta con grande poesia un mondo difficile in cui persone oneste non si lamentano per la loro triste esistenza ma cercano di trovare soluzioni per potere migliorare la qualità della vita. Una madre muta e solitaria ha dal destino una vita tutt'altro che facile, ma sa accettare il suo destino con dignità e coraggio. Il suo figlio maggiore, studente quindicenne con buoni risultati a scuola, cerca la maniera di camminare colle proprie gambe, di essere protagonista del proprio futuro. Un compagno di classe lavora illegalmente in una miniera di Cromo e, col suo aiuto, anche lui viene assunto. La fatica è tanta, la scuola è abbandonata e, quando orgoglioso dona la sua prima paga alla madre, ogni cosa si complica in una famiglia che non può sopportare e supportare il suo desiderio di divenire adulto. C’è il fratello minore che adora con cui condivide solo la madre, i padri che ambedue non conoscono, una bella professoressa che prende a cuore le sorti del ragazzo e, forse, se ne innamora. Nulla viene urlato: si raccontano in maniera documentaristica le umiliazioni del ragazzo, i violenti scatti della madre contro di lui, la perfidia di chi sfrutta illegalmente il lavoro minorile, la presenza di un cugino adulto focoso amante della donna ma che riesce a raccontarsi anche come padre dei due ragazzi. Bello, interessante, capace di fare pensare.
(F.F.)