Mostra di Venezia 2006, giorno per giorno - 7 settembre 2006

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Mostra di Venezia 2006, giorno per giorno
30 agosto 2006
31 agosto 2006
1 settembre 2006
2 settembre 2006
3 settembre 2006
4 settembre 2006
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6 settembre 2006
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9° giorno - giovedì 7 settembre
Jean-Marie Straub e Danielle Huillet
Jean-Marie Straub e Danielle Huillet
Cesare Pavese scrisse Dialoghi con Leucò fra il 1945 e il 1947, un testo fra i più originali e importanti della sua creazione letteraria. Sono ventisei brevi conversazioni a due, che affrontano temi come il dolore, la morte, il destino e le imperscrutabili leggi che li governano. A discutere sono eroi mitologici greci e latini, un testo poetico – filosofico di quasi impossibile traduzione cinematografica. Hanno accettato la sfida, vincendola, Jean-Marie Straub e Daniele Huillet, due autori dalla coerenza stilistica ferrea che da anni stanno praticando un cinema rigoroso, antispettacolare per eccellenza, affascinante. Quei loro incontri, costituisce una nuova tappa di un sodalizio con alcuni grandi autori italiani (Elio Vittorini, Franco Fortini). Il film si articola su una manciata di capitoli in cui attori non professionisti recitano parti del libro, immersi in una quieta natura campestre, forte richiamo visivo alla classicità. I loro discorsi riguardano le sorti dell’uomo, la paura della morte, la ferocia delle guerre, il turbamento per la follia che pervade il mondo. Argomenti di straordinaria attualità che testimoniano la forza dello scrittore piemontese e la permanenza delle inquietudini di cui si è fatto interprete. Va dato atto a Marco Műller di aver avuto il coraggio culturale di mettere in concorso un film che non concede nulla allo spettatore, anzi richiede un’attenzione forte.
Nue Proprietà
Nue Proprietà
Nue Proprietà (Nuda proprietà), belga Joachim Lafosse, si colloca, invece sul versante apertamente narrativo. Il film percorre, con abilità, le strade dell’'opera psicologica d’ambiente familiare. Siamo nella campagna belga, in una grande fattoria restaurata ove abitano, dopo il divorzio, una donna e i due figli gemelli, ormai adulti anche incapaci di assumersi responsabilità autonome. La vita trascorre fra continui litigi con l’ex-marito, sostenuto da uno dei giovani, e progetti di costruzione di un’esistenza diversa accanto ad un nuovo uomo. La donna, esasperata, abbandona tutto e va a vivere da amici. I due giovani, rimasti soli, aumentano i litigi sino ad un tragico incidente in cui uno dei due rischia di uccidere l’altro. Forse ora, dopo tanti scontri, è venuto il momento di raccogliere i cocci e voltare pagina.
Nue Proprietà
Nue Proprietà
Il film è basato su raffinate notazioni psicologiche cui gli interpreti, in particolare la bravissima Isabelle Huppert, offrono prestazioni di grande livello. Lo stile è vicino a quello che sì sul definire il nuovo cinema belga, per intenderci quello che ha in Jean-Pierre e Luc Dardenne (L’enfant - Una storia d’amore, 2004; Rosetta, 1999) i massimi interpreti. Un misto di realismo nella fotografia, di raffinatezza nella recitazione e nella sceneggiatura. Un composto che rende l’opera stimolante e di ottimo livello.
Hiena
Hiena
La Settimana Internazionale della Critica ha presentato Hiena (Iena) del polacco Grzegorz Lewandowski. Lo scenario è quello di un villaggio della Slesia, dove Maly, il piccolo protagonista, e i suoi compagni si raccontano storie spaventose udite dai genitori che riguardano un uomo violento che causò la fuga del figlio. Un giorno il padre del bimbo muore in un incidente in miniera. Poco dopo si sparge la voce che una iena minaccia gli abitanti del borgo, uccidendo crudelmente chi le capita a tiro. Un uomo, orribilmente sfigurato, compare quasi all’improvviso nei boschi che circondano la cittadina e il racconto lascia intuire che è il figlio dell’uomo violento di cui tutti parlano. Maly lo aiuta a nascondersi, anche se, nel frattempo, ci sono state altre morti. L’ipotesi che dietro queste uccisioni c’è la misteriosa “iena” diventa, così, più che un sospetto. Attraverso l’horror sono passate infinite riflessioni: sociologiche, psicologiche, politiche, religiose. Questo film si muove un po’ su tutti questi terreni: è un quadro delle macerie che il crollo del socialismo reale ha lasciato dietro di sé. E’ un catalogo degli incubi che accompagnano il passaggio dall’infanzia alla giovinezze. E’ una feroce invettiva contro lo stato di disperazione in cui i crimini di politica economica hanno gettato intere nazioni. E’ una dolorosa riflessione sulla morte di Dio. Tutti questi argomenti concorrono, intrecciandosi, a costruire un discorso inquietante e ben costruito in cui gli elementi classici si saldano alle riflessioni più avanzate in campo sociale. Lungi dall’essere ciò che potrebbe sembrare ad un primo approccio, un classico racconto gotico, Iena è un testo complesso e ricco di suggestioni.