Mostra di Venezia 2006, giorno per giorno - 31 agosto 2006

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Mostra di Venezia 2006, giorno per giorno
30 agosto 2006
31 agosto 2006
1 settembre 2006
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3 settembre 2006
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2° giorno - giovedì 31 agosto
Luce del secolo
Luce del secolo
Il tailandese Apichatpong Weerasethkul ha alle spalle una solida carriera di documentarista e d’autore di installazioni multimediali. Ha diretto anche quattro lungometraggi il più noto dei quali, Sanaeha (Vostro devoto), ha avuto un buon successo di critica. La qua quinta fatica in questo campo è stata presentata in concorso alla Mostra del cinema. S’intitola Sang Sattawat (Luce del secolo) e porta all’esasperazione un metodo narrativo fatto di ritmi lenti, osservazione fredda della realtà esclusione di qualsiasi intervento drammaturgico some lo intende la cultura occidentale. In poche parole è uno di quei film in cui apparentemente non accade nulla. In questo caso seguiamo il lavoro di alcuni medici che operano in un ospedale, prima vecchiotto, poi ultramoderno con reparti riservati alle altre cariche dell’esercito, dottoresse più simili a fattucchiere che a medici, giovani innamorati di dottoresse giovani e carine. Nel finale la macchina da prese esce dagli angusti corridoi e dai sotterranei per riconquistare la luce di un panorama cittadino anch’esso divisi un due: una prima parte quasi bucolica e vecchio stile e una nuova americanizzante e affollata. Il film appare una metafora della vita con quel tanto di rimpianto per il passato e quel molto di gusto del filosofeggiare. Ha immagini bellissime e un forte gusto della meditazione, ma ha anche un sapore di maniera che non scaccia del tutto un certo sospetto, ambizioso, di astuzia.
Hollywoodland
Hollywoodland
Sembra proprio che una parte dei film della mostra abbia un particolare interesse per l’Hollywood degli anni cinquanta. Dopo Black Dahlia di Brian De Palma ecco ora di Hollywoodland di Allen Coulter. Questa volta siamo nel 1959 e il suicidio, possibile omicidio, di un divo reso famoso dalla serie televisiva Superman serve da filo conduttore per un’indagine che mette in luce il lato oscuro della mecca del cinema. Produttori feroci e capaci di assistere senza battere ciglio agli amori delle mogli, poliziotti che non vedono e non sentono nulla, guardie private più propense ad usare muscoli e manganelli del cervello. Il tutto si dipana attorno all’indagine di un investigatore privato, incaricato dalla madre del morto di dimostrarne l’assassinio. Il film è particolarmente ben costruito, compatto nella narrazione, avvincente nella trama. Un bel poliziesco dai risvolti intriganti e dalle soluzioni plurime che richiama apertamente il grande cinema americano degli anni quaranta e un felice appuntamento anche per gli spettatori di oggi. Le giornate degli autori hanno presentato L’udienza è aperta, un bel documento di Vincenzo Marra (Tornando a casa, 2001 - Vento di terra, 2004) sui mali della giustizia indagati attraverso alcune udienze di un processo per reati di camorra. Lungaggini, arzigogoli legali, pregiudizi destrorsi emergono impietosamente davanti all’occhio di una macchina da presa capace di diventare realmente un testimone attento di ciò che filma.