Mostra di Venezia 2006, giorno per giorno - 30 agosto 2006

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Mostra di Venezia 2006, giorno per giorno
30 agosto 2006
31 agosto 2006
1 settembre 2006
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1° giorno - mercoledì 30 agosto
The Black Dalia
The Black Dalia
La sessantatreesima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ha preso il via. Stando al cartellone, e alle dichiarazioni del direttore Marco Müller, ci aspettano giorni radiosi che smentiranno di chi vede, almeno da un paio d’anni a questa parte, una vasta crisi della creatività cinematografica a livello planetario. Se i programmi di Berlino e Cannes sono stati mediamente modesti, ci si dice, Venezia si muoverà in controtendenza usando le molte opere ultimate nel corso dell’estate e, ma questo è solo suggerito, grazia e al fiuto e all’abilità del direttore e dei suoi collaboratori. Se così sarò ne saremo particolarmente felici sensibili come siamo al cine ad alta capacità espressiva e forte impatto tematico. Per ora ci sia permesso sospende il giudizio e limitarsi a parlare di ciò che abbiamo già visto. Dalia Nera (The Black Dahlia) è il titolo di un romanzo che James Ellroy ha pubblicato nel 1987. Questo libro fa parte, con Il Grande Nulla (1988), L.A. Confidential (1990, trasposto in film nel 1997 da Curtis Hanson) e White Jazz (1990), di una tetralogia dedicata alla Los Angeles, colta fra la fine degli anni quaranta e cinquanta. Dalia Nera è ispirato ad una storia vera. Nella Los Angeles del 1947 è ritrovato il corpo, seviziato e squartato, di un’attricetta che si prostituiva per sopravvivere. Indagano sul caso due ex pugili ora poliziotti. Il tutto in un panorama segnato da corruzione e violenza. Brian De Palma ha tratto da questo romanzo un film, che ha aperto la Mostra, scegliendo di distendere su una linea retta un racconto che lo scrittore aveva costruito su moduli oscillanti nel tempo e sulla cronologia. Chi ha letto il romanzo ricorderà una carta difficoltà a seguirne la vicenda causa il susseguirsi di capitoli che alternano le storie dei vari personaggi e mescolano i tempi degli accadimenti. Il regista ha dipanato questa matassa, anche a costo di perdere in originalità e renderne particolarmente evidente l’artificiosità e una certa oscurità. Per farlo ha fatto un non lieve ricorso alla voce fuori campo per spiegare ciò che accade o è successo. Il risultato non è del tutto convincente e, se il film rimane un’opera di sicuro interesse, è difficile collocarla fra le migliori di questo cineasta, anche per la scelta di focalizzare la storia d’amore a tre, fra l’ex-prostituta e i due pugili diventati amici e poliziotti, a scapito del quadro sociale, uno degli elementi più in pressanti del romanzo. E’ una decisione che ha fatto slittare sullo sfondo temi fondamentali, quali il razzismo, la corruzione, la violenza delle forze dell’ordine, la complicità fra delinquenza e tutori della legge. Ne è risultato un film formalmente ineccepibile, ma quasi privo d’anima. Un lavoro ben fatto, ma senza una reale ispirazione.