11ma Festa del cinema di Roma - Pagina 4

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11ma Festa del cinema di Roma
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captain fantastic ver2 xlgNella sezione ufficiale della Festa, in collaborazione con la sezione Alice nella città, il film vincitore della Quinzaine di Cannes, Captain Fantastic (Capitano Fantastic), secondo film di Matt Ross dopo 28 Hotel Rooms del 2012. Attore per oltre vent’anni e autore di corti, a 46 anni questo cineasta scrive e realizza un film su un padre che vuol impartire ai figli un’educazione che coinvolga il corpo e la mente per farne degli adulti eccezionali. Nel cuore delle foreste del Nord America, dalle parti del Pacifico, Ben Cash tira su sei figli con esercizi fisici quotidiani, lezioni di sopravvivenza e letture selezionate. Apprende loro a cacciare e a scalare monti, e non dimentica di elencare tutti i guasti della società civile. La morte della madre dei ragazzi, malata da tempo e lasciata in città alle cure dei parenti, costringe la piccola tribù a recarsi al funerale, che sarà motivo di scontro perché i genitori della defunta la preparano per un funerale cristiano, mentre lei si professava buddista e con una lettera aveva chiesto di essere cremata. Ben (Viggo Mortensen) affronta a brutto muso il suocero, (Frank Langella), ma capisce che potrebbe fargli perdere l’autorità sui figli, che sanno tante cose ma non sono mai andati a scuola. Il film, non privo di spunti umoristici, mette a fuoco il desiderio di un padre di impartire ai figli un’educazione che li renda forti e consapevoli, e con qualche nozione idealista di socialismo, senza tener conto però del fatto che, crescendo isolati, non sapranno come relazionarsi con gli altri. Sono ben sei i figli: uno pronto per l’università, due ragazze adolescenti, un giovinetto e due bambini. E la tribù funziona, ma poi, come inserirsi in società? Vivace e accattivante il film dura due ore e diverte lasciando emergere i guasti derivati da buone intenzioni che si rivelano utopiche.
Denial 2016 filmHa passato i settant’anni Mick Jackson, regista di Guardia del corpo (The Bodyguard, 1992) e attivo da oltre quarant’anni con numerosi film e serie TV alle spalle. Ha deciso di portare sugli schermi una vicenda di negazionismo del 1996 basandosi sul libro di Deborah E. Lipstadt, Denial: Holocaust History on Trial (Negazione: Processo alla Storia dell’Olocausto). Ha affidato la sceneggiatura al drammaturgo e regista David Hare per raccontare in Denial, che in italiano s’intitola La verità negata, le polemiche suscitate dallo storico inglese David Irving che citava il rapporto pseudoscientifico Leuchter come prova della falsità dell’Olocausto. Nel suo libro, la storica americana Deborah Lipstadt gli dava del negazionista, e David Irving la citava in giudizio per diffamazione. Ora, secondo la legge inglese, spetta all’accusato dimostrare la propria innocenza, e in questo caso dimostrare che l’Olocausto non è un’invenzione. Un quartetto di inglesi, Mick Jackson, David Hare, gli attori Timothy Spall e Tom Wilkinson, e l’americana Rachel Weisz hanno contribuito alla realizzazione di un film di 110 minuti imperniato su un processo che mostra le incongruenze e i guasti di una società che offende la memoria storica. Lo hanno fatto con rigore e con eleganza smontando un processo perlomeno bizzarro raggiungendo un delicato equilibrio tra atti processuali e vicende personali.