11ma Festa del cinema di Roma - Pagina 3

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11ma Festa del cinema di Roma
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La ragazza di BrestStrana domenica quella della Festa che è iniziata con un grappolo di film inediti. Nella sala principale l’inchiesta sul farmaco Mediator, che in Francia ha provocato centinaia di morti, e la battaglia della pneumologa Irène Frachon, che ha rischiato la carriera e una condanna per le sue accuse. Intitolato La fille de Brest (La ragazza di Brest), il film è diretto da Emmanuelle Bercot ed è interpretato da Sidse Babett Knudsen e Benoît Magimel, tre cineasti nati tra il 1966 e il 1968. Attrice e regista Emmanuelle Bercot vanta diversi premi, Sidse Babett Knudsen, danese, ha recitato a Parigi ed è stata premiata par la serie tivù Borgen – Il potere, lanciata nel 2010, Benoît Magimel, che esordì a dodici anni, ha interpretato più di cinquanta film. C’erano tutte le premesse per realizzare un film interessante. Si dà il caso che Emmanuelle Bercot, che insieme con Séverine Bosschem ha sceneggiato il film dal libro di Irène Frachon Mediator 150 mg, non abbia pensato a un intreccio o a personaggi di contorno che potessero conferire spessore narrativo alla finzione che è stata scelta per veicolare l’inchiesta. Qualche veduta del porto di Brest o qualche interno di famiglia non bastano a rendere cinematografico un film di due ore e otto minuti che, quando non descrive rigorosamente i dettagli di un’autopsia, illustra le discussioni tra la pneumologa e il suo amico ricercatore o gli scontri con i produttori del farmaco. Se la sarebbe cavata in maniera eccellente Milena Gabanelli con il suo Report dando tutte le notizie necessarie, smascherando i colpevoli e soprattutto informando il pubblico. E questo è il punto: ci sono schermi per l’informazione e ci sono altri schermi per l’intrattenimento. E poi ci sono gli attori: Benoît Magimel a cinquant’anni si è appesantito, si muove poco e recita lemme lemme nei confronti con la collega Sidse Babett Knudsen che porta all’eccesso tutte le espressioni esagerando il suo comportamento di paladina della giustizia.
MV5BMjAxNDgwNDYzMl5BMl5BanBnXkFtZTgwNTQ3NDc3OTE. V1 UX182 CR00182268 AL Altro film della sezione ufficiale, The Eagle Huntress (La cacciatrice di aquile) dell’inglese trapiantato a Manhattan, Otto Bell. Autore di quindici documentari girati su tre continenti, questa volta ha scelto la finzione per tracciare il profilo di una ragazza di tredici anni, appartenente a una famiglia nomade della Mongolia. Discendente da generazioni di cacciatori di aquile, Aisholpan Nurgaiv ha appreso dal padre la ricerca e la cattura di aquilotti da addestrare per impiegarli nella caccia alla volpe. E’ suo desiderio diventare cacciatrice in una società patriarcale che non ha mai considerato l’ammissione di donne. Robusta, determinata e brava a scuola, sostenuta dai genitori che ritengono le donne capaci di svolgere tutti i lavori che svolgono gli uomini, la ragazza apprenderà dal padre le regole della caccia con questi rapaci e parteciperà alla Festa delle Aquile nella regione dell’Altai, evento a cui parteciperanno settanta cavalieri. Prodotto da Usa, Gra Bretagna, Mongolia e interpretato dalla stessa Aisholpan Nurgaiv, Nurgaiv Rys e Alma Dalaykhan, il film dura 87 minuti. Sullo sfondo la vita quotidiana dei nomadi del deserto, inframezzata da immagini dei monti Altai, ghiacciai e deserti, l’opera illustra il tirocinio della ragazza e l’addestramento delle aquile. Tra i momenti migliori, quello dell’impervia salita sui monti per prendere gli aquilotti dai nidi.