11 Agosto 2016
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73ma Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia |
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La La land di Damien Chazelle (1985), il film che ha aperto la Mostra del Cinema di Venezia, è un musical che rende omaggio, prima di tutto, al cinema. Questo non solo per i numerosi riferimenti a film - Casablanca (1942) di Michael Curtiz, Gioventù bruciata (Rebel Without a Cause, 1955) di Nicholas Ray – a case di produzione (il bar interno ad uno dei maggiori studi cinematografici), a luoghi topici del cinema classico (l’osservatorio astronomico di Los Angeles (LA), ma anche ad alcuni momenti cari al cinema classico così come si è concretizzato in decine di film assunti a pietre miliari della settima arte, versione hollywoodiana. La valutazione di un musical deve necessariamente prescindere dalla storia raccontata che, nella stragrande maggioranza dei casi, è semplice. Ciò che conta, invece, è la composizione complessiva dell’opera e gli equilibri fra parti cantate, danzate e brani recitati. Diciamo subito che nel film di cui stiamo parlando questa tessitura è perfettamente costruita ed è robustamente tenuta assieme dalla recitazione, sorprendentemente precisa, di Emma Stone e Ryan Gosling. Per la cronaca segnaliamo come il film racconti una storia d’amore fra un’aspirante attrice, che sopravvive facendo la cameriera nel bar di uno dei maggiori studi cinematografici, e un musicista che sogna di far rinascere il jazz in un momento in cui questa musica sembra sul punto di scomparire. I due s’incontrano, si amano, si lasciano e si ritrovano, alcuni anni dopo quando le rispettive vite sono ormai definitivamente marcate in altre direzioni: lei è diventata un’attrice di successo, lui ha realizzato il sogno di dirigere un suo locale, ma è un luogo più simile all’anticamera di un obitorio che non alla sala parto di un ospedale.
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