56ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid - Pagina 4

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56ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid
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altE' una burrascosa riunione di famiglia quella descritta da Mika Kaurismaki in Veljekset (Fratelli), suo ventesimo film, presentato in concorso. Girato in cinque giorni e ispirato liberamente a I fratelli Karamazov (1879) di Fëdor Dostoevskij (1821 – 1881), si può considerare, a detta del regista, una commedia nera. E’ sicuramente la satira amara di una famiglia scombussolata. Paavo ha settanta anni e ha avuto tre figli da tre diverse donne. Di carattere forte, ubriacone ed egoista, le ha fatte fuggire tutte. Ora fa la corte a un’immigrata russa, Raisa, che ha una relazione con suo figlio Mitja. Le chiede di sposarlo alla presenza di Torsti, il figlio che abita la stessa casa, di Ivar, il figlio professore giunto in visita dopo venticinque anni, e dello stesso Mitja. Naturalmente la lite scoppia subito perché i figli sperano di dividersi l’eredità che rischia, invece, di andare a Raisa. All’annuncio delle nozze, Mitja impazzisce e minaccia il padre con una pistola e questi finge un infarto. Gli ospiti, frastornati, si sparpagliano intorno alla casa di campagna. Lo stato di tensione fa emergere verità a lungo taciute. La più terribile la rivela una persona esterna alla famiglia; è vero che c’è eredità, ma il vecchio è pieno di debiti e la casa è ipotecata. Potrebbe essere un dramma teatrale, poiché si svolge principalmente in un interno e trae forza dal talento degli attori che si affrontano tracciando caratteri ben definiti. Dura novanta minuti ed è interpretato da Karl Heiskanen, Pertti Sveholm, Timo Torikka, Liisa Mustonen, Mari Perankoski, Vesa Vierikko.

altL’amore che sboccia, sensibilità, pudore e timori di un’adolescente al primo innamoramento, è questo, in parte, il contenuto del bestseller da tre milioni di copie, edito nel 2007, dello scrittore cinese Ai Mi da cui Zhang Yimou ha tratto il film Shan zha shu zhi lian (Amore sotto l’albero del biancospino). Durante la Rivoluzione Culturale, Jing, studentessa di diciassette anni, è mandata a lavorare nei campi per un programma di rieducazione. Timida ragazza di città, non ha colpe, ma suo padre, considerato di destra, è in prigione. Con due fratelli più piccoli, e la madre oberata di lavoro, deve star attenta a non commettere errori. E quando incontra Sun, ingegnere ventiquattrenne di famiglia agiata, gli nasconde i suoi sentimenti. Lui le fa la corte e la rispetta, ma improvvisamente scompare. Un giorno la ragazza viene a sapere che il giovane è stato ricoverato in ospédale. Lo cerca e trascorrono insieme una casta notte. Quando lei torna in ospédale, Sun non c’è più. E’ stato trasferito, ma nessuno sa dove. Il film è interpretato in maniera magistrale dalla debuttante Zhou Dongyu e dall’estroverso Shawn Dou ed è come una ventata di primavera. Mediante una rappresentazione lenta e controllata il regista riesce a descrivere l’esplosione dei sentimenti dell’adolescente e il suo candore nella scoperta del primo amore. Sullo sfondo ci sono il misurato ritratto della madre vessata e preoccupata e i guasti della Rivoluzione Culturale di cui fu vittima lo stesso regista, condannato a tre anni di lavoro nei campi e a sette in fabbrica.