56ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid - Pagina 3

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56ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid
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altIl festival ha presentato, in anteprima europea dopo la partecipazione al Festival di Toronto, W ciemnoṥci (Nell’oscurità), di Agnieszka Holland, candidato all’Oscar per il cinema polacco. Quasi sessant’anni dopo la feroce repressione degli abitanti del ghetto di Varsavia da parte dei nazisti, un’affermata regista con una quindicina di film all’attivo torna per la terza volta a occuparsi dell’Olocausto. Compito non facile vista l’abbondante filmografia dalla fine della seconda guerra mondiale ai nostri giorni, e considerato l’evidente pericolo di una ripetizione prossima alla saturazione. Nondimeno, ha deciso di realizzare questa storia non appena David Schamoon le ha inviato una sceneggiatura corredata di dettagli sulla repressione che azzerò il ghetto della città di Lvov. Ne è scaturito un film di 145 minuti, con le cadenze di un thriller, ma ben radicato nella realtà storica e sociale del ghetto che ebbe il suo massimo cantore nel Nobél di letteratura Isaac Singer. Leopold Socha (Robert Wieckiewicz) si occupava delle fogne cittadine di Lvov, degli scoli e degli intasamenti, ma era anche un furfante, dedito a furti in appartamenti, e nascondeva la refurtiva in anfratti della rete fognaria. Nel marzo del 1943 la distruzione del ghetto spinse alcune famiglie di ebrei a scavare un passaggio e a nascondersi proprio in quei cunicoli. Scoperti dal fognaiolo, fecero un accordo con lui per non essere denunciati. All’inizio, quindi, ci fu un ricatto, ma la progressiva conoscenza della famiglia Chiger e degli altri perseguitati mutò il comportamento dell’ospitante che divenne il loro dispensiere e la guida. Gli ebrei lo pagarono finche ebbero soldi, poi l’impresa trasformò nel profondo il furfante, che fece l’impossibile per salvarli e ci riuscì in larga parte.  Analogo a molti altri racconti della repressione nazista, il film non riserva sorprese. Tuttavia la regista punta sui problemi derivanti dalla lunga e penosa convivenza di uomini, donne e bambini sottratti alla loro normalità quotidiana, in questo modo crea a un’altra normalità, quella della forzata convivenza di molti esseri umani in spazi ristretti, umidi, maleodoranti, lontano dalla luce del giorno e con l’obbligo del silenzio. Sono inevitabili le fiammate di nevrosi, i tentativi di fuga e di sopraffazione, in un universo buio e circoscritto, percorso dai ratti. Con un eufemismo si potrebbe anche aggiungere che anche il cibo scarseggiava. Il pubblico ha assistito in silenzio e alla fine si è manifestato con un caloroso applauso liberatorio. La fotografia, che non concede molto al buio delle fogne, è di Jolanta Dylewska. Gli altri interpreti sono Benno Fürmann, Agnieszka Grochowska, Maria Schrader.