04 Ottobre 2010
Venerdì 10 settembre decimo giorno
La sfilata dei film in concorso si è terminata con tre titoli di cui riferiamo in ordine di riuscita e importanza. Road to nowhere (Strada verso il nulla) è lultima fatica di Monte Hellman, un regista, caro ai cinefili. Questo cineasta, considerato lo scopritore di Quentin Tarantino essendo stato il produttore esecutivo del film con cui ha esordito, Le iene Cani di paglia (Reservoir Dog, 1992), ha presentato, alla non più verde età di settantotto anni, un film che riassume la sua poetica: rapporto fra realtà e finzione, cinema nel cinema, sentimenti spinti sino ai limiti estremi. Un giovane regista americano vuole realizzare un film su un fatto di sangue realmente accaduto. Ne sono stati protagonisti una giovane segretaria e un potente uomo politico del Nord Carolina, entrambi coinvolti nella sparizione di 100 milioni dollari in fondi pubblici. Non si è riusciti a chiarire sino in fondo se la donna - che, forse, era lamante del politico, anche se molto più giovane di lui - è stata vittima o organizzatrice della truffa. Per il ruolo principale il cineasta ingaggia una semisconosciuta che si rivelerà, in un finale debitamente sanguinolento, essere la vera sorpresa della storia. Il film è girato con grande perizia e non molti soldi e conferma la capacità degli americani di utilizzare il linguaggio cinematografico come mezzo despressione duttile e intimamente legato alla loro cultura. Pur senza far ricorso alla magia degli effetti speciali, ai divi famosi, ai mezzi sovrabbondanti o alle storie mirabolanti il regista dà prova di una capacità di raccontare che avvince dal primo allultimo fotogramma. E un film per palati fini che, allinizio, può anche suscitare qualche perplessità, ma che con lo scorrere delle sequenze acquista corpo e forza.
Anche Barney's Version (La versione di Barney) batte bandiera a stelle e strisce. L'ha diretto, traendolo da un romanzo di successo del canadese Mordecai Richler (1931 - 2001), Richard J. Lews ,più noto come produttore e regista della serie televisiva CSI: Crime Scene Investigation che come autore di lungometraggi, ha al suo attivo, ad esempio, Un poliziotto a quattro zampe (K-9: P.I., 2002). Questa sua nuova fatica s'iscrive nel miglior cinema commerciale americano raccontando la vita del direttore di una società di produzione televisiva canadese, significativamente chiamata Totally Unnecessary Productions (Produzioni Totalmente Inutili). Il tutto disteso su più di trentanni, raccontati dal protagonista, come in una fluviale auto confessione, prendendo spunto da un libro scandalistico scritto da un ex-poliziotto che lo perseguita, convinto che sia stato lui a uccidere uno scrittore segnato dal vizio di portarsi a letto le mogli del produttore, oltre che abusare di alcol e droghe. Percorriamo così le varie tappe della carriera di questuomo di successo, conosciamo le sue tre mogli, i figli e la strada dolorosa verso la demenza senile. E' un testo molto ben costruito, che intreccia abilmente melodramma e ironia, sentimento (sentimentalismo?) e sguardo cinico sul mondo televisivo. In poche parole un prodotto d'alto livello professionale, ma che suscita una sola domanda: che cosa ci sta a fare in una Mostra dArte cinematografica?
Ancora meno comprensibile la scelta di mettere in concorso Drei (Tre) del tedesco Tom Tykwer che molti ricordano come autore del divertente ma nulla più, Lola corre (Lola rennt, 1998). Qui siamo alla parodia in carta patinata di Jules e Jim (1962) di François Truffaut, con una storia damore a tre fra una moglie turbata dal pensiero della prossima menopausa, un marito convalescente per unoperazione che lha privato di un testicolo causa cancro e un bel ricercatore bisessuale. Finiranno tutti, armoniosamente, nello stesso letto dopo una serie di turbamenti e un diluvio dimmagini promozionali della nuova Berlino. Non c'è niente di realmente interessante, qualche limitato brivido erotico e molte immagini in confezione regalo.
Conclusioni
Come si poteva prevedere è stata la classica Mostra in un anno di crisi, con meno soldi, qualche sofferenza strutturale e pochi titoli degni di una grande rassegna darte cinematografica. A ben guardare i soli film artisticamente importanti sono stati quelli firmati dal russo Aleksei Fedorchenco (Ovsyanki Anima silente), Monte Hellman (Road to Nowere Strada verso il nulla), Kelly Reichardt (Meeks Cutoff - Il sentiero di Meek) e Pablo Larain (Post mortem). Ci sono stati, poi, alcuni titoli di buon valore, ma tuttaltro che straordinari, come quelli di Ascanio Celestini (La pecora nera), Sofia Coppola (Somewhere Da qualche parte) e Abdellatif Kechiche (Vénus Noir - Venere Nera), Si dirà che, con i tempi che corrono, non è un bilancio trascurabile. Appunto: con i tempi che corrono.
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