49°Thessaloniki Film Festival 2008 - Pagina 4

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49°Thessaloniki Film Festival 2008
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Piccoli Crimini Coniugali
Piccoli crimini
Ci sono poi stati alcuni titoli di scarso o nullo interesse, ma che possono essere utili per indicare alcune tendenze del cinema ellenico contemporaneo. Mikro englima (Piccoli crimini) di Christos Georgiou è una brutta commedia basata su uno dei classici pastoni cari al cinema leggero di questo paese: qualche battuta prevedibile, panorami mozzafiato a uso di promozione turistica, moderato erotismo sintetizzato, al massimo, in qualche fugace nudo femminile integrale. Questa volta si parla di un agente di polizia che opera su un'isoletta dell'Egeo e sogna il trasferimento ad Atene. Il suo capo, che al lavoro ufficiale preferisce la pesca e la coltivazione della vite, lo sconsiglia in ogni maniera. Il suo momento di gloria sembra arrivare quando un anziano ubriacone è trovato morto dopo una caduta da un dirupo. Il capo liquida subito il caso come disgrazia, mentre l'agente continua ad indagare convinto dietro quella morte si nasconda qualche cosa di losco. Lo aiuta una giovane star della televisione, nata da quelle parti, e rientrata a casa proprio per i funerali dello scomparso che, in realtà, era suo padre. Soluzione facile e prevedibile, con possibile storia sentimentale fra l'agente e la presentatrice. Il film è banale, noioso, prevedibile, insopportabile nel'ovvietà della regia e dello stile.
La montagna di fronte
La montagna di fronte
To vouno brosta (La montagna di fronte), opera seconda di Vassilis Douros, segue la strada dell'inserimento di temi socialmente scottanti nel più classico melodramma paesano. In una regione montana, al confine con l'Albania, una piccola comunità emargina e odia un pastore venuto, con la famiglia, d'oltre confine. I nativi sono ortodossi, gli altri mussulmani e questo basta a dare una parvenza di giustificazione alla pesante emarginazione. Un giorno un camioncino pieno di fuochi d'artificio è costretto a fermarsi in paese per un guasto e il piccolo albanese chiede al padre di veder esplodere un razzo. Siamo la notte precedente la Pasqua, ricorrenza che i locali festeggiano in modo particolarmente solenne sparando anche modesti petardi. Spinto dal figlio e dal dileggio dei greci, il pastore paga gli artificieri affinché sparino i loro fuochi proprio la Notte Santa. L'odio monta e sfocia in una tragedia che costa la vita ad un giovane d'origine schippettara, ma di cittadinanza greca. Un monito contro il rischio di spezzare anche qual poco di omologazione che già si è verificato, soprattutto grazie alle nuove generazioni, in un film è generoso, ma stilisticamente vecchio, democratico, ma polveroso.
Fine profonda
Fine profonda
Deep End (Fine profonda) di Thanassis Antoniou vorrebbe essere un thriller con componenti erotiche, ma costruisce solo una storia lesbica grossolana, immersa in una paesaggio che sembra tratto da un opuscolo per la promozione turistica delle isole greche. Due donne, che sono anche amanti ma lo scopriremo solo alla fine, spingono i rispettivi mariti ad uccidersi reciprocamente per poter dare sfogo all'amore che le anima. Il tutto su una spiaggia magnifica in cui il quartetto è andato a campeggiare. Il film è ripetitivo, noioso e mal costruito.