19 Agosto 2019
Robert Guédiguian è un regista di cinema e teatro che ha scelto Marsiglia e i suoi lavoratori come asse del suo lavoro e a essi rimane fedele anche in Gloria Mundi ruota attorno a un nucleo familiare in cui i vecchi continuano un’esistenza faticata e difficile, mentre i giovani cercano di affermarsi anche con metodi moralmente discutibili. Tutto ruota attorno a uno dei capifamiglia da voco scarcerato dopo aver scontato una lunga pena per aver partecipato a una rissa in cui è morto un suo amico. Sarà lui a rimettere le cose sulla retta via addossandosi un secondo delitto, in realtà commesso da uno dei giovani che, in un impeto di rabbia, a voluto così punire il membro della famiglia più arrogante e disposto a tutto pur di riuscire. E’ un film perfettamente in linea con la filmografia di questo regista da sempre schierato dalla parte degli umili e avverso a qualsiasi forma di usurpazione. Un film molto tradizionale, ma anche molto lineare e condivisibile.
Il portoghese Tiago Guedes ha portato nel concorso della Mostra A herdade (Il dominio) in cui si racconta un quarto di secolo di vita del paese attraverso le vicende che segnano una grande proprietà agricola. Non è la prima volta che il cinema o la letteratura si avvalgono della metafora di un’esistenza o della vita di un’azienda per raccontare la storia di un paese. Questa volta il discorso appare particolarmente convincente e tale da giustificare la lunghezza, oltre tre ore, del film anche se dal punto di vista del linguaggio non vi sono guizzi particolarmente originali.
U.R.
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