51mo Karlovy Vary International Film Festival - Pagina 2

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51mo Karlovy Vary International Film Festival
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anthropoid h 2016Con un balletto particolarmente efficace che rappresentava la vita balnearia della città termale di Karlovy Vary, ha avuto inizio l’edizione numero 51 del KVIFF divenuto uno dei più importanti del Est europeo sia quale valenza europea che quale preciso riferimento della produzione di quelle zone culturali. L’utilizzo di elaborazioni grafiche in diretta che si sviluppavano nella Grande Sala del Thermal hanno creato piacevoli emozioni. Le coreografie, rielaborate con gusto, esplodevano sul grande schermo mentre continuava la performance dei ballerini. Presentazione del Festival, consegna a Willem Dafoe del Crystal Globe per ilo suo contributo al cinema mondiale, si giunge alla presentazione del film scelto per l’inaugurazione, presentato in prima mondiale. Diretto, scritto, sceneggiato e fotografato da Sean Ellis, è opera originale capace di fare pensare e di fare discutere sia sui contenuti che sulle scelte registiche. Anthropoid (Antropoide) è il nome in codice dato ad un’operazione realizzata dall’intelligence del governo ceco in esilio a Londra che mirava ad eliminare il famigerato SS Reinhard Heydrich, terzo uomo più potente del Reich nazista e principale artefice della soluzione finale della questione ebraica. Fu ucciso a Praga il 4 giugno 1942 grazie all’attentato effettuato da paracadutisti cecoslovacchi rimandati per questa missione nella loro patria. Per 15 anni Sean Ellis ha cullato l'idea di un adattamento cinematografico di quel momento importante della Seconda Guerra Mondiale, anni in cui ha passato al setaccio l’enorme quantità di materiale disponibile. Il suo scopo era di conoscere il modo in cui i soldati Jozef Gabčík e Jan Kubis si presentavano nei confronti di un atto le cui conseguenze per loro sarebbero state certamente fatali. Questo momento può essere letto come esemplificatore del periodo e, allo stesso tempo, quale dramma opprimente per dei giovani che non smettono di provare emozioni; è una precisa ricostruzione di un atto eroico fatto più per dovere che non per una vera convinzione. Il sensibile autore di Metro Manila (2013) e vincitore di un Oscar con il corto Cashback (2004) – riletto nel 2006 come lungometraggio – ha realizzato un film originale che in due ore racconta di eroismo, di umane paure, di resistenza, di collaborazionismo, dei 5.000 cechi uccisi quale risposta all’assassinio del gerarca. Lo fa in maniera assolutamente originale utilizzando la macchina da presa appoggiata in maniera instabile sulla spalla, con un’immagine sgranata da colori neutri che tendono all’uniformità del seppia. Anche nelle tante soggettive predilige l’immagine imperfetta aggiungendo al tremore anche tagli di parte del viso. Sicuramente funzionale ma, a tratti, sembra essere utilizzato solo a livello di masturbazione intellettuale. Oltre a questo, i suicidi presenti vengono enfatizzati e descritti con toni un po’ melo, come l’amore impossibile che nasce tra uno dei paracadutisti e una ragazza che li aiuta. Questa morte sempre presente nella loro vita, alla fine diviene un leitmotiv poco efficace. Le scene degli scontri tra Nazisti e cechi sono un po’ troppo roboanti ma donano vigore alla narrazione. In sintesi, un buon film che richiede da parte dello spettatore dedizione guardando più all’onestà dell’operazione che non al risultato finale.

102-original-blissGleißendes Glück (Beatitudine assoluta), presentato nella sezione competitiva è un complesso film tedesco diretto da Sven Taddicken che vorrebbe essere psicologico ma diviene ben presto storia d’amore desiderata e temuta da parte di due persone che mai avrebbero dovuto incontrarsi. Protagonista è una donna di cinquanta anni insoddisfatta della vita, soprattutto della sfera sentimentale. Ha tre figli con vite indipendenti ed un marito che la considera soprattutto nella sfera sessuale. Ascolta in televisione l’intervista con noto psicologo, le teorie che espone le piacciono e decide di incontrarlo. Lui accetta, vorrebbe tagliare corto ma, nello stesso tempo, si accorge di provare attrazione per una donna che non è certo simile a un sex symbol. La studia da un punto di vista scientifico, inizia a considerarla come una donna da conquistare. Tra i due nascono complicità e tradimenti intellettuali e nella casalinga repressa un modo nuovo di intendere l’esistenza. Nel contempo, alla donna viene diagnosticato un tumore invasivo al seno sinistro, il marito che si sente tradito nei suoi desideri e la picchia lei si rifugia dallo psicologo, torna dal marito fino a quando lui non esagera e lei lo pianta definitivamente. Attori poco convincenti, soprattutto gli uomini, riducono al minimo l’interesse. A questo va aggiunto una sceneggiatura scontata, incapace realmente di coinvolgere.
016-the-wolf-from-royal-vineyard-streetIl secondo titolo presentato nella giornata è stato Vlk z Královských Vinohrad (La volpe dalla Royal Vineyard Street), un testo autobiografico del grande regista ceco Jan Němec, voce libera del cinema che ha avuto vita avventurosa ma libera, terminata quest’anno allo scoccare dei suoi ottanta anni. Il film inizia come un documentario con varie scene riprese durante il Festival di Cannes del 1968, in son o presenti anche Milos Forman, la contestazione studentesca, Jean Luc Godard che era a capo di chi cavalcava la ribellione. Tutto questo in contrasto con il sogno del cineasta cecoslovacco di trascorrere una vacanza da sogno sulla Costa Azzurra. Il suo trasferimento negli Stati Uniti dove per sopravvivere realizza video di matrimoni pagati inizialmente 150 dollari ma che alla fine gli permettono di avere una vita decorosa e la speranza di realizzare i film che sogna. Si prosegue con l’incontro con Ivana Trump che gli promette il denaro del marito quale produttore ma e, alla fine, gli regala solo un libro autografato del coniuge. Termina in una Karlovy Vary nel 2015, dove riceve gli onori tanto desiderati anche se mai ammessi. Questo straordinario autore ceco riesce a creare un perfetto mix tra storia, dramma e bellissima commedia, creando emozione e divertimento. Sicuramente un’opera che merita la massima attenzione.
(F.F)