56° Festival Internazionale del Film di Salonicco - Pagina 4

Stampa
PDF
Indice
56° Festival Internazionale del Film di Salonicco
Pagina 2
Pagina 3
Pagina 4
Pagina 5
Pagina 6
Pagina 7
Foto
Tutte le pagine

Aesde AllàIn concorso si è visto Desde allá (Da lontano), primo lungometraggio narrativo del venezuelano Lorenzo Vigas che con questo titolo ha vinto, con qualche polemica polemiche, il massimo riconoscimento all’ultima Mostra Internazionale di Venezia. Il film racconta una storia d’amore fra un guardone omosessuale e un ragazzino marginale. Il primo è un odontoiatra proprietario di un laboratorio ben avviato, il secondo un delinquentello che vive nelle zone povere di Caracas, campando di furti e piccoli traffici. S’incontrato quasi per caso, il ragazzo picchia e deruba l’uomo più maturo e quest’ultimo finisce per innamorarsi di lui. Il giovane prova, a sua volta, affetto per il signore benestante che gli confessa di odiare suo padre senza spiegarne la ragione. Per fargli un favore, il giovane marginale uccide l’odiato genitore dell’altro, ma l’amante lo denuncia alla polizia. Siamo nei pressi del cinema melodrammatico sullo sfondo di una città caotica. Una storia d’amore e ripulsa che non si cura di offrire allo spettatore tutte le chiavi di lettura per dipanarla, ma presenta a chi la segue una confezione accurata e psicologicamente motivata. E’ un film non originale, ma sorretto da una buona capacità narrativa.
Sempre in area latinoamericana è piaciuta la semplicità e il sentimento che reggono un’altra opera prima: poster-movie-camino-a-la-paz-2015Camino a La Paz (Strada verso La Paz) dell’argentino Francisco Varone. Un tassista indipendente ottiene da un anziano mussulmano l’incarico di portarlo dalla capitale argentina a quella boliviana. Qui il vecchio dovrà incontrarsi con un fratello, più anziano di lui, per raggiungere Caracas dove imbarcarsi per la Mecca. In questo modo compirà il viaggio prescritto a ogni buon credente per adempiere a uno dei precetti dell’Islam. L’autista all’inizio è dubbioso, ma si lascia convincere dalla cospicua somma che gli è promessa. Inizia in questo modo un singolare road movie che presenta due punti d’interesse: il rapporto fra i due e l’immagine delle comunità islamiche latinoamericane. Alternando momenti drammatici come la rapina che i due subiscono ad opera di alcuni banditi travestiti da venditori di salami, a aspetti decisamente ironici come l’intera parte dedicata al cane raccolto per via. Sono momenti indispensabili a giustificare il legame che, lentamente, sale fra sino a sfociare in una bella amicizia aperta. E’ un film, come si suole dire, fatto di niente o di poco ma che ha il merito di tratteggiare con affetto e intelligenza due caratteri diversi, ma, a un tempo, solidali.
3b475b12e99a0f5e9a33330e43f2ecb1Sempre in concorso si è visto anche il film Silent (Silente) opera seconda del greco Yorgos Gkkapeppas. E’ il ritratto di una giovane cantante lirica che, ad un tratto, rimane muta. Fisicamente non ha nulla, accertano gli specialisti, è solo che il suo rifiuto psicologico di continuare a vivere si è tradotto in un’afonia volontaria. A nulla valgono le sollecitazioni di amici e parenti, la ragazza si chiude in una casa abbandonata da tempo e non risponde a nessuno. Riprenderà ad articolare qualche suono solo dopo una serie di violente scene madri, protagonisti i genitori che hanno non poche responsabilità nei confronti delle figlie. E’ il classico film basato su una forte interpretazione, la protagonista Kika Georgiou è davvero molto brava, e su un inanellarsi di scontri segnati da toni recitativi costantemente alti. Un film ben costruito, ma che non porta niente di nuovo a ciò che già sappiamo del cinema e della psichiatria.