69ma Mostra Internazioale d'arte Ciinematografica - Pagina 11

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69ma Mostra Internazioale d'arte Ciinematografica
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Francesca Comencini, figlia dell’indimenticabile Luigi e sorella di Cristina, ha tratto Un giorno speciale, ultimo film italiano in concorso, dal romanzo Il cielo con un dito (2010) di Claudio Bigagli (1955). Una squillo, con speranze di diventare un’attrice, deve incontrare un politico importante che ha promesso di raccomandarla per un ruolo in televisione. Questi manda a prenderla una macchina con un autista che è al primo giorno di lavoro. Un intoppo impedisce al politico di mantenere l’impegno, rinviando l’incontro di ora in ora. In questo modo la ragazza e il neoassunto passano assieme un’intera giornata, fra incomprensioni, rancori e progressivo innamoramento. Alla fine, quasi in piena notte, arriva la disponibilità del parlamentare a incontrare la giovane, onde ricevere il compenso sessuale per la raccomandazione. E’ un brusco ritorno alla realtà, che divide le strade dei due, salvo, nel finale, un (improbabile) ritorno amoroso del ragazzo. E’ una storia di dimensione perfetta per un mediometraggio – il romanzo non arriva alle 150 pagine - che la regista stiracchia sino alle dimensioni di un film di normale durata. Lo stile narrativo è piano e le immagini prediligono scorci di grande bellezza, ma il risultato complessivo è in parte compromesso da un esito incongruentemente quasi ottimistico. In conclusione siamo alla presenza di un’opera, professionalmente matura, ma non troppo originale.
altBrian De Palma è ritornato in Europa, più precisamente a Berlino, per girare Passion (Passione), nuova versione di Crime d'amour (Crimine d’amore, 2010) di Alain Corneau (1943 – 2010). L’ambientazione è in una grande agenzia pubblicitaria diretta da una manager cinica e arrivista che non esita ad appropriarsi del lavoro di una creativa per far carriera. La cosa innesca uno scontro senza esclusione di colpi fra le due donne, lotta che sfocia in un delitto con tanto di colpo di scena finale. Ritroviamo in quest’opera lo stile e gli interessi che segnano l’intera filmografia di questo cineasta, da Vestito per uccidere (Dressed to Kill, 1980) sino a Femme Fatale (2002). Opere da cui traspare un forte interesse per passioni e crimini. In questo caso c’è anche una notevole parte sessuale, caratterizzata dalla dissolutezza libertina della grande manager e dalla passione saffica di una segretaria verso l’altra donna. E’ un film costruito molto bene, attento alla purezza delle immagini, preciso negli snodi narrativi, teso dalla prima all’ultima immagine. Anche in questo caso un’opera professionalmente altissima, ma che aggiunge ben poco a quanto sapevamo del suo autore.
altCon questi due titoli si è chiusa la passerella del concorso e non resta che attendere il verdetto dei giurati. Da parte nostra abbiamo già espresso preferenze nei confronti di cinque titoli: La cinquième saison (La quinta stagione) di Jessica Woodworth e Peter Brosens, E’ stato il figlio di Daniele Ciprì, Pieta (Pietà) di Kim Ki-duk, Paradies: Glaube (Paradiso: fede) di Ulrich Seidl e Izmena (Tradimento) di Kirill Serebrennikov. Dubitiamo che il nostro giudizio coincida con quello della giuria che, nel decidere, deve tener conto sia di sensibilità molto diverse, sia di precise opportunità diplomatiche. In ogni caso saremmo felici se almeno uno di questi titoli comparisse nel palmares.