01 Luglio 2011
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46mo Karlovy Vary International Film Festival |
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Conclusioni
La 46ma edizione del festival ne ha confermati forza e interesse. Come di consueto le parti contenenti i titoli più noti, passai in altre manifestazioni hanno attirato una gran massa di spettatori, in prevalenza giovani e ciò conferma il ruolo fondamentale di conoscenza svolto dai festival di cinema, questo in particolare. Nel momento in cui il mercato segnala una sempre maggiore dominanza dei multiplex, spesso accentrati in grandi centri commerciali di cui funzionano come appendice consumistica, e una parallela moria delle sale monoschermo, in particolare di quelle d’essai, i festival sono chiamati a svolgere un importantissimo ruolo di conoscenza delle opere e produzioni che per loro natura non rientrano nelle forme di consumo di cui i cinema multischermo sono la punta di diamante. Non si deve dimenticare, infatti, che il ruolo dei multiplex non è solo quello di offrire un nuovo tipo d’offerta cinematografica, ma anche quello di operare, oggettivamente, una scelta fra il pubblico. Basta osservare con attenzione il pubblico che solitamente frequenta queste sale o leggere le indagini statistiche per capire come l’obiettivo dei dirigenti di questi complessi multischermo è quello di mirare a un pubblico giovane, solitamente più favorevole ai film americani che a quelli europei, alle commedie e alle frase che non alle tragedie. In poche parole un universo di consumatori che hanno ben pochi punti di contatto con il pubblico, generalmente di età più avanzata, che ricerca nel film conoscenza e mozioni non superficiali. Venendo a mancare l’offerta di film atti a soddisfare sistematicamente quest’esigenza essa è trasferita, almeno per quanto riguarda il pubblico più giovane, nei compiti e programmi dei festival, almeno di quelli che si sogliono definire per la città. E’ il caso di Torino, Salonicco, parzialmente Berlino, manifestazioni che, non a caso si sviluppano in situazioni in cui è presente un vasto terreno universitario e/o cinefilo. Karlovy Vary, anche se non ha un simile retroterra, attira consistenti gruppi di giovani curiosi di vedere opere entreranno raramente nel normale circuito distributivo. Va dato atto ai dirigenti della manifestazione di aver colto, e non da oggi, quest’esigenza organizzando un programma vasto e complesso articolato su un ampio ventaglio di sezioni tutte in cui dominano le opere di grande spessore culturale. Persino nei pochi casi in cui sono stati messi in cartellone titoli di grande respiro industriale, non si è trascurato di scegliere film che univano la spettacolarità a valori espressivi alti. Come in ogni scelta umana si può amare o dissentire da questo o quel titolo, provare maggiore simpatia per questa o quella pellicola, ma ciò che conta è che, a Karlovy Vary la banalità e il commercio non trovano buona accoglienza.
I premi
Globo di cristallo (30.000 dollari) da dividersi in parti uguali fra il regista e il produttore.
Boker Tov, Adon Fidelman (Restauro) regia di Joseph Madmony, Israele.
Premio speciale della giuria (20.000 dollari) da dividersi in parti eguali fra regista e produttore.
Cigán (Gitano) di Martin Šulík, Repubblica Slovacca – Repubblica Ceca.
Premio per la migliore regia
Pascal Abate per il film Holidays by the Sea, Francia.
Premio alla migliore attrice
Stine Fischer Christensen interprete del film Die Unsichtbare (La fessura nella conchiglia) di Christian Schwochow, Germania
Premio al miglior attore
David Morse interprete del film Collaborator (Collaboratore) di Martin Donovan, Canada - USA.
Menzioni speciali
Ján Mižigár interprete del film Cigán (Gitano) di Martin Šulík, Repubblica Slovacca – Repubblica Ceca.
Jocelyn Pook per la musica del film Værelse 304 (Stanza 304) regia di Birgitte Stærmose, Danimarca - Croazia.
Sezione EAST OF THE WEST
Concorso
Primo premio (10. 000 dollari)
Pankot ne e mrtov (Il punk non è morto) di Vladimir Blaževski, Macedonia – Serbia.
Menzione speciale
Generation P (Generazione P) di Victor Ginzburg, Russia – USA.
Sezione documentari
Miglior documentario superiore ai trenta minuti (5.000 dollari)
Det gode liv (La buona vita) di Eva Mulvad, Danimarca.
Miglior documentario inferiore ai trenta minuti (5.000 dollari)
Deklaracja nieśmiertelności (Dichiarazione d’immortalità) di Marcin Koszałka, Polonia
Forum degli indipendenti
Premio macchina da presa indipendente
Sunflower Hour (L’ora del girasole) di Aaron Houston, Canada.
Globi di cristallo per il contributo artistico al mondo del cinema
Judi Dench
Premio del presidente del festival
Goran Bregović
John Turturro
Premio del pubblico
Nickyho rodina (La famiglia di Nick) di Matej Mináč, Repubblica Slovacca – Repubblica Ceca
Premi non ufficiali
Premio della critica (FIPRESCI)
Collaborator (Collaboratore) di Martin Donovan, Canada – USA.
Premi della giuria ecumenica
Die Unsichtbare (La fessura nella conchiglia) di Christian Schwochow, Germania.
Menzione speciale
Roméo Onze (Romeo 11) di Ivan Grbovic, Canada.
Premio Don Chisciotte della giuria della Federazione dei cineclub (FICC.)
Cigán (Gitano) di Martin Šulík, Repubblica Slovacca – Repubblica Ceca.
Menzione speciale
Lollipop Monster (Lecca-lecca mostro) di Ziska Riemann, Germania.
Premio della Federazione dei critici europei e mediterranei (FEDEORA)
Sezione East of West
Concorso
Marijine (Le cose di Marija) di Željka Suková, Croazia.
Circuito per la premiazione del cinema asiatico (NETPAC)
Premio al miglior film asiatico
Bir zamanlar Anadolu´da (C’era una volta in Anatolia) di Nuri Bilge Ceylan, Turchia, Bosnia Erzegovina.
Premio etichetta Europa
Cigán (Gitano) di Martin Šulík, Repubblica Slovacca – Repubblica Ceca.
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