10 Novembre 2014
Indice |
---|
11°Sevilla Festival de Cine Europeo |
Pagina 2 |
Pagina 3 |
Pagina 4 |
Pagina 5 |
Pagina 6 |
Pagina 7 |
Tutte le pagine |
Rimasti quasi invisibili in altri Festival, tre film in concorso al Festival. Heaven knows what (Lo sa il cielo), terzo film dei fratelli Ben e Joshua Safdie, era alla Mostra di Venezia e al festival di Toronto. Interpretato da Arielle Holmes, diciannovenne autrice delle memorie Mad Love in New York City (Amore pazzo a New York), dal quale è stato tratto il film, fotografa il quotidiano di giovani drogati nelle strade della megalopoli americana. Niente di nuovo per chi negli ultimi decenni ha seguito le notizie sui guasti della dipendenza da droghe. Di qualche interesse per giovani che non ne conoscono le drammatiche conseguenze. Si apre con Harley pronta a suicidarsi come dimostrazione d’amore a Ilya, giovane junkie freddo ed egoista. Si ferisce al polso con una lametta e viene ricoverata d’urgenza. Il ragazzo, che la prendeva in giro, chiama un’ambulanza e se ne va. Dimessa, la ragazza si accompagna a un giovane spacciatore, ma è sempre innamorata di Ilya, che la riprenderà e la abbandonerà di nuovo. Racchiuso in novantatré minuti, il film descrive sotterfugi, furti, litigi e tradimenti, su marciapiedi e terreni abbandonati della Grande Mela, mettendo a fuoco la lotta quotidiana per procurarsi le dosi.
Già ai festival di Locarno e Toronto il film che il presto sarà presentato alla rassegna di Torino, La sapienza di Eugène Green, nato a New York ma da anni attivo a Parigi. Fondatore nel 1977 del Théatre de la Sapience, difensore della modernità del barocco, e regista di film premiati [Toutes les nuits (Tutte le notti, 1999), A religiosa portuguesa (La suora portoghese, 2009)], questo regista rende omaggio a Francesco Borromini (1599 – 1667), tessendo un elogio della luce nell’architettura. Cinema didattico, colto e inconsueto, con personaggi che parlano ostentando una fissità che rimanda a insegnamenti scolastici, narra di un architetto idealista che deve affrontare persone che ragionano soltanto in termini di profitto. Alexandre, interpretato da Fabrizio Rongione, si concede una breve vacanza in Italia. A Stresa, però, conosce Lavinia e suo fratello Goffredo. Quando la ragazza accusa un malessere, la moglie di Alexandre decide di restare con lei. Al suo posto viaggia Goffredo che vuole studiare architettura a Venezia. E sarà un viaggio di apprendistato per tutti e due. Tra Torino e Roma, il buon senso del ragazzo ha la meglio sui fantasmi del passato che tormentano l’architetto, mentre la compagnia di sua moglie aiuta Lavinia a liberarsi dal malessere che da anni l’assilla. Prodotto da Francia e Italia, parlato nelle due lingue, e interpretato da Christelle Prot Landman, Ludovico Succio e Arianna Nastro, il film dura centoquattro minuti.
Dal Festival di Cannes, (sezione Un Certain Regard), il terzo dei tre film in concorso. Bird people (Il popolo degli uccelli) della francese Pascale Ferran. Altro film insolito che in centoventotto minuti abborda il tema dell’alienazione attraverso due prese di coscienza. Nello stesso albergo a Parigi. Un ingegnere della Silicon Valley ha un incontro di lavoro prima di partire per Dubai. Un malessere durante la notte e un forte senso di soffocamento lo spingono in strada per riprendere una normale respirazione. Segue una notte di riflessioni e di decisioni. Stanco dello stress da lavoro e di una moglie rissosa, decide di lasciar tutto e di restarsene in Europa. Seguono dense telefonate ai colleghi e un lungo collegamento via internet con la moglie, ma la sua decisione è presa. Audrey è la ragazza che riordina la sua stanza. Studentessa universitaria, la giovane sbarca il lunario come donna delle pulizie nell'albergo. Stressata dalle frequenti richieste di lavoro supplementare, assillata dal padre, si distrae seguendo il volo di un passero e sviene. Soccorsa da un turista, riprende i sensi: si infila nel suo letto e si concede un lungo sonno ristoratore. Quando si sveglia, capisce che deve cambiar vita. Scende in ascensore e si trova a tu per tu con l’ingegnere della Silicon Valley. Interpretato da Anais Demoustier e da Josh Charles, il protagonista sella serie televisiva The Good Wife (La buona moglie, 2009) il film segue forme narrative nuove che a volte sfiorano nel documentario, ma in larga parte concede insospettati spazi all’immaginazione con suggestive immagini poetiche.
< Prec. | Succ. > |
---|