Festival di Cannes 2010

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sito ufficiale: http://www.festival-cannes.com/fr.html

Festival di Cannes 2010 - Giorno per giorno. 12-23 maggio 2010

Cannes 1 - Mercoledì 12 maggio.

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Il Festival del Film di Cannes, maggiore manifestazione filmica d’'Europa, è giunto alla 63ª edizione che affronta con la solita alluvione di titolo spersi fra le sezioni ufficiali (Concorso, Un Certain Regard, Fuori Concorso, Cortometraggi, Cinefondation), iniziative collaterali autonome (Semaine de la Critique, Quinzaine des Réalisateurs) e, soprattutto il mercato. E' questo il vero cuore di un’iniziativa che da anni ha imboccato la strada del grande appuntamento con produzione e il commercio di film. Basta osservare gli spazzi fisici in cui si articola il festival per rendersi conto dei rapporti di forza. Quello riservato alle proiezioni ufficiali, infatti, è sicuramente minoritario rispetto alle aree e sale a disposizione del Marché. Per quanto riguarda il complesso del cartellone ufficiale esso appare costruito secondo un abile bilanciamento fra opere e registi di forte richiamo commerciale, affermati maestri del cinema, autori già sperimentati e nuove leve. Appartengono al primo gruppo il film d’'apertura, Robin Hood nella versione di Ridley Scott, Outrage del giapponese Takeschi Kitano, Utomlyonnye Solntsem 2 (Sole ingannatore 2 -– L'’esodo) del potente regista russo Nikita Mikhalkov, Incontrerai uno straniero altro e bruno (You Will Meet A Tall Dark Stranger) di Woody Allen, Wall Street - Money Never Sleeps (Wall Street - Il denaro non dorme mai) di Oliver Stone. Numerosi gli autori affermati che ritornano sulla Croisette, per citarne solo alcuni ricordiamo Biutiful, di Alejandro González Iñárritu, Copia conforme (Copie Conforme) di Abbas Kiarostami, Un altro anno (Another Year) di Mike Leigh, La principessa di Montpensier (La Princesse De Montpensier) di Bertrand Tavernier, Lo strano caso di Angelica (O Estranho Caso De Angélica) di Manoel De Oliveira, Film Socialisme (Film socialismo) di Jean-Luc Godard, Tamara Drewe di Stephen Frears, Chantrapas di Otar Iosseliani. C’'è, poi, un buon numero di autori provenienti dall'’estremo oriente (Wang Xiaoshuai, Apichatpong Weerasethakul, Hong Sangsoo, Jia Zhang-Ke, Vikramaditya Motwane). La presenza italiana è scarsa, con un solo film in concorso, La nostra vita di Daniele Luchetti, e l'’inventiva antiberlusconiana di Sabina Guzzanti: Draquila - L'Italia Che Trema.


Robin Hood
Robin Hood

 

Dopo decine di approcci dai connotati più diversi, dal comico all’'avventuroso vecchia maniera, – ecco ora una versione miliardaria e supertecnologica del mito di Robin Hood, l'eroe popolare inglese che, nel'l’immaginario collettivo, ruba ai ricchi per donare ai poveri. Com’è noto si tratta di una figura fra lo storico e il leggendario che, probabilmente, nasce dall'’unione fra l'’immagine di un nobile sassone decaduto mescolata a leggende nate attorno ad un immaginario dio della foresta. In ogni caso è un personaggio che, con lo scorrere degli anni, ha assunto connotazioni e significati diversi, passando dal classico folletto dei boschi, tanto da essere battezzato Satana dai primi cattolici che tentarono anche di cancellarne la memoria, sino alla figura positiva dei giorni nostri. Come abbiamo detto questa è la versione miliardaria e super-tecnologica firmata da Ridley Scott che ha completamente tralasciato la tradizione che vede questo eroe impegnato, con un pugno di amici, a vivere nei boschi. Questa volta l’'ottica precede i temi classici per avventurarsi negli anni in cui quest'eroe aveva nome Robin Longstride ed era uno dei capi arcieri dell'armata guidata da Riccardo Cuor di Leone (1157 - 1199). Lui aveva seguito il sovrano anche durante la terza Crociata e finì con l'opporsi al fratello, Giovanni Senza Terra (1166 -1216), che gli era succeduto nel regno. Robin, nella versione del regista anglo – americano, diventa l'artefice principale, con la compagna Marianna, della sconfitta del re francese Filippo II che tentava d'invadere l'Inghilterra. Secondo il film, fu sempre Robin a costringere il sovrano plantageneto a concedere la Magna Charta (1215), primo documento che sanciva i diritti dei sudditi. Ci sarebbe materia per un discorso ampio e originale sia su questa figura leggendaria, sia sulla storia dell'Inghilterra, sennonché il regista si limita a confezionare il solito polpettone generico, pieno di sangue e battaglie. Stupisce che la direzione di una manifestazione importante come il Festival di Cannes, si sia prestata a un lancio pubblicitario, non c'è davvero altra ragione per la proiezione del film come opera d’apertura, un prodotto davvero modesto.