AEROS ···

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AEROS ···

ImageGli atleti della Federazione Rumena di Ginnastica Artistica, Ritmica ed Aerobica basterebbero a dare vita ad uno spettacolo intriso di emozioni generate dalla potenza fisica e, al contempo, dall’armonia e dalla leggerezza di corpi scultorei che piroettano, si rovesciano, saltano, s’incontrano e si sollevano; se poi a dirigere questi atleti sono coreografi di capacità e fama indiscusse, l’esito non può che risultare appagante.

I coreografi in questione sono Daniel Ezralow, David Parsons e Moses Pendelton, rispettivamente creatori di Iso, Parsons Dance e Momix, che, nel 1997, sono stati chiamati dal produttore teatrale milanese Antonio Gnecchi per dare avvio ad un evento da cui è poi nata una compagnia stabile dal nome di Aeros, che ha portato l’esibizione con successo in tournée in Italia e in Europa.

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Cochi E Renato "Nuotando Con Le Lacrime Agli Occhi" ··

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Cochi E Renato "Nuotando Con Le Lacrime Agli Occhi" ··

ImageCorreva l’anno 1974 e quella che sarebbe stata l’ultima edizione di Canzonissima si chiudeva con una surreale sigla in cui i due protagonisti, come in un primitivo videoclip, si calavano letteralmente nei panni da calciatore di "chi continua a sbagliare il rigore" o in quelli da gerarchi fascisti di "chi un tempo ha fatto furore": si trattava di Cochi e Renato e l’apice del loro successo segnò anche lo scioglimento del sodalizio in due carriere soliste di ben diversa fortuna. La canzone si intitolava "E la vita, la vita" e trentadue anni dopo, appena il gruppo dei Good Fellas (sette elementi, velati dietro un sipario di tulle) ne accenna le prime note, il non folto pubblico della prima del Politeama Genovese inizia ad accompagnare con il battito delle mani l’esecuzione del brano. E’ uno dei momenti più intensi di Nuotando con le lacrime agli occhi, il ritorno sui palcoscenici teatrali della coppia milanese che esplicitamente recita nel sottotitolo ”uno spettacolo di canzoni e ragionamenti”: di questo infatti si tratta, un’antologia di molte fra le canzoni che Enzo Jannacci scrisse per loro dagli esordi al Derby nel 1964 ("La canzone intelligente", "Il piantatore di pellami", “L'uselin de la comare") inframmezzate da duetti o brevi monologhi in cui la vena stralunata che da sempre contraddistingue il duo, si confonde ad alcune pallide incursioni nell’attualità.

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Da questa parte del mare, Gianmaria Testa ····

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Da questa parte del mare, Gianmaria Testa ····

ImageGianmaria Testa torna al Teatro Modena; ogni volta che un suo nuovo progetto viene presentato al pubblico il cantautore di Cuneo non dimentica di omaggiare la bomboniera di Sampierdarena con la sua presenza. Lo spettacolo, incentrato sulla promozione del recentissimo nuovo disco dallo stesso titolo, giunge a Genova dopo un buon rodaggio di quindici giorni nell’amata terra francese e segue la prima italiana di Torino. L’ atmosfera in teatro è intima con la voce calda, vellutata di Testa a battezzare lo spettacolo con una poesia di Erri De Luca, precedente compagno di viaggio e ispiratore, per poi intrattenere il pubblico, oltre che con le canzoni, con aneddoti e racconti tra il serio e l’ironico, armonizzando i momenti di musica con le pause.

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Finale di partita ·····

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Finale di partita
{multithumb}Samuel Beckett considerava Finale di partita la migliore delle sue opere teatrali e molti ritengono che non si tratti solo del capolavoro indiscusso del repertorio drammaturgico dell’autore irlandese, ma anche di uno dei risultati più alti del teatro contemporaneo, in virtù della sua visione pessimista e disincantata dell’esistenza. In occasione del centenario della nascita di Beckett, Franco Branciaroli, regista e interprete dello spettacolo, ha deciso di mettere in scena la piece, pubblicata dal drammaturgo in francese nel 1957 e in inglese l’anno successivo.

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La lunga notte del dottor Galvan ···

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La lunga notte del dottor Galvan ···

ImageNel 1997, Daniel Pennac ha affidato al Teatro dell’Archivolto la rappresentazione di Monsieur Malaussène, primo testo teatrale dell’autore francese, liberamente tratto dall’omonimo romanzo della saga della famiglia Malaussène; la fortunata e lunga (4 anni) tournée dello spettacolo, diretto da Giorgio Gallione e interpretato da Claudio Bisio, ha sancito la collaborazione tra l’Archivolto e Pennac, da allora compagno abituale del teatro genovese. Reduce dal successo della scorsa stagione a Genova e nel resto d’Italia, La lunga notte del Dottor Galvan è tornato in questi giorni al Teatro Modena. La novella di Pennac è stata stampata in seguito al progetto di messinscena teatrale messo a punto da Giorgio Gallione e ad esso è stata in parte adattata.

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Mina... che cosa sei?!? - Tributo a Mina ····

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ImageIl primo musical dedicato a Mina non è stato ideato e prodotto in Italia, come ci si potrebbe aspettare, bensì in Argentina, dove la cantante italiana è molto popolare e dove lo spettacolo è stato messo in scena per la prima volta l’8 dicembre 2003 a Buenos Aires, in occasione dei 25 anni dall’ultima apparizione in pubblico dell’interprete. Al successo di pubblico e di critica ottenuto hanno fatto seguito i riconoscimenti, tra cui il prestigioso Clarin come miglior musical argentino del 2004. Così, dopo 3 anni di repliche Mina... che cosa sei?!? - Tributo a Mina ha raggiunto l’Italia, dove è stato portato sulle scene, oltre che a Genova, ultima tappa della tourné, a Milano, a Bologna e a Torino, ottenendo ovunque plausi di approvazione.

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Mandragola ····

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Mandragola ····

ImageNiccolò Macchiavelli (1469 – 1527) scrisse Mandragola attorno al 1518, probabilmente per le rappresentazioni carnevalesche di quell’anno. Quattro anni prima, il politico – scrittore aveva dato alle stampe Il principe, il libro destinato a dargli fama duratura e ad essere usato per secoli quale manuale di gestione e appropriazione della cosa pubblica. Il suo lavoro letterario sarà, invece, segnato proprio da questa commedia in cui sono evidenti gli influssi del teatro farsesco greco, tutti i personaggi tranne Lucrezia hanno nomi di quell’origine, ed echi della lezione di Giovanni Boccaccio (1313 – 1375). Non a caso i personaggi che compaiono in questa commedia hanno una parentela stretta con quelli de Il Decamerone (1349 -1351): frati corrotti, giovani in foia, mariti vecchi destinati ad essere gabbati, servi mezzani. La storia è quella di un ricco signorotto, d’età ancor verde, che vuole ad ogni costo infilarsi nel letto della bellissima moglie di un maturo possidente ossessionato dall’idea di avere un figlio.

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Cipputi – Cronache del bel paese ····

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Cipputi – Cronache del bel paese ····

ImageGiorgio Gallione è il migliore fra i registi che operano nel circolo dei teatri genovesi. I suoi lavori, sempre stilisticamente perfetti, amalgamano con gusto e misura forme artistiche diverse, dal cinema alla letteratura, dal musical al fumetto. Cipputi – Cronache del bel paese nasce dalla figura dell’operaio ideato da Francesco Tullio Altan che anima un perenne dialogo, con i colleghi Bisnaghis e Bundazzi, sulle sorti della sinistra, il destino del mondo o, più semplicemente, il ruolo permanentemente sacrificale della classe operaia. Regista e autore hanno usato un bel po’ di questi discorsi classistico - metafisici per costruire uno spettacolo che alterna in modo mirabile ironia e dolore, invettiva e speranza. Ci sono brani, come quello sulla peste di Monfalcone, in cui si racconta la terribile morte degli operai uccisi dall’amianto o la lunga radiografia della condizione degli operai cinesi, che fanno rabbrividire d’indignazione.

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Greta la Pazza ···

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Greta la Pazza ···

ImageGreta la Pazza di Marco Ghelardi è un monologo recitato da una donna emigrata in America dopo aver passato, in Europa, anni di vita agra e rischiato l’accusa di stregoneria. Nel Nuovo Continente ha vissuto prostituendosi gestita dal suo amante, Anthony Van Salee. Siamo nel 1667 e il prosseneta è stato giustiziato un anno prima. La donna si reca sulla sua tomba e racconta, in forma di storia vissuta da altri, la sua vicenda personale. Il titolo dello spettacolo deriva da quello di un quadro (Dulle Griet) del 1563 di Pieter Bruegel (1526 - 1569), conservato in un museo d’Anversa, che rappresenta una battaglia con, al centro, una donna strambamente armata. La storia, ispirata alla biografia di Griet Reynert, è stata raccontata anche da Michael Pye nel libro La camera degli annegati e ha al centro la figura di una contadina povera immigrata in quella che, allora, si chiamava Nuova Amsterdam e che, dopo la conquista inglese nel 1664, diventerà New York.

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Take me away ····

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Take me away ····

Gloriababbi Teatro è una compagnia formata da cinque ex – allievi della scuola di recitazione del Teatro di Genova che, nel 1999, hanno deciso di mettersi insieme per proporre Gabriele, un testo scritto da due di loro: Fausto Paravidino e Giampiero Rappa. Da quel momento è stato un rincorrersi di premi, riconoscimenti critici e di nuovi testi, spesso scritti da Fausto Paravidino, tutti incentrati sul lavoro dell’attore e l’originalità della scrittura. Take me away (Portami via, 2004) è opera dell’irlandese Gerald Murphy che i Gloriababbi propongono contraddicendo una prassi per buona parte interna al gruppo. Il dato più evidente dello spettacolo - che si basa su un’impostazione robusta, ma non originalissima – è nel lavoro degli attori. Siamo dalle parti di quel teatro di parola, d’alta tradizione anglosassone e di cui Harold Pinter è il maestro indiscusso, in cui le cose sono più dette che mostrate, i drammi più raccontati che rappresentati.

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