Giorgio Gallione è il migliore fra i registi che operano nel circolo dei teatri genovesi. I suoi lavori, sempre stilisticamente perfetti, amalgamano con gusto e misura forme artistiche diverse, dal cinema alla letteratura, dal musical al fumetto. Cipputi – Cronache del bel paese nasce dalla figura dell’operaio ideato da Francesco Tullio Altan che anima un perenne dialogo, con i colleghi Bisnaghis e Bundazzi, sulle sorti della sinistra, il destino del mondo o, più semplicemente, il ruolo permanentemente sacrificale della classe operaia. Regista e autore hanno usato un bel po’ di questi discorsi classistico - metafisici per costruire uno spettacolo che alterna in modo mirabile ironia e dolore, invettiva e speranza. Ci sono brani, come quello sulla peste di Monfalcone, in cui si racconta la terribile morte degli operai uccisi dall’amianto o la lunga radiografia della condizione degli operai cinesi, che fanno rabbrividire d’indignazione.
La scenografia è semplice, ma molto funzionale, l’interpretazione di primo livello, con Simona Guarino, Orietta Notari, Eugenio Allegri, Aldo Ottobrino, Giorgio Scaramuzzino e Federico Vanni che passano con naturalezza dalla satira alla perorazione politica, al canto. Uno spettacolo in cui musica e recitazione vanno a braccetto con un’armonia e rende omaggio, ad altissimo livello, ai 100 anni della CGIL e ai trenta di lavoro dell’autore. E’ davvero un esempio di grande teatro moderno, in cui la rottura del racconto tradizionale si ricompone in una nuova forma di narrazione, apparentemente ideologica, in realtà saldamente collegata al mondo che ci circonda.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: Francesco Tullio Altan, Giorgio Gallione; regia: Giordio Gallione; scene e costumi: Guido Fiorato; luci: Aldo Mantovani; musiche: Paolo Silvestri; interpreti: Simona Guarino, Orietta Notari, Eugenio Allegri, Aldo Ottobrino, Giorgio Scaramuzzino e Federico Vanni.