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Take me away ···· Take me away ···· Hot

Take me away ····

Gloriababbi Teatro è una compagnia formata da cinque ex – allievi della scuola di recitazione del Teatro di Genova che, nel 1999, hanno deciso di mettersi insieme per proporre Gabriele, un testo scritto da due di loro: Fausto Paravidino e Giampiero Rappa. Da quel momento è stato un rincorrersi di premi, riconoscimenti critici e di nuovi testi, spesso scritti da Fausto Paravidino, tutti incentrati sul lavoro dell’attore e l’originalità della scrittura. Take me away (Portami via, 2004) è opera dell’irlandese Gerald Murphy che i Gloriababbi propongono contraddicendo una prassi per buona parte interna al gruppo. Il dato più evidente dello spettacolo - che si basa su un’impostazione robusta, ma non originalissima – è nel lavoro degli attori. Siamo dalle parti di quel teatro di parola, d’alta tradizione anglosassone e di cui Harold Pinter è il maestro indiscusso, in cui le cose sono più dette che mostrate, i drammi più raccontati che rappresentati.

In questo caso la scena è occupata da quattro personaggi, un anziano padre e i suoi tre figli, forzatamente riuniti nell’attesa di una sorella e del momento in cui andare a far visita alla moglie e madre che si dice ricoverata in ospedale e che abbia espresso il desiderio d’incontrarli. Le conversazioni s’intrecciano e fanno emergere - oltre alle varie personalità, tutte preda di cocenti fallimenti psicologici e/o professionali – un groviglio di rancori, odi, tensioni apparentemente sopite dalle regole di vivere sociale. C’è il giovane che si finge in carriera, ma che, in realtà è un disoccupato squattrinato, chi è stato appena abbandonato dalla moglie, ma racconta di una vita familiare felice, chi ha trovato una minuscola sistemazione economica, ma paga il prezzo di una vita solitaria, spesa davanti ad un computer in cui trova effimero sollievo a pulsioni costantemente represse. Il padre, infine, ha inventato la richiesta della moglie perché lei lo ha lasciato, dopo anni di triste e monotona vita domestica. Non c'è niente di veramente nuovo, ma una recitazione talmente intensa da nobilitare lo spettacolo sino a farne uno dei punti di forza della stagione.

valutazione: 1 2 4 5

Testo: Gerald Murphy; regia Filippo Dini; traduzione: Barbara Valli; interpreti: Andrea Di Casa, Filippo Dini, Francesco Ferrieri, Giampiero Rappa.

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