Alessio Menconi, Fausto Beccalossi - Myra Melford, Marty Ehrlich ····

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Alessio Menconi, Fausto Beccalossi - Myra Melford, Marty Ehrlich ····
ImageA chiudere venerdì 24 novembre il festival Genova jazz 06, il gruppo di Alessio Monconi e Fausto Beccalossi e quello tutto statunitense formato da Myra Melford e Marty Ehrlich. Il repertorio del primo duo ha alternato brani originali del chitarrista genovese e del fisarmonicista bresciano ("Stefanie" e "Te quiero" particolarmente riusciti) ad alcuni standards della musica jazz ("Darn that dream" di Jimmy Van Heusen e "Two For The Road" di Henry Mancini), miscelando ritmi e atmosfere in un set di circa un'ora a tratti affascinante e seducente. A seguire sono saliti sul palco la pianista Myra Melford e il sassofonista Marty Ehrlich: la loro collaborazione è iniziata più di 15 anni fa ed è documentata dal bellissimo lavoro discografico "Yet can spring" pubblicato da Arabesque.

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Dave Holland Quintet ····

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Dave Holland Quintet ····
ImageL’attesa era tanta e non è stata delusa: in un Gustavo Modena stracolmo fino al loggione, il quintetto di Dave Holland ha inaugurato l’edizione 06 di Genova jazz, l’annuale festival organizzato da Ellington club in collaborazione con la Regione Liguria, la Provincia di Genova e il sostegno della Fondazione Carige. Sul palco, per quattro quinti, la formazione dell’ultimo disco “Critical mass”, con Chris Potter al sax, Robin Eubanks al trombone, la novità Nate Smith alla batteria, con l’unica defezione del vibrafonista Steve Nelson sostituito dal bravo, ma un po’ spaesato Jason Moran al pianoforte e al Fender rhodes.
Il contrabbasso di Dave Holland è al centro della scena, non solo fisicamente: è lui che controlla con straordinaria naturalezza tutto quello che accade musicalmente. I brani sono, come d’abitudine, piuttosto lunghi, tanto che alla fine per quasi un’ora e mezza di concerto se ne conteranno solo sei: tra questi “Last minute men” tratta dal repertorio della big band (“Overtime” il disco inciso nel 2005 per la Dare2, l’etichetta dello stesso Holland) e “Vicissitudes”, un brano di Chris Potter in cui il sassofonista dimostra di essere senz’altro uno dei migliori e più ispirati strumentisti in circolazione, ma anche occasione per un assolo di batteria che nasce da un lungo e ostinato riff di contrabbasso sul quale si evidenzia il raffinato concetto ritmico di Nate Smith.

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Il Mercante di Venezia ····

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Il Mercante di Venezia ····
ImageComposto tra il 1594 e il 1596, Il Mercante di Venezia è uno dei testi più noti di William Shakespeare e deve la sua celebrità soprattutto alla figura dell’usuraio ebreo Shylock, interpretato da Eros Pagni nella raffinata rappresentazione portata in scena in questi giorni a Genova da Luca De Fusco. Sono diversi i punti di vista che si affacciano su questo dramma shakespeariano, tanto che risulta quasi impossibile comprendere per chi parteggi veramente lo stesso autore: l’ emarginato e cattivo ebreo o la ricca e cinica società veneziana?
 

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Serata d'addio ···

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Serata d'addio ···

ImageIn Serata d’addio, Paolo Villaggio rilegge in tre atti unici due opere di Anton Cechov e un’opera di Luigi Pirandello, ricavandone tre episodi di un’ipotetica serata d’addio dell’attore stesso, come è reso evidente dal taglio fortemente autobiografico che percorre lo spettacolo. La scena si apre con Villaggio che scherza con gli spettatori, tra cui insinua che siano presenti anche e soprattutto vedove e mariti annoiati; l’attore inizia poi a raccontare della sua infanzia e della timidezza che lo accomunava al fratello gemello, facendo convergere il monologo, quasi inavvertitamente, verso l’opera di Cechov Il tabacco fa male, che qui diventa Il fumo uccide, in cui, durante una conferenza, un ex tabagista illustra quali siano i danni generati da fumo e alcol.

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No Gravity ····

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No Gravity ····

ImageIl desiderio di volare è da sempre una prerogativa degli esseri umani e si manifesta come una propensione costante a raggiungere l’alto con ogni mezzo. Liberarsi della fisica e, quindi, della gravità è tuttavia un sogno irrealizzabile, che tendiamo ad associare alla magia. Per questo lo spettatore di No Gravity non può fare altro che osservare con meraviglia e incredulità i quattro ballerini che con armonia e leggerezza danzano sospesi nella scena.

L’ideatore di questa magia si chiama Emiliano Pellissari, creatore di una macchina teatrale sorprendente e originale, che consiste in uno spazio cubico in cui i danzatori si muovono apparentemente in assenza di gravità.

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La scena è questa (i miei trent’anni, allora...) ···

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La scena è questa (i miei trent’anni, allora...) ···

Image Le bisbetiche è una giovane compagnia teatrale genovese di recente formazione, che si è fatta notare per la prima volta nel 2003 con lo spettacolo dal titolo Kasparov!, in cui la vicenda era ambientata in una cucina, luogo di un delitto, dove si preparava veramente da mangiare. Autrice di quello spettacolo era Emanuela Ziello, che firma anche questa nuova piece, diretta, come Kasparov!, dal regista Gianni Masella. Sulle scena due giovani donne, che, in due monologhi paralleli, parlano delle loro vite di trentenni, appartenenti alla medesima generazione complicata, perchè truffata e poi imbrogliata, raggirata, usata e derisa, e, quindi, la loro infanzia di bambine cresciute in una società troppo impegnata nel tentativo di trovare sé stessa per prestare attenzione ai propri figli, che si sono formati tra televisione mediocre, cinema di serie B, droga, alcol, conservanti, pesticidi.

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Pasolini, Pasolini ···

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Pasolini, Pasolini ···

ImagePasolini, Pasolini, evocazione retorica di un pubblico ministero in uno dei tanti processi subiti dal poeta e regista friulano, è il titolo di un monologo ideato e interpretato da Paolo Mazzarelli. Lo spunto è offerto da La notte poco prima della foresta, del drammaturgo Bernard Koltès, e dal libro, Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte, che Laura Betti ha dedicato alle vicende giudiziarie e all’assassinio di Pier Paolo Pasolini. E’ quest’ultimo testo a fornire elementi per la costruzione delle arringhe che avvocati, pubblici ministeri e giudici pronunciano nel corso dello spettacolo.

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Oh Romeo... ··

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Oh Romeo... ··
ImageLa piece del drammaturgo Ephraim Kishon intitolata Oh Romeo..., messa in scena in questi giorni al Politeama Genovese da Giorgio Lopez e interpretata da Massimo Lopez, non è altro che la rappresentazione di un ipotetico seguito di una delle più famose tragedie shakespeariane. La vicenda in questione potrebbe avere una continuazione solo nel caso in cui i due protagonisti non fossero mai morti e avessero invece intrapreso la vita coniugale. È questa l’ipotesi paradossale che viene proposta da Kishon nella sua commedia; in questa versione, infatti, Giulietta si sveglia prima che Romeo si tolga la vita.

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Eden ····

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Eden ····

ImageIl teatro contemporaneo irlandese è fra i più interessanti. E' merito dello Stabile di Genova l’aver intuito il fenomeno in tempo e avervi dedicato una serie di spettacoli d’alto livello. Ultima tappa di questo filone è Eden d’Eugene O’Brian che conferma alcuni degli elementi base di questa scuola: l’attenzione alla vita normale, lo studio psicologico dei personaggi, la preferenza per la quotidianità. Due coniugi maturi, ma non ancora anziani, si confessano separatamente davanti alla platea nel corso di un fine settimana, rivelando la miseria delle loro esistenze, la solitudine in cui brancolano, il fallimento delle loro vite, il cancro di una vita che ha imboccato il viale del tramonto e rifiuta di accettare la realtà. Alcol e sesso sono i motivi conduttori di queste due confessioni.

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Zoo di vetro ··

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Zoo di vetro ··

Image.Tennessee Williams scrisse Zoo di vetro (The Glass Menagerie) fra il 1944 e il 1945. Il testo ebbe grande fortuna e fu alla base di due trasposizioni cinematografiche: nel 1950, per la regia d’Irving Rapper, e nel 1987 per mano di Paul Newman, interpreti John Malkovich e Joanne Woodward, oltre ad un buon numero di versioni ad uso televisivo fra cui una, nel 1963, firmata da Vittorio Cottafavi. Andrea Liberovici ne propone ora una lettura che annulla l’ambientazione originale (gli anni trenta nel sud degli Stati Uniti) in favore di uno spazio senza tempo, marcato dalla rinuncia ad ogni elemento scenografico di tipo tradizionale e con gli oggetti di scena suggeriti dai gesti degli attori.

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