Terzo dei cinque spettacoli inseriti nell’ambito della XXIV edizione della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea, Sono come voi, amo le mele è una commedia a tratti molto divertente che tratta di temi a dire poco drammatici, attraverso un dialogo che avviene tra tre ex first Lady di autentici dittatori, il tutto prima di una conferenza stampa che dovrebbe presentare un ipotetico film su di loro. Il titolo della commedia si riferisce a uno scritto di Muammar Gheddafi: l'ex dittatore libico si presentava come un sovrano solitario che viene ingiustamente perseguitato dal popolo. Qui la frase è detta dalla vedova del ex presidente tunisino Ben Ali. Le donne sono fedeli al cliché che ha caratterizzato fino ad allora la propria vita e si pasciono della loro appartenenza politica, anche dopo essere state destituite. L’ironia entra immediatamente in scena quando le tre signore iniziano a scambiare qualche parola come fossero borghesi vicine di casa; ma i loro pettegolezzi riguardano argomenti un po’ particolari quali feste con Stalin e baci di Mao, collezioni di scarpe (la Marcos ne possedeva più di 3000) e reggiseno antiproiettile. Ma questa apparente familiarità dura ben poco. Col passare del tempo diventano sempre più violente, difendendo e glorificando il loro passato fatto di azioni crudeli, volendo dimostrare alle altre la liceità del loro comportamento; non solo, di essere superiori alle altre e di avere ancora l’amore del popolo. Personaggio centrico, comicamente grottesco, è il traduttore che dovrebbe traslare ogni cosa in maniera precisa ma ben presto, nel timore di potere fomentare qualcosa che rischia di divenire un incidente diplomatico, inizia ad inventarsi situazioni completamente differenti che utilizza per censurare le frasi fin troppo dirette, farcite di insulti di ogni tipo. L’uomo alla fine non può che soccombere, non riuscendo a mantenere sotto controllo uno scontro che potrebbe cambiare le sorti del mondo. Per intendere la comica drammaticità dei dialoghi basterà citare Margot, moglie di Erich Honecker, che chiede innocentemente Cosa posso fare se qualcuno è tanto stupido da scavalcare il muro?, le altre rispondono con altre perle di saggezza di questo tipo, facendo sorridere e, nello stesso tempo, rabbrividire per la perfidia che emerge. Sono come te, amo le mele è la quinta commedia scritta dalla Walser ed è stata presentata a Mannheim nel 2006. L’edizione italiana si avvale dell’ottima regia di Barbare Alesse che descrive le sue tre protagoniste geni del male ma simpatiche ed affascinanti. Forse il traduttore è visto in maniera fin troppo grottesca, ma considerato che è alla mercé di tre donne dominatrici ogni cosa detta e fatta potrebbe essere possibile. Cristiano Dessì, diplomatosi alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 2009, anche per scelte registiche domina il palcoscenico divenendo autentico mattatore. Brave anche Ernesta Argira, Lisa Galantini e Irene Villa perfettamente affiatate e in grado di fornire la giusta intensità ai propri personaggi.