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Bashir Lazhar Bashir Lazhar Hot

Bashir Lazhar

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
Bashir Lazhar
Autore
Evelyne de la Chenelière, Versione italiana Fabio Regattin
Interpreti
Fabrizio Matteini
Scene
Anna Varaldo
Musica
Federico Pitto con le voci di Sonia Convertini, Mirko Iurlaro, Marco Rivolta
Compagnia
Teatro Nazionale di Genova

Primo di cinque spettacoli inserito nell’ambito della XXIV edizione della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea, fiore all’occhiello del Teatro Nazionale di Genova nell’ambito della proposta di nuove tendenze nel teatro, Bashir Lazhar è commedia scritta da Evelyne de la Chenelière nel 2002 quando aveva 27 anni. Attrice, commediografa, scrittrice artisticamente francese, ha inserito in questo testo temi a dire poco drammatici in cui i personaggi mai si piangono addosso, in cui la vita si affronta senza paura per evitare di essere schiacciati. Nel 2011 la commedia era stato fonte ispiratrice del bel film Monsieir Lazhar che ha rappresentato il Canada agli Oscar, diretto da Philippe Falardeau e interpretato dal comico algerino Mohamed Saïd. 

Nella forma del monologo in cui l’attore si rivolge a vari personaggi (soprattutto la Preside, una professoressa ed un gruppo di studenti delle elementari) ‘invisibili’ e che non sentiamo ma con cui l’uomo interloquisce, lo sviluppo della storia ha una sua coerenza, grande ritmo, assoluta piacevolezza. Da piccoli episodi, apparentemente senza importanza, si costruisce una storia complessa in cui bene si uniscono i temi degli emigranti, di chi chiede di essere considerato rifugiato politico, di un certo razzismo anche nel liberale Quebec: un arabo crea problemi psicologici a chi non è in grado di staccarsi da luoghi comuni che legano l’appartenenza al Islam genericamente ai terroristi. Il protagonista della drammatizzazione è il signor Lazhar – così ama essere chiamato - che si presenta in una scuola elementare dopo che ha saputo che una docente si è suicidata. Lui ha bisogno di lavoro, si presenta alla Preside che per risolvere in fretta il problema lo assume fino al termine dell’anno scolastico. Il suo metodo è basato sul fare capire ai bambini cosa viene insegnato e la ragione per cui a loro si chiede un impegno in materie di cui forse non capiscono l’importanza. Ben presto diviene punto di riferimento per la classe che lo addotta, nonostante sia ancora scossa di quanto accaduto pochi giorni prima. Cerca di farli sfogare, di scaricare le tensioni che hanno accumulato di fronte ad un avvenimento difficile da prevedere ed accettare. La psicologa è disponibile 15 minuti alla settimana, troppo pochi per potere essere realmente utile. Chiede agli alunni di scrivere un tema in cui parlino di questo dolore e Alice, la più sensibile e matura, scrive sulla morte della loro insegnante, rivelando il dolore profondo e la confusione provati da ciascuno degli studenti. L’uomo è emozionato, vorrebbe fare affiggere lo scritto nella scuola ma riceve il rifiuto della Preside. Un finale forse prevedibile ma che non è lecito svelare chiude ogni cosa con un tono di umanità e dramma. Il peso di un testo non certo facile è tutto poggiato sulle spalle di Fabrizio Matteini, vent’anni di carriera tra teatro e televisione, Cardinale Mosca nel colossal americano I Medici (2016), ma anche tra gli interpreti, seppure in un ruolo minore, in The Souvenir (2019) prodotto da Martin Scorsese presentato al Sundance Festival. Si è formato nel teatro di ricerca, nelle atmosfere dei Teatri Stabili ed in compagnie non pubbliche, dal teatro per ragazzi, al teatro d’ombre, al musical, cabaret, persino la lirica; è anche autore, regista e quant’altro. Qui ad un certo punto deve ballare, facendolo con lievità. Diplomato alla scuola del Teatro Stabile di Genova, è sempre rimasto riconoscente per quanto ha imparato anche se, nemo profeta in Patria,vive da anni a Londra. Questo ritorno alla sua città di nascita si può interpretare come un possibile nuovo rapporto artistico con lo Stabile. Sara Thaiz Bozano, attivissima nel teatro sperimentale ma anche assistente alla regia nel video Shchukin, Matisse, Dance and Music (2016) diretto da Peter Greenaway, ha saputo costruire una messa in scena essenziale negli elementi scenografici ma ricchissima nella struttura narrativa, creando semplicemente con le luci i vari ambienti in cui Matteini si muove e si confronta con gli invisibili suoi interlocutori. Una sedia ed un banco di scuola quando è insegnante, la luce più abbagliante quanto parla con la Preside, e così via. 

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Bashir Lazhar
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opinioni autore

 
Bashir Lazhar 2019-06-07 13:26:07 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
8.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    07 Giugno, 2019
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