68ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2011 - Pagina 2

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68ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2011
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altE‘ partita davvero bene questa sessantottesima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. E’ davvero bello Le idi di marzo (The Ides of March) che l’attore e regista George Clooney ha tratto dal lavoro teatrale Farragut North (Farragut Nord), scritto nel 2008 dal drammaturgo Beau Willimon che si è ispirato alla campagna per le primarie del Partito Democratico, più precisamente alla corsa, nel 2004, di Howard Dean. Al centro del testo ci sono i vari membri dello staff di un giovane governatore che vuole candidarsi alla presidenza contro un altro collega di partito. Il suo vantaggio è minimo e saranno le primarie aperte dell’Ohio a decidere il vincitore. Lentamente, ma inesorabilmente, seguiamo la caduta verso il compromesso del futuro, possibile presidente che, per guadagnare consensi, strige alleanze con politici che disprezza, lima le sue posizioni meno gradite all’elettorato, passa da un ammorbidimento a uno ancor maggiore, sino a subire il ricatto di un membro del suo stesso staff che, saputo di una tresca del possibile candidato con una giovane stagista finita suicida, si vendica imponendo la sua promozione a direttore della campagna elettorale. E’ uno spaccato tragico del mondo politico americano ed è importante che un sincero progressista come George Clooney abbia scelto questo ritratto fosco e purulento per gettare l’allarme sullo scontro fra ideali e realtà, sogni di rinnovamento e dure condizioni della lotta politica. Il regista e attore, in questo caso anche coproduttore, si è circondato da un gruppo d’interpreti fra i migliori di cui disponga oggi il cinema americano, da Philip Seymour Hoffaman a Rayan Gosling, da Paul Giammatti a Marisa Tomei. E’ un’opera dal soldo stampo classico che ci conferma, ancora una volta, la grandezza di una cinematografia capace di fare spettacolo attingendo dalla realtà e dalla cronaca.
altFuori concorso si è visto ¡Vivan las Antipodas! (Viva gli antipodi) del documentarista russo Victor Kossakovsky, un film curioso la cui apertura contiene una frase di Alice nel paese delle meraviglie (Alice's Adventures in Wonderland - 1865) di Lewis Carrolol (1832 – 1898): mi domando se potrei attraverso tutta la terra. E’ divertente immaginare di uscire dall’altra parte e vedere tutta la gente camminare a testa in giù. E’ un’ipotesi che il regista realizza mettendo a confronto otto situazioni poste agli antipodi l’una dell’altra. Usando un fotografia sin troppo ricercata e ricorrendo a immagini capovolte e sbilenche non sempre funzionali, l’autore contrappone Spagna e Nuova Zelanda, Cina e Argentina, Hawaii e Botswana, Russia e Cile. E’ un mosaico ricco che dimostra la complessità e varietà delle forme di vita, sia umane che animali. Gli nuoce un eccesso di compiacimento figurativo, aggravato dalla mancanza di specifiche sociali. Difetti che finiscono col relegare l’opera al livello di un puro esercizio di stile, raffinato, ma incompleto.
altLa Settima Internazionale della Critica ha aperto la 26ma edizione presentando, fuori concorso, Stockholm östra (Stoccolma Est) opera prima dello svedese Simon Kaijser da Silva (1969). Questo cineasta ha alle spalle una consistente carriera di regista televisivo che gli ha fornito basi professionali solide da metter a frutto in questo lungometraggio. Johan, mentre sta andando al lavoro, investe la figlia di nove anni di Anna, che abita nello stesso quartiere in cui vive anche lui. La giustizia lo assolve da ogni responsabilità, ma la sua coscienza lo tormenta anche perché ha visto fugacemente la madre della bimba e se ne è innamorato. La storia dell’assassino che intreccia una relazione con la vittima o con i parenti della stessa non è nuova e l’avvio del film naviga all’insegna della prevedibilità. Ciò che lo rende interessante, più che la prestazione scialba degli interpreti, è la capacità narrativa del regista che, malgrado qualche lungaggine, sa raccontare una storia dagli snodi largamente prevedibili con lucidità e abilità.