19 Giugno 2006
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Festival di Cannes 2006 |
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Mercoledì 24 maggio Ottavo giorno.
La raison du plus faible (La ragione del più debole) dellattore e regista belga Lucas Belvaux mette assieme il cinema criminale, sezione colpi sfortunati dallesito tragico, e quella sul malessere degli operai in pensione o dei giovani disoccupati. Cinque di loro, fa cui un ex galeotto e un handicappato in carrozzella, organizzano una rapina allufficio di una ditta siderurgica in cui è depositato, per poche ore, un milione deuro. Impreparati, pasticcioni, inesperti i cinque finiscono male: chi in prigione, chi ucciso dalla polizia. Il film è troppo lungo, ripetitivo e non sceglie una strada precisa. Non è un poliziesco e neppure unopera sociale. E un ibrido a tratti fastidioso e sempre prevedibile.
Marie Antoinette (Maria Antonietta) di Sofia Coppola era fra i film più attesi, perciò la delusione è stata particolarmente cocente. La regista promette, nelle primissime immagini, una visione dissacrante, ironica della vita dellultima regina di Francia prima della rivoluzione del 1789, rivoluzione che le costerà la testa assieme a quella di suo marito, Luigi XVI. Nella realtà lopera si muove su un terreno pomposo, ripetitivo, noiosissimo in cui qualsiasi riflessione - non diciamo storica, ma neppure psicologica - lascia il passo al ricco scenario delle sale di Versailles. L'unico elemento in controtendenza è luso spregiudicato e non sempre efficace della musica rock. Inutile, poi, fare le pulci ai numerosi errori storici, come il gelo del pubblico, primo segno della rovina della regina, che non venne da una rappresentazione teatrale, ma dal verdetto dassoluzione del processo dei diamanti, voluto dalla corte. Oppure mettere laccento sulle differenze detà fra personaggi reali e loro rappresentazione (Maria Antonietta aveva solo quindici anni quando andò sposa a Luigi XVI). Ciò che conta è il fallimento di un baraccone superspettacolare, privo di qualsiasi ironia e collocato in una dimensione totalmente fuori del tempo.
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