17 Marzo 2018
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30es Rencontres de Toulouse |
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In concorso un film bizzarro, prodotto da Brasile e Uruguay, girato a Montevideo e diretto dal brasiliano quarantacinquenne Felipe Hirsch. Protagonisti due attori argentini, Carla Quevedo e Javier Drolas in una storia di mistero, amore e follia intitolata Severina. E da non dimenticare i libri, soprattutto i libri, perché il tema principale è l’amore per la lettura. Lei, giovane, bella e misteriosa, dice di chiamarsi Ana e s’introduce sorridente nelle librerie della città sottraendo libri, anche di valore. Un libraio giovane e scapolo, che sogna di scrivere un romanzo, dapprima la lascia appropriarsi di alcuni volumi, poi la ferma e le dice che non la denuncerà se gli restituisce l’ultimo libro rubato. Lei accetta, ed è subito tregua, anzi amore perché lui è innamorato della ragazza. Ana gli racconta di essere povera e di vivere con l’anziano padre in una pensione non molto distante. Lui l’accompagna fino alla porta e poi si congeda contento. Ana, però, scompare. E dopo vuoti giorni d’attesa il libraio decide di alloggiare una settimana nella pensione sperando di vederla. Non incontrandola, si rivolge al gestore che gli dice che è appena partita. Rimasto senza tracce, e convinto che il preteso padre sia l’amante, il giovane si confida con un vecchio libraio che gli svela il comportamento di Ana. È nota per aver rubato libri nelle principali librerie. Sconsolato torna al suo tran tran quotidiano, ma un giorno lei torna e gli si offre. Nasce un idillio, con lei che appare e scompare, fino a quando col padre in coma e senza soldi per le cure d’ospedale accetta di andare a vivere da lui. Finalmente un amore quotidiano e condiviso! Senonché il padre muore e lei scompare. Tratto da un racconto dello scrittore guatemalteco Rodrigo Rey Rosa, e secondo film di questo cineasta, il primo, Insolation (Insolazione), fu presentato a Venezia nel 2009, il film è la cronaca di un delirio amoroso che ondeggia tra finzione e realtà avvolgendo di mistero l’universo dei libri e della lettura.
Ha vinto il premio della critica a Mosca il film argentino in concorso, Sinfonía para Ana (Sinfonia per Ana) primo film di finzione di due documentaristi, Virna Molina e Ernesto Ardito che lo hanno tratto dal romanzo di Gaby Meik elaborando un racconto di due ore sui tragici fatti della dittatura dei colonnelli vissuti dagli studenti del Collegio Nazionale di Buenos Aires. Una classe di ragazzi sui quindici anni reagisce al licenziamento del preside e alla progressiva sostituzione di insegnanti progressisti con docenti di destra. Alla vigilia della dittatura militare le posizioni politiche degli allievi fanno saltare vecchie amicizie e storie d’amore appena sbocciate. Particolarmente quella di Ana, i cui compagni di partito le suggeriscono di separarsi dal ragazzo che frequenta non impegnato nel movimento. Lei potrebbe tradirsi lasciando trapelare notizie e danneggiare i compagni. Tra malintesi, gelosie e incertezze, la ragazza diventa vittima di una situazione che le sfugge di mano, e quando Videla assume il potere e la dittatura militare ha il sopravvento, alcuni andranno all’estero e altri perderanno la vita. Descritto attraverso l’amicizia di Ana e Lisa, e in larga parte narrato dall’amica, il film mette a fuoco un quadro di tensioni, militanze e rancori prima che il regime dia il via alla pratica criminale, tristemente nota, dei desaparecidos.
In concorso anche un film minore cileno, di appena 78 minuti, e che sarebbe stato più interessante come cortometraggio perché la sceneggiatura è latitante. Princesita (Principessina), secondo film di Marialy Rivas, già presentato al Festival di Toronto, narra la vicenda di una setta diretta da Miguel, un invasato cinquantenne che domina il comportamento di una classe di adolescenti. Il santone ha preso di mira una ragazzina di undici anni, Tamara, che vorrebbe possedere, illibata, per mettere al mondo un erede. Quando la ragazza accenna a un flirt con un coetaneo, lui le somministra un forte anestetico e ne fa la vittima sacrificale del gruppo che a turno la violenta. Dopo il rito si addormentano tutti. Tamara si sveglia confusa e tentennante, che esce dalla baracca e urta un braciere che cadendo provoca un incendio. Muoiono tutti mentre lei corre stordita nella campagna.
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